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Questa settimana la rubrica #ArtistFocus per la seconda volta analizzerà 4 brani di una vera icona della musica, nata il 27 marzo, classe '70, stiamo parlando di Mariah Carey.




Mariah debuttò nel '90 e da quell'anno Mariah ha collezionato solo successi, sino al 2001, quando si trovò ad affrontare il suo primo flop discografico e cinematografico, con il film "Glitter" e la sua colonna sonora. L'anno seguente ritentò pubblicando l'album "Charmbracelet", ma le sue sorti furono identiche al progetto precedente. Dovrà aspettare sino al 2005 per risalire sulla cresta dell'onda.



 MINE AGAIN



Ed è proprio da qui che partiamo, nel 2005 Mariah pubblica il suo decimo album studio "The Emancipation Of Mimi" con il quale riuscì a risalire in cima alle classifiche degli album più venduti e anche dei singoli con le hit "It's Like That", "Shake It Off" e le smash hit "We Belong Together" e "Don't Forget About Us". A mio parere in questo album è contenuta una delle più belle canzoni della cantante, "Mine Again". "Mine Again" è una ballad in pieno stile Mariah, dove sfoggia tutte le sue doti vocali ma senza utilizzare il famigerato whistle register. Il testo racconta di una storia d'amore ormai terminata, ma la nostra Miss. Carey vorrebbe buttarsi il passato alle spalle e tornare con il suo amato "Maybe you could be mine again/ Maybe we could that dream for real/ Like way back then" recita Mariah in uno dei pezzi che personalmente trovo uno dei più significativi dell'album.



MIGRATE




Siamo nel 2008 e Mariah, dopo il successo dell' album "The Emancipation Of Mimi" e della sua riedizione, pubblica il suo undicesimo album studio, "E=MC²". L'album fu anticipato dalla smash hit "Touch My Body", però non tutti sanno che in realtà il lead single dell'Era sarebbe dovuto essere "Migrate" in collaborazione con il rapper T-Pain, poi sostituito (giustamente?) da "Touch My Body". La canzone inizia con il caratteristico whistle register di Mariah, che accompagna la canzone per tutta la sua durata insieme ad un beat molto coinvolgente e contagioso. Il bridge, rappato da T-Pain valorizza molto la canzone che altrimenti sarebbe risultata troppo ripetitiva. Il testo è molto semplice, Mariah racconta di una nottata d'amore con un ragazzo conosciuto ad una festa, e alla fine del party si apportano. La canzone in sé può essere facilmente paragonata a "It's Like That", lead single dell'Era precedente.


INSEPARABLE



È passato un anno da quando la Carey ha diviso in due il suo fan base con l'album "E=MC²", c'era chi lo definiva orecchiabile e allegro e chi invece lo riteneva troppo commerciale e scontato, ma con il dodicesimo album studio "Memoirs of an Imperfect Angel" mette tutti d'accordo, forma vocale ritrovata, canzoni old school, la vecchia Mariah era tornata! Ma una traccia che meritava di essere singolo era sicuramente "Inseparable". "Inseparable" è una power ballad la cui produzione è affidata ai The Dream, come tutto l'album. Nel testo la Carey sembra aspettare con ansia una telefonata del suo amato, e paragona il loro amore a due cuori inseparabili. Mimi inizia la canzone quasi sussurrando e man mano che procede la voce prende più potenza, e proprio quando arriva al whistle la voce si dissolve insieme alla base. La produzione può ricordare vagamente "Halo" di Beyoncé.


YOU DON'T KNOW WHAT YOU DO



Nel 2014, dopo vari rinvii e singoli random, esce finalmente il tredicesimo album studio di Mimi "Me. I Am Mariah... The Elusive Chanteuse" che risulta un progetto registrato di fretta e furia nonostante alcuni pezzi siano davvero orecchiabili e convincenti. Una di queste tracce è sicuramente "You Don't Know What You Do" in collaborazione con il rapper Wale. La canzone comincia come una ballad, e procede su questa linea per quasi un minuto, sino a quando interviene Wale che movimenta il tutto con un beat molto coinvolgente. Il testo parla di una relazione amorosa appena terminata, ma Mariah la prende alla leggera e dice al suo ormai ex fidanzato che senza di lei è perso. Non si può stare fermi di fronte ad una canzone del genere, anche se a tratti potrebbe risultare ripetitiva.



Sperando che la nostra Miss. Carey non ci faccia aspettare più di tanto per il nuovo sforzo discografico, cosa ne pensate di questi 4 brani?



Se siete interessati a leggere la prima parte del #ArtistFocus dedicato a Mariah Carey, cliccate QUI, se siete invece interessati a scriverci un #ArtistFocus, leggete tutte le info QUI.



Articolo scritto da: Yoncé (#BreatheOnMe)
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Nella rubrica #ArtistFocus ho scelto di parlarvi dell'artista britannica vincitrice di un grammy Elly Jackson, in arte La Roux. Trovandoci in piena estate, questa cantautrice è una delle migliori capaci di accompagnarla mixando sounds elettronici a quelli tropicali.
In realtà i La Roux inzialmente erano un duo (formato da Elly e Ben Langmaid) ma si sono sciolti artisticamente nel 2012.
All'attivo l'artista synthpop ha due album, ovvero "La Roux", rilasciato nel 2009 e vincitore di un grammy nella categoria "Best Electronic/Dance Album", e "Trouble In Paradise", pubblicato a Luglio del 2014.


Per quanto riguarda le collaborazioni troviamo quella con i Major Lazer nel mixtape "Lazerproof" (2010), con Kanye West per la presenza dei suoi vocals in "My Beautiful Dark Twisted Fantasy" e con Jay-Z.
Il suo genere è principalmente l'EDM synthpop con sfumature vintage e sounds tropicali. Grazie al primo album, commercialmente La Roux vanta una certificazione di platino e quasi mezzo milioni di copie vendute negli UK fino al 2014. Inoltre, l'omonimo disco è riuscito a diventare il terzo debutto più veloce nelle charts inglesi del 2009 grazie alla hit "Bulletproof". Questo singolo è molto conosciuto anche in Italia ed è stato uno dei tanti tormentoni estivi di quell'anno.
Di seguito potete scoprire o ricordare quattro suoi brani del suo repertorio, buon ascolto!

QUICKSAND
Il primo pezzo che ho scelto è "Quicksand", lead single del progetto discografico "La Roux". Rilasciato a Dicembre del 2008, è stato scritto e prodotto da Elly e Ben Langmaid. I versi ricordano abbastanza il famoso brano di Prince "When Doves Cry" e sono accompagnati da una base synthpop. Tutto il singolo è davvero catchy e il punto migliore arriva solo nel bridge, in cui l'artista dimostra le sue abilità vocali che sono state anticipate già dai vocals iniziali. Il testo parla di quando si ha un momento intenso con qualcuno mentre si sta guardando la televisione o ascoltando la musica. Entrambi hanno il desiderio dell'altro ma è quasi doloroso sedersi vicino a loro. Esiste anche un video musicale diretto da Kinga Burza che è stato pubblicato a Gennaio del 2009. Come protagonista c'è l'artista che si trova in un'isola tropicale che canta durante il tramonto.



COVER MY EYES
Settima traccia del disco di debutto, "Cover My Eyes" è un brano perfetto da ascoltare in spiaggia. Con sounds soft e "rilassanti", è caratterizzato da elementi elettronici ed un coro che accompagna la cantante nel ritornello e nei versi che lo seguono. Ci troviamo di fronte ad un altro pezzo catchy che sicuramente è una perla della discografia di La Roux.
Il testo parla della paura dell'artista di essere abbandonata. Ogni volta che vede il ragazzo di cui è innamorata uscire con un'altra ragazza deve coprirsi gli occhi e qualcosa dentro di lei muore. Fa fatica a respirare e gli chiede se la può stringere, ha bisogno di lui.



UPTIGHT DOWNTOWN
La Roux torna nel 2014 con il progetto "Trouble In Paradise". A Maggio esce il singolo promozionale "Let Me Down Gently" e prima di pubblicare il disco rilascia il lead single intitolato "Uptight Downtown". Questo brano è sui fatti accaduti dal 6 al 10 Agosto 2011 in Inghilterra, ovvero una serie di saccheggi, episodi di sciacallaggio e rivolte avvenuti nei quartieri periferici. L'artista si trovava a Brixton ed è stata ispirata dall'energia che ha percepito in quei giorni.
La base è caratterizzata da sounds electropop moderni mescolati alla disco anni '70 e sono presenti anche influenze funk e soul. Nonostante il suo ex partner artistico se ne sia andato nel 2012, ha comunque co-scritto 5 tracce dell'album e questo pezzo è uno di queste.



SEXOTHEQUE
Personalmente "Sexotheque" è la traccia migliore del secondo album ed anche qui ritroviamo i sounds estivi che ci accompagnano per tutta la durata del brano. Se vi piace questo genere vi consiglio di ascoltare tutto il progetto ed in particolare "Tropical Chancer" se siete fans dei Daft Punk. Purtroppo questa era discografica non è stata molto fortunata e sono stati estratti solo due singoli, ovvero il lead single di cui vi ho parlato sopra e "Kiss And Not Tell". Per quanto riguarda i video musicali invece ne è stato rilasciato uno per "Let Me Down Gently" ed uno per il secondo singolo.
Ritornando al pezzo scelto, si tratta di un'ottima midtempo disco davvero orecchiabile e parla di un ragazzo che ignora la sua ragazza per i suoi piaceri più squallidi. Nel ritornello l'artista ripete "He never answers the phone/ Oh I'll bet money money money/ I'll bet/ He's at the sexotheque" ed è capace di entrare subito in testa.



Finisce qui anche questo appuntamento dell'#ArtistFocus, cosa ne pensate di questi quattro brani e di questa artista?
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 Benvenuti alla nostra rubrica settimane #ArtistFocus, che  ha l'onore di parlare con voi di un'artista in particolare facendovi scoprire quattro canzoni, di cui qualche album track, unreleased, cover ecc.
Dopo P!nk, oggi si torna a parlare di una delle grandi donne che ha affascinato il mondo della musica, una delle prime donne ad essere ad essere definita con il famigerato nomignolo "la bianca dalla voce nera", ideatrice del celerrimo sprock, geniale mix tra il suol e il rock, un puro esempio di forza della natura, stiamo parlando proprio di lei Anastacia.


In Your Eyes da Pieces of a Dream 2005

Il nostro ArtistFocus ha proprio inizio facendo un bel salto nel tempo di ben 10 anni fa, portandoci al 2005, quando Stacey dopo aver affascinato il mondo del cinema con Everything Burns, colonna sonora del film I fantastici 4 a fianco del chitarrista statunitense Ben Moody, pubblica il suo primo GH Pieces of a Dream. La raccolta, oltre ai suoi successi, contiene 2 inediti, Pieces of a Dream, primo singolo estratto ed In Your Eyes.
Quest'ultimo, nonostante non fosse stato rilasciato come singolo promozionale, è riuscito ad attirare la nostra attenzione.
In Your Eyes è una ballad travolgente scritta dalla stessa Anastacia con la collaborazione di Glen Ballard, compositore di molte sue hit.
"But I see in your eyes, you wear no disguise, help me find my way, I'm like a birb in the sky, you help me to fly, fly away, fly away, back home" "Ma quando guardavo nei tuoi occhi, non indossando nessuna maschera, mi aiutavi a trovare la via, mi sentivo come un uccello nel cielo, tu mi avevi aiutato a farmi volare, torna a casa!", queste sono le frasi passionali commoventi che la cantante dedica al tanto amato padre che l'aveva abbandonata durante la sua infanzia a causa del divorzio con la madre. Anastacia nel brano manifesta il grande affetto che provava per il padre e che la sua scomparsa aveva reso la sua infanzia difficile.
Emozionate l'interpretazione che versa Stacey nel brano che inizia con un melodico accompagnamento al pianoforte per poi esplodere nel bridge.


Calling All Angels, Unreleased Track, 2010

Proseguiamo questo viaggio con un unreleased rilasciata nel 2010, un brano scartato dal suo lavoro più sperimentale, Heavy Rotation che, al suo interno, conteneva brani di genere House-Elettro.
Calling All Angels è una slow jam che nel 2010 ci aveva portato indietro nel tempo ricordandoci una Anastacia più sprock.
In merito al testo, possiamo dire che si tratta di una traccia dedicata alla fede e a Dio, nella canzone Anastacia dichiara di sentirsi persa e sopraffatta dalle incertezze, dai timori e dalle paure e che aspetta che qualcuno là fuori risponda generosamente alle sue preghiere. Tutto questo affinché lei possa ritrovare quella forza per abbattere qualsiasi ostacolo interiore e ritornare a vivere nella maniera più positiva possibile la vita.



Dream On, da It's a Man's World, 2012

Dopo il poco acclamato e fortunato Heavy Rotation, Anastacia nel 2012 lascia Mercury Records per firmare un nuovo contratto discografico con la BMG Records. Questo nuovo contratto da vita a "It's a Man's World", raccolta che racchiude le cover dei più grandi successi appartenenti alle rock band maschili che hanno segnato la storia della musica come i Rolling Stones, Bon Jovi, Zed Zeppelin, Gun & Roses, U2 ecc. Una delle cover che ci ha colpito maggiormente e quella di Dream On degli Aerosmith.
Stacey da inizio al brano accarezzando dolcemente le note, man mano che ci avvicinano al finale, mette in mostra tutta la sua grinta garantendoci un'interpretazione mozzafiato, senza nulla a togliere a Steven Tyler ovviamente. Questo è la prova che Anastacia ci sa fare anche nel genere rock oltre al soul e l' RnB degli esordi.





If I Was Your Boyfriend ft Tony Moran, 2012

Per concludere questo breve viaggio, ho deciso di parlarvi di una collaborazione che Anastacia fece nel 2012, periodo in cui la cantante era pronta a tornare nelle radio con un nuovo album, ma che poi ha dovuto cancellare perché un nuovo tumore purtroppo la colpì.
If I Was Your Boyfriend è una canzone dance, nella quale Stacy figura da featuring artist per il dj Tony Moran.
Questa canzone ha un beat estremamente accattivante ed originale ed è un pezzo che si mostrò  distante anni luce dal resto della musica che circolava nel 2012. La caratteristica del brano è che la produzione, malgrado sia dance, non va ad oscurare minimamente la voce di Stacy, ma si viene a creare una vera e propria fusione tra la musica e la sua inconfondibile voce.
La canzone racconta della volontà di voler condividere un'esperienza che sia soddisfacente se vista dal punto di vista opposto.



Con questo pezzo dalle sfumature dance si conclude in nostro viaggio alla scoperta di questa piccola donna dalla grande voce.
Speriamo che il post sia stato di vostro gradimento, alla prossima!

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Non è più un mistero il fatto che Meghan Trainor sia riuscita a diventare in pochissimo tempo una delle debuttanti di maggior successo degli ultimi anni, nonché una realtà effettiva del musicbiz odierno.



Nel giro di un solo anno, la cantautrice americana è riuscita a farsi strada nel mondo della musica e a crearsi una certa fama imponendosi con uno stile originale e con un genere di canzoni che si distaccano da ciò che la massa ha proposto negli ultimi periodi.
Dopo aver passato parecchio tempo a pubblicare video di cover e brani inediti sul suo canale personale di Youtube, la carriera ufficiale di Meghan ha inizio proprio con il rilascio della sua mega hit internazionale "All About That Bass" che, in poco tempo, si affermerà come uno dei più grandi successi targati 2014-2015, e con la release di un mini EP contenente quattro brani, incluso il singolo di debutto appena citato.
L'EP in questione, chiamato "Title", ebbe il compito di "sondare" il terreno e permettere alla cantante di lanciarsi nel mondo della musica passo dopo passo. Una mossa peraltro riuscitissima poiché il progetto ottenne risultati commerciali positivi, grazie anche all'andamento di una traccia in particolare, "Dear Future Husband", che, già da non-singolo, ottenne risultati notevoli soprattutto nelle classifiche americane.
Forte di questo trionfo è grazie anche al successo del secondo singolo ufficiale, "Lips Are Movin", che lanciò Meghan definitivamente sul mercato mondiale con il suo album di debutto, che prende lo stesso nome dell'EP e che include, ovviamente, anche i quattro brani presenti nel mini progetto dapprima pubblicato.
L'album debuttò direttamente al primo posto della classifica Billboard, consentendo all'artista di essere una delle poche newbie a vantare un debutto direttamente in vetta e facendolo per conto della Epic Records, etichetta discografica che non vedeva una numero uno dal lontano 2010.
Da "Title", progetto che è riuscito a smerciare ben più di due milioni di copie nel mondo, sono stati estratti ben quattro singoli, tutti divenuti dei grandi successi internazionali che hanno permesso a Meghan Trainor di non essere una one-hit-wonder come molti la dipingevano inizialmente.
E' quindi senza alcun dubbio, la cantante in poco tempo è riuscita nell'intento di costruirsi una certa nomea e di ottenere successi su successi, divenendo popolare per le sue hits e le sue collaborazioni, come quella al fianco del giovane cantante Charlie Puth, "Marvin Gaye".
Ciò che però temo che molti non sanno è che la Trainor, prima di pubblicare "Title", aveva già lavorato e rilasciato ben due album sotto etichetta indipendente: il primo chiamato "I'll Sing With You", mentre il secondo "Only 17", entrambi scritti e auto-prodotti dalla stessa cantante.
"I'll Sing With You" mostra la prima Meghan in assoluto, quella più country che imbraccia un ukulele e che canta pezzi davvero molto dolci, romantici ed introspettivi; il secondo album, invece, si avvicina molto di più a quello che sarà lo stile adottato per i pezzi contenuti in "Title", una mescolanza di sonorità più pop e doo-wop che contraddistinguono la sua musica.
Quello che voglio fare tramite questo articolo è mostrare a chi non la conosce bene che Meghan Trainor non è solamente "quella di All About That Bass", ma una cantautrice talentuosa che sa essere molto versatile, vocalmente praparatissima, credibile e capace di dar vita a tante belle canzoni che hanno il potere di mettere di buon umore l'ascoltatore.
Pertanto, focalizzerò la mia attenzione non soltanto su "Title" (album che voi tutti, chi più e chi meno, avrete ascoltato), ma anche sui suoi primi due progetti, i quali, personalmente, credo meritino di essere ascoltati nella loro interezza.

Vi auguro un buon proseguimento di lettura dell'articolo!

1) Why'd You Have To Go

La prima traccia che vorrei presentarvi è "Why'd You Have To Go", proveniente proprio dal suo primo album, scritto quando Meghan aveva solamente 16 anni. Nonostante la giovanissima età, possiamo notare, quasi per paradosso, una certa sostanza nella sua "immaturità artistica", sia nel sound che nel testo. Trattasi infatti di un graziosissimo e trascinante pezzo dalle sonorità country-pop che, a mio modo di vedere, non ha nulla da invidiare a pezzi contenuti in album rilasciati ufficialmente.
Motivata, fresca e personale, credo sia una delle canzoni migliori del suo primo album in assoluto, la quale mostra anche una Meghan come mai la stragrande maggioranza della massa non l'ha sentita, grazie ad un genere che, personalmente, ritengo sia quello che più le calza a pennello. Non per questo, mi piacerebbe tantissimo se, in futuro, Meghan lavorasse ad un progetto totalmente country.
Il brano è rivolto direttamente al suo ragazzo che, senza preavviso, l'ha lasciata. Per questo, non avendone avuto la possibilità di farlo di persona, tramite questa canzone che ha scritto gli chiede espressamente il perché di questa decisione improvvisa e senza ritorno.


2) Take Care of Our Soldiers

La seconda canzone che voglio proporre proviene sempre dal suo primo album "I'll Sing With You". In realtà avrei voluto lasciare spazio ad uno dei brani del suo secondo album, ma ritengo che questa canzone meriti la giusta attenzione per il tema affrontato e per la profondità che nasconde, nonostante sia stata scritta ancora in tenera età.
"Take Care of Our Soldiers" è una piccola ed emozionante preghiera formulata sottoforma di canzone rivolta a tutti i milioni di soldati che si sacrificano e rischiano ogni giorno la loro vita per noi.
Anche qui prevale un arrangiamento molto semplice, costituito da alcune chitarre e dal classico ukulele che accompagna fedelmente la nostra Meghan nell'esecuzione dei suoi brani, ma credo siano proprio la semplicità e la genuinità che traspaiono da canzoni come queste a fare la differenza e a mettere in risalto ciò che distingue la cantante da molte altre popstar affermate da anni nel music business.
Il testo crea emozioni seppur nella sua semplicità e, soprattutto, fa un certo effetto pensare che sia stato scritto proprio da una ragazzina di appena 16 anni. Eccone un piccolo stralcio:

"Here's to all the soldiers,
we are here and they are there,
fighting for our freedom,
so let's make sure they know that we care,
we can lift our voices,
say a prayer
as long as they know that we're here"



 3) My Selfish Heart

La terza traccia che ho deciso di inserire per questo ArtistFocus è "My Selfish Heart", contenuta nella Deluxe Edition di "Title", album che, nonostante il successo commerciale riscontrato, da molti viene sottovalutato, mentre, personalmente, penso che si tratti di un ottimo progetto, ben fatto, originale e riempito di uno stile proprio che contraddistingue Meghan Trainor.
La canzone in questione ritengo sia una delle migliori del disco e reincarna quello che è, appunto, il genere rappresentativo di "Title", il quale conferisce ai brani uno stile tipicamente pop unito a marcate, quanto particolari influenze doo-wop anni '60.
"My Selfish Heart" si apre con dei ripetuti "Shoowap, shoowah", tipici del genere adottato, risulta essere molto catchy all'ascolto e sfocia poi in un bridge rappato che si contrappone all'innocenza con la quale vengono cantati ritornello e strofe, altro tratto distintivo di molte canzoni contenute nel suo album di debutto.
Le lyrics si riferiscono invece ad un amore finito, in cui Meghan augura il meglio al suo amato, nonostante avverta una prorompente mancanza di tutti i momenti passati insieme a lui:

"Baby, let's keep in touch... oh
'cause I'm not what you need,
but I'm a miss you so much,
I'm too focused on this dream
and your kiss is a drug that pulls me back so quick
until I pull us apart, well forgive my selfish heart"



4) Over & Done

Eccoci giunti all'ultima traccia di questo ArtistFocus. Per concludere, ho voluto incentrare l'attenzione su una canzone unreleased uscita verso lo scorso Settembre, proprio nel periodo in cui Meghan cominciava a dare indizi sul suo secondo album in studio che è già in procinto di essere rilasciato.
La traccia in questione si discosta molto da ciò che la cantante ha proposto fin'ora, abbandonando le atmosfere dolci e pacate delle sue precedenti canzoni e lasciandosi trascinare dal suo lato più "ghetto-style", che però non è completamente una novità per lei in quanto già presente in alcuni pezzi di "Title" come "Bang Dem Sticks". La produzione per questo pezzo risulta essere ipnotica, uniformata da un sound più electro-pop rispetto allo stile pop/doo-wop presente nella maggior parte della sua discografia e miscelato da una vocalità più incisiva che mette ancor di più in risalto questo lato più "cattivo" di Meghan, il tutto evidenziato ulteriormente dalle lyrics del testo con le quali la cantante esorta il suo ragazzo a stare attento ai suoi cambiamenti.
Il fatto che tale unreleased sia trapelata in rete proprio durante la sessione di registrazione di "Thank You" (titolo che darà il nome al nuovo album), ha portato inevitabilmente i fans a pensare che sarà questa una delle direzioni musicali che la cantautrice intraprenderà, dopo aver dichiarato più e più volte che il sound del suo prossimo lavoro sarà totalmente differente rispetto a quello propinato in "Title".


Per questo ArtistFocus è tutto! E' stato difficile scegliere i brani da inserire nell'articolo poiché nei suoi primi due album c'è veramente molto da ascoltare e, pertanto, esorto nuovamente chi leggerà a dare un ascolto a questi due lavori.
Cosa ne pensate di questi quattro pezzi? E cosa vi aspettate dal suo nuovo album? Io sono sempre stato del parere, sin da quando Meghan ha debuttato sulle scene musicali, che possieda la giusta stoffa per avere una carriera rosea e longeva. E voi siete dello stesso avviso?
A voi i commenti!

Articolo scritto da: Swiftie
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In concomitanza del suo compleanno, nell’#ArtistFocus di questa settimana parleremo di una delle nuove leve più influenti nel 2015, ovvero la cantautrice statunitense Melanie Martinez.
Melanie Adele Martinez è una ragazza ventenne nata negli Stati Uniti che ha iniziato la sua carriera da cantate nella terza stagione del talent show The Voice. Qui purtroppo la cantante non riuscì a conquistare la vittoria, ma è comunque riuscita ad aggiudicarsi un posto nello showbiz.


Senza il sostegno di una casa discografica, la cantautrice ha avuto modo di creare del materiale indipendentemente. Infatti, dopo la sua eliminazione, l’artista si mise subito al lavoro per pubblicare il suo primo EP intitolato “Dollhouse”. Purtroppo però non ottenne ottimi risultati commerciali, ma comunque la cantante trovò il modo per ottenere un po’ di visibilità.
Infatti, qualche tempo dopo, Melanie ha avuto modo di apparire nella serie tv American Horror Story. Ovviamente non come attrice, ma facendo vedere ciò che vale come artista. Ha avuto l’opportunità di far diventare “Carousel” la colonna sonora della quarta stagione intitolata Freakshow.
Già con questo lavoro, l’artista ci fa capire il suo stile, che secondo alcuni risulterebbe “inquietante”. La musica di Melanie è unbottimo mix tra sounds alternativi e il pop, aggiungendo anche degli ottimi synth. Un ulteriore marchio di fabbrica sono i suoi capelli, rigorosamente bicolore.
Il periodo d’oro di Melanie però arriva soltanto nel 2015, quando pubblica il primo singolo ufficiale del suo primo album di debutto “Cry Baby”, ovvero “Pity Party”. Attualmente l’artista è alle prese con il suo Cry Baby Tour nel suolo statunitense.
In attesa di nuovo materiale a cui sta già lavorando, scopriamo quattro brani della sua discografia. Cuffie alle orecchie e benvenuti nel mondo “bambinesco ma inquietante” mondo di Mel.

Bittersweet Tragedy
Iniziamo subito con un brano contenuto nel suo primo EP “Dollhouse”. Come già detto precedentemente, questo progetto è stato creato autonomamente dall’artista con l’aiuto di alcuni produttori. Da questo lavoro sono stati estratti due singoli, ovvero la title track e “Carousel”. Entrambe le tracce sono state accompagnate da un video musicale con ottimi risultati (38 milioni il primo e 27 il secondo). In questo Extended Play, però, c’è anche una traccia che merita di essere conosciuta. “Bittersweet Tragedy” è l’ultimo pezzo della tracklist. Una midtempo abbastanza minimal e concentrata quasi interamente sulla voce di Melanie prodotta da Robopop. Qui possiamo ascoltare il delicato strumento canoro di Melanie accompagnato da una base molto curata che si divide principalmente in due parti: synth ed elementi elettronici nei versi e bridge, un’orchestra nel chorus. Il testo parla di un amore decisamente "agrodolce", ovvero diviso in due parti. Esso infatti, da come la stessa artista ci ha rivelato in un'intervita, comprende momenti dolcissimi, ma allo stesso tempo è composto da anche quelli più amari. Inoltre la sua presenza nella tracklist dell'ep è molto strategica: con questo brano, Melanie ci riassume tutto il suo EP, facendoci focalizzare sul tema principale che le ha portato l'ispirazione.



Teddy Bear
Continuiamo con la Deluxe del suo album di debutto “Cry Baby”. Grazie ad esso, questa artista ottiene la sua prima top 10 della Billboard 200. Infatti il suo progetto è riuscito a piazzarsi alla posizione numero 6, dando la conferma che Mel può riuscire ad affermarsi nel business musicale. Da questo progetto, almeno per il momento, sono stati estratti ben 5 singoli. L’idea dell’artista è quella di creare un visual album del suo alter ego “Cry Baby”, una bambina con una famiglia problematica che, dopo diversi brutti eventi, diventa “matta”, mostrandosi per quello che è. Nell’album ci sono alcune tracce bonus disponibili solo in download digitale e una di queste è “Teddy Bear”. In questo brano non troviamo nessun particolare in più sulla storia di Cry Baby, ma viene raccontato un fatto molto bizzarro che le è accaduto. Nel testo viene raccontato che il suo orsacchiotto ha tentato di ucciderla. Dietro questo testo abbastanza surreale, però, c’è un tema davvero importante ai giorni di oggi. Come anche in “Tag You’re It”, Melanie tratta un argomento di cui oggi si parla molto, ovvero la violenza. Al contrario della sopracitata (dove viene trattato principalmente la violenza sulle donne), “Teddy Bear” riesce a raccontare ciò che accade in una violenza domestica. Infatti, dietro un orsacchiotto dolce e coccoloso, si nasconde un vero e proprio mostro che fa del male alla povera Cry Baby (che in questo caso rappresenta una qualsiasi donna che si trova nella medesima situazione). Anche qui però non manca il tocco personale dell’artista. Infatti il sound, non particolarmente complesso, risulta essere in pieno stile Melanie, facendoci rivivere quella sensazione di terrore in cui si trova la protagonista.



Mad Hatter
Rimaniamo nel progetto ma cambiamo totalmente argomento. Ultima traccia contenuta nella standard edition di “Cry Baby”, è una delle più interessanti sia per quanto riguarda il sound che per il significato. “Mad Hatter” ha principalmente il compito di far accettarci per ciò che siamo, senza credere di essere inferiori a qualcun'altro. L’argomento però viene trattato in una maniera molto originale e per nulla scontata. Come già successo in “I’m Gonna Show You Crazy” di Bebe Rexha, qui vengono messi in risalto i difetti delle persone definite “pazze” solamente perchè diverse dalle altre. Questa è una delle tracce che rispecchia perfettamente il carattere di Melanie e soprattutto il suo stile davvero inconfondibile. Tra un sound pieno di synth ed elementi elettronici, Melanie ci vuole quindi far capire che ognuno è fatto a modo suo e, soprattutto, che le persone migliore sono appunto quelle “pazze”. Il titolo di questa traccia è ispirato al cappellaio matto del celebre film di animazione “Alice nel paese delle meraviglie”.
Oltre il significato convincente, questa traccia è una vera e propria svolta per la storia dell’alter ego Cry Baby che abbraccia la follia per mostrare a tutti se stessa (sia nel bene che nel male).



You Love I
Cocludiamo l’articolo con un’unreleased finita in rete qualche tempo fa. Come tutti sappiamo per la creazione di un album vengono registrati diversi brani per poi inserirne i migliori e scartare quelli che hanno dei “difetti” per un qualsiasi motivo. Quindi, come molti artisti, anche Melanie ha dovuto scartare alcune tracce dalla tracklist finale di “Cry Baby”, e “You Love I” è una di queste. Qui troviamo un sound leggermente “diverso” da ciò che Melanie ha proposto fino ad ora, ma comunque rimane fedele all’artista per via dei synth e della struttura. Qui ritroviamo il tema dell’amore, ma non nel suo lato positivo. Infatti, nel lyric si parla principalmente dell'infedeltà. Lei stessa dice di non essere molto sicura di questa relazione facendosi alcune domande, come se è il caso di continuarla. In più avverte la sua dolce metà di non usarla, altrimenti lo abbandonerà. Questa decisione così drastica è condizionata dal passato e dalle storie che l'artista ha vissuto.


Siamo giunti così alla fine di questo nuovo appuntamento con la nostra rubrica settimanale #ArtistFocus. Dopo aver ascoltato le quattro tracce proposte, quale preferite?
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Dopo aver parlato di artisti di ogni genere come The WeekndMajor Lazer e Zedd, oggi per la nostra rubrica settimanale #ArtistFocus, ho deciso di proporvi un’altra popstar con un talento incredibile.
La famosa artista americana di origini italiane Ariana Butera Grande, conosciuta come Ariana Grande e nota per la sua voce da simil soprano con ben quattro ottave, è nata e cresciuta in Florida, più precisamente a Boca Raton.


La sua carriera inizia ufficialmente nel 2011 grazie al suo singolo di debutto “Put Your Heart Up”, che non riscosse successo tanto da far gettare tutto il lavoro fatto fino a quel momento da Ariana e ricominciare da capo. Non tutti sanno che inizialmente quest’artista, secondo la casa discografica, doveva trattare il genere bubblegum pop ma fortunatamente il suo destino è cambiato.
Lei stessa sostiene che la sua carriera sia inziata con il suo album di debutto “Yours Truly”, da cui sono stati estratti ben tre singoli tra cui una grande Hit ovvero “The Way” per poi seguire con il suo album di conferma “My Everything” con un grande successo. I singoli a sostegno di questo progetto sono stati ben 5 (contando “Bang Bang”) e tutti sono entrati nella top 10 nella Billborad Hot 100 eccetto “One Last Time”, fermatosi “solamente” alla posizione numero 13.
Ho scelto questa artista perché oltre ad essere una rivelazione in questi anni è sicuramente quella che ha guadagnato il mio consenso in modo immediato. Inoltre ritengo che la sua voce sia davvero splendida, anche se “sprecata” in alcuni suoi brani.
Nel prossimo anno Ariana tornerà con un nuovo album già annunciato dal lead single “Focus”, che nonostante il non eclatante risultato commerciale, ha permesso alla Grande di avere un nuovo record.
In attesa vorrei ricordarvi quattro dei suoi brani che meritano di essere menzionati.

Daydreamin
Iniziamo con un brano contenuto nel suo primo album “Yours Truly”. Questo progetto discografico ha permesso di far conoscere Ariana alle masse, maggiormente in Giappone e negli Stati Uniti.
Cover censurata di "Yours Truly"
I risultati commerciali furono buoni e fecero guadagnare la certificazione Oro in entrambi i paesi sopracitati. Sicuramente la cifra non è esorbitante ma considerandolo come album di debutto e un ritorno agli anni '90 per via del sound non è assolutamente poco. Infatti i sound contenuti in questo album, almeno in parte, sono in maggioranza contaminati da influenze R&B paragonabili a quelle di due decenni fa.
Inizialmente la copertina doveva essere diversa da quella attuale, ma per problemi di immagine, la casa ha deciso di cambiare cover e nome.
Il brano che ho scelto è “Daydreamin”. Questo piano caratterizzato dal suono di un pianoforte sulla base, per poi diventare un esplosione di strumenti nel chorus, è un tipico pezzo R&B anni 90 riportato e riproposto con un sound più attuale. In questo brano, scritto da McCants, Squire, Brown e prodotto da questi ultimi, Ariana parla di un suo grande amore ed un suo grande sogno.
Questo viene detto esplicitamente in alcuni punti del testo dove troviamo parole toccanti e che ogni sognatore sente dentro di sé:

"It's the way you walk
The way you talk
The way you make me feel inside
It's in your smile
It's in your eyes
I don't wanna wait for tonight
So I'm daydreamin'
With my chin in the palm of my hands
About you,
You and only you
Got me daydreaming
With my chin in the palm of my hands
About you,
You and only you"



Better Left Unsaid
Oltre pezzi R&B anni 90, non tutti sanno che in “Yours Truly”, c’è un brano che si differenzia dal resto. Chi ha amato ballare sulle note di “Break Free”, noto singolo di Ariana in collaborazione con il DJ e produttore Zedd, non può che adorare anche “Better Left Unsaid”.
Standard edition di "Yours Truly"
Questa up-tempo ha però un qualcosa in comune con gli altri brani contenuti nella tracklist completa, ovvero la voce e il modo in cui viene impostata nei vari versi.
Il testo di questo brano è stato scritto dalla stessa Grande, H. Samuels, Courtney Harrell, Lambert, M. Samuels e Akinkunm, mentre la produzione è stata affidata completamente a da Harmony, Mo-Keyz, Mikey, Jo Blaq e Sauce.
Questo brano è un invito a divertirsi e svagarsi, anche per il sound con elementi elettropop, ma in contemporanea la stessa artista vuole passare una notte senza pensieri anche se non riesce perché ha il cuore spezzato. Inoltre ripete più volte nel testo: “But some things are better left unsaid” (Ma alcune cose è meglio non dirle).

“To tell the truth, it hit me hard
A broken heart is all I have now
But some things are better left unsaid
And I swore that I would never say
I miss you more every day
But some things are better left unsaid
Are better left unsaid, said, said...”



Be My Baby
Proseguo proponendovi uno dei brani contenuti in "My Everything" che inizialmente mi ha colpito maggiormente, ovvero "Be My Baby". Vorrei fare un riassunto generale su questa nuova era di Ariana.
Standard edition di "My Everything"
Con il 2014 arriva un fruttuoso periodo artistico per la Grande con moltissime soddisfazioni, a cominciare dal successo di "Problem" in collaborazione con Iggy Azalea, della up tempo "Break Free" e della bellissima Love Me Harder in collaborazione con l'artista canadese The Weeknd. Inoltre grazie a questo album Ariana riceve una notorietà pazzesca e guadagna molteplici certificazioni. Durante il 2014 e il primo quadrimestre del 2015 "My Everything", insieme ad "X", diventa uno degli album più ascoltati sulla piattaforma streaming Spotify.
"Be My Baby" è una mid-tempo R&B in collaborazione con il produttore Cashmere Cat, con cui ariana ha lavorato per dare vita ad "Adore", che troviamo nella tracklist ufficiale come traccia numero nove.
Questo è il brano perfetto per chi, come me, ha nostalgia dell' Ariana di "Yours Truly". Il brano è stato scritto da Levin, Theron Thomas, Timothy Thomas e prodotto dallo stesso Cashmere e dal noto Benny Blanco.
In questo brano Ariana fa una proposta d'amore ad un ragazzo dicendogli che lui sa come prenderla e lei desidera che lui sia il suo "baby".

I'll give you all of my trust
If you don't mess it up
You ain' tryna get no other girls
When you in the club

All you got is eyes for me
I'm the only girl you see
So if you treat me right just the way that I want you
Oh baby boy I promise that I'll be on you



Only One
Siamo nella deluxe del suo secondo progetto discografico "My Everything". Qui ho per voi una delle tracce scritte dalla stessa Ariana insieme al suo noto, e ormai storico, collaboratore Tommy Brown (che ne è anche il produttore).
Deluxe edition di "My Everything"
"Only 1" è una delle classiche canzoni R&B dell'artista: il sound è accattivante e ipnotico e mette in risalto la voce di Ariana, impossibile non cantare almeno una parte del chorus.
Con questa traccia, ridotta solamente ad una bonus track, troviamo un' Ariana molto simile a quella di "Honeymoon Avenue" con una maturazione artistica evidente.
Qui l'artista racconta la sua relazione fiabesca con il suo ragazzo, a sua detta, perfetto. Però lei stessa è intimorita da questa perfezione a tal punto da chiedersi se lui sia davvero il ragazzo giusto per lei. Infatti, come si capisce nel testo, lei stessa teme che lui possa prendersi tutte le ragazze che vuole, scatenanco in se stessa una grande preoccupazione.

Lookin' in your eyes, makes me wonder how
I got so much time, with you and there's more around
I know all the competition that's after you
So I get to thinking, is this to good to be true
That we're living
In a fairytale no malice and no lies
baby oh, it's hard to believe
All the love you have inside is only mine
That's how I know



Finisce qui la prima parte di questo #ArtistFocus, in attesa di nuovo materiale che arriverà il prossimo anno, cosa ne pensate di quest'artsta? Quale di queste canzoni avete preferito?

Vorrei ricordarvi che è possibile inviarci un vostro articolo seguendo le indicazioni QUI RIPORTATE.
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É la primavera del 2013 quando la cantautrice e compositrice svedese Tove Ebba Elsa Nilsson rilascia il suo primo singolo “Habits (Stay High)”, un pezzo elettro-pop con influenze indie caratterizzato da un testo molto forte ed onesto che analizza nei minimi dettagli quello che Tove Lo ha passato dopo una separazione molto brusca e violenta.
La canzone non riceve successo, ma, come accaduto alla sua connazionale Lykke Li, esplode nelle classifiche di tutto il mondo grazie al remix fatto dagli Hippie Sabotage.


L’artista, come dice spesso, si è trovata catapultata in un mondo che credeva non avrebbe mai esplorato, il mondo della musica; lei fino a quel momento aveva scritto e composto demo per vari artisti come Lea Michele, Icona Pop ecc...
Nel giro di un anno esce il suo primo ed unico EP “Truth Serum” e nel 2014 il suo sogno più grande diventa realtà: esce in tutto il mondo il suo primo album “Queen Of The Clouds”, progetto che ricevette molte recensioni positive dalla critica.
L’album è diviso in tre capitoli: “The Sex”, dove l’artista parla della parte più superficiale e carnale dell’amore ammettendo i suoi desideri spinti senza alcun tipo di censura, “The Love”, in cui parla di quando nella relazione si intravede quel piccolo bagliore di amore (il vero amore) tra i due, ed infine “The Pain”, ovvero la fine di tutto e l’inizio della depressione. Non a caso “Habits (Stay High) è la track di chiusura.
Musicalmente parlando l’album è un mix perfetto di pop con lievi venature alternative e techno, caratterizzato da testi estremamente diretti e taglienti; l’ammissione delle sue imperfezioni e delle sue colpe mette quasi a disagio l’ascoltatore.
A mio modesto parere non sarà l’album pop migliore del 2014, ma se fosse stato strutturato meglio avrebbe facilmente potuto ambire a quel titolo.

L’artista nel 2014 scrisse la smash hit “Love Me Like You Do”, che poi venne data all’artista e sua amica Ellie Goulding, la quale prese parte alla realizzazione della colonna sonora per il discusso film “50 Sfumature Di Grigio”. Tra l’altro questo pezzo le ha portato una nomination ai Grammy Award per “Best Song Written for Visual Media”.
Negli anni che hanno preceduto l’inizio della sua seconda era Tove Lo ha collaborato con molti artisti, come ad esempio Flume, Broods, Years & Years, Nick Jonas ed altri, ma sopratutto ha avuto l’onore di far parte dell’ultimo album della band britannica Coldplay nella canzone “Fun”. Tutti gli artisti che l’hanno voluta nelle loro canzoni hanno giustificato la loro scelta definendola una ragazza speciale e con un particolare contatto con la musica.

Tove Lo ha da poco rilasciato “Cool Girl”, pezzo elettro-pop che ha il compito di aprire la sua nuova era e presentare il suo secondo album in studio,“Lady Wood”, in uscita in 28 Ottobre. Il disco sarà contraddistinto invece da sonorità più dark definendo l'artista americano The Wekknd la sua maggiore influenza per questo progetto.
La giovane artista svedese sarà impegnata da Settembre e fine Ottobre a fare l'Opening Act al nuovo tour dei Maroon 5, dove presenterà nuovo materiale dall'album.
Prima di lasciarvi all’ascolto dei quattro brani scelti vi lascio all’ascolto della cover di “Elastic Heart” di Sia in modo da farvi ascoltare la sua bellissima voce nella sua maggiore interezza e purezza:



Ora prendetevi qualche minuto per ascoltare questi quattro brani non molto conosciuti della sua carriera (con rispettiva esibizione live):

 
SCARS
Sicuramente ci troviamo davanti ad uno migliori pezzi della, ancora molto piccola, discografia della giovane artista svedese. La canzone è caratterizzata da una base intima e sofisticata, che accompagna alla perfezione la bella voce della cantante.



L’inedito è stato scritto interamente da Tove Lo per il terzo capitolo cinematografico della saga “Divergent”, e come si evince dal titolo (Scars, cicatrici) il pezzo parla delle cicatrici che ci portiamo dentro causate da delusioni affettive, ma, nonostante il dolore, riusciamo sempre a rialzarci e ad andare avanti come dice anche il testo:

"Now let the healing start
The fires out of guns
We keep it in our hearts
We’re like a thousand suns
Every day, step by step, we dare to love again
And if we lose our grip, meet you at the end
"


THOUSAND MILES
Tove Lo descrive questo pezzo come uno dei più importanti per lei perché è dedicato alla persona che ama che purtroppo ha dovuto lasciare lontana per inseguire il suo sogno. Se ci pensiamo è una cosa davvero triste scegliere tra il proprio sogno e l’amore, quello che forse credevi essere la cosa più importante.
L’artista in un video in cui parla della canzone confessa in lacrime “Il fatto è che questo è il mio sogno, io sto vivendo il mio sogno in questo momento… l’unico punto scuro di questa vita è che tu sei lontano dalle persone che tu ami […] La persona che io amo sta passando un momento molto duro, e anche io, ma non possiamo essere lì l’uno per l’altro… credo che entrambi siamo il motivo per cui altre persone stanno attraversando questo momento... ed è assurdo quanto questa persona possa mancarmi, sento solo dolore dalla testa ai piedi... è frustrante"



La canzone è caratterizzata da dei versi molto soft e da un ritornello molto potente, per dare risalto alle forti parole che Tove Lo sembra urlare al suo amante attraverso vari metafore, come:

"Wanna fly to you like birds do
Straight across the world
My body, your hands ohh
And I'm missing every world
"

Tove Lo esprime anche la sua voglia di scappare via con lui come due uccellini nel cielo Vi invito a guardare questa bellissima esibizione live del pezzo:





OUT OF MIND
"Out Of Mind" è tratta dal suo primo EP e successivamente è stata inserita anche nella ”BluePrint Edition” di “Queen Of The Clouds”, pubblicata nel Settembre 2015.
La canzone è una tormentata down-tempo caratterizzata da dei versi molto lenti e con degli hook particolari e non scontati, per poi esplodere in un ritornello ben fatto e glorioso, a mio parere.



Are you kidding me?!” grida Tove Lo quasi arrabbiata al suo amante che evidentemente non aveva preso in considerazione le sue emozioni e il fatto che dietro quella faccia da ragazzaccia si nasconde un animo debole.
Nel ritornello l'artista si scaglia di nuovo contro il suo ex dicendogli “Tu sei fuori di testa a pensare che potrei mai tenerti fuori dalla mia testa!”
Nei versi possiamo notare a pieno le doti da cantautrice di Tove Lo, che in due righe ci fa capire subito tutto della relazione: “Lovers into friends, move on to strangers / Let go? No more us. Move on? I’m tryng”.





SCREAM MY NAME
L’ultima canzone che vi propongo per questo #ArtistFocus è "Scream My Name", canzone realizzata per il terzo capitolo della saga “Hunger Games” e poi inserito nella "BluePrint Edition" di "Queen Of The Clouds".



Il pezzo è una tormentata e a tratti misteriosa ode a se stessa, tra dubbi ed insicurezze. La cantautrice dice:

"Breathe and balance and love, I was born on the scene
Now it runs in my blood, yeah, you know what I mean” e presa dalle paure
"Fist fights, long nights, come home late
Can't sleep, I keep me awake
Flip through the lives on TV
I'll say, for now, I'm happy
Love it when I'm play-pretending
When I can take bullets to the heart
F*ckin' up my happy ending
But I can take bullets to the heart"

Musicalmente parlando, il brano è caratterizzato da una base ben fatta e solida, particolare per il genere che si può definire electro-pop con influenze indie-pop.



Siamo arrivati alla fine di questo nuovo #ArtistFocus ed è arrivato il momento di trarre le conclusioni finali sull’artista.
A mio parere Tove Lo è un’artista davvero speciale e unica, che porta una ventata di aria fresca nel panorama pop moderno. Non sarà innovativa ma sa quello che fa, e lo fa molto bene.
La sua musica è estremamente personale, forse troppo a volte, e sfido chiunque a trovare un’artista che senza alcun tipo di pudore racconta le parti più peccaminose e sporche di se stessa con una franchezza e schiettezza unica; tra le donne l’unica che mi salta in mente al momento è Lily Allen.

Vi sono piaciute le canzoni? Avete ascoltato il suo album di debutto? Se si, lasciate i vostri pensieri.
Alla prossima!
Articolo scritto da Lorenzo
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Justin Bieber: o lo si ama o lo si odia! In questa breve esclamazione è riassunta non solo la carriera musicale di Justin Bieber ma anche il Bieber personaggio che, fin dal suo debutto avvenuto nel 2009, non ha fatto altro che suscitare l’interesse del pubblico e della critica. Siamo di fronte ad uno di quei casi dove il detto “Bene o male l’importante è che se ne parli” calza a pennello.


Justin Drew Bieber è stato scoperto su YouTube nel 2007 da Scooter Braun il quale, per sbaglio, si era imbattuto in uno dei video che il giovanissimo Bieber e la madre avevano postato sulla piattaforma multimediale per aggiornare i loro parenti sui miglioramenti vocali e da musicista del ragazzo che sin dalla tenera età di 3 anni aveva iniziato a suonare vari strumenti come chitarra, pianoforte e batteria.



Da quel momento la vita di Justin subisce un enorme scossone. Braun lo porterà con se ad Atlanta dove incontrerà il suo mentore Usher. Il resto della storia è ormai noto a tutti.
Nel maggio 2009 Justin pubblica il suo primo singolo “One time” e sin da subito riesce a raggiungere un ottimo successo ricevendo le certificazioni multiplatino sia in USA che in Canada. Ma è l’anno successivo che la stella di Bieber inizierà a brillare grazie al rilascio della hit internazionale “Baby”, disco di diamante negli USA.
Il suo album di debutto “My world 2.0” diventa un successo mondiale che sarà seguito nel 2011 dall’album di Natale “Under the mistletoe” e nel 2012 dal suo terzo studio album “Believe”.
A fine 2013 Bieber rilascia una raccolta digitale intitolata “Journals”, definita dalla critica come uno dei progetti più sottovalutati degli ultimi anni e da Bieber stesso come il suo "progetto creativo". In seguito all’insuccesso di questo progetto e ai numerosi problemi personali che Justin ha dovuto affrontare negli ultimi anni, la sua carriera sembrava aver subito una battuta d’arresto.
Proprio quando tutto sembrava perso, il 2015 diventa l’anno della sua definitiva consacrazione mondiale, l’anno in cui finalmente avviene il tanto agognato passaggio da Teen Star a Pop Star a 360° grazie all’uscita del suo quarto studio album “Purpose”.

Nella stesura di questo #ArtistFocus ho tralasciato volutamente l’ultimo lavoro discografico per mettere in risalto che, contrariamente a quanto l’opinione pubblica pensa, Justin Bieber ha proposto musica di media e buona qualità sin dai suoi esordi. Ho da sempre pensato che l’idea che il pubblico si sia fatta di questo artista sia stata fortemente forgiata dai media e dai singoli proposti soprattutto dal primo Bieber ma, come vedremo, anche da adolescente la musica di Justin non è mai stata contrassegnata solo da teen pop o solo da temi adolescenziali o frivoli.

Down to Earth

Iniziamo questo viaggio nella carriera di Justin Bieber con un brano contento nel suo EP di debutto, “My Word” del 2009. Già in questo primo progetto possiamo notare in alcuni brani delle influenze R&B che contrassegneranno la carriera di Justin dagli esordi fino al presente.
“Down to Earth” è una canzone molto personale, coscritta dallo stesso cantante canadese e definita da lui stesso come “una ballad che parla dei sentimenti che ho provato in relazione alla separazione dei miei genitori. Penso che molti bambini con i genitori separati si sentano come mi sono sentito io e spero che si possano relazionare a questo brano e possa essere loro d’aiuto”.
Siamo di fronte ad una down tempo pop con influenze teen pop dal testo emozionante e malinconico. In un determinato passaggio Justin si rivolge in particolare a suo padre, che vive lontano da lui, trattando il tema della mancanza che si prova quando un genitore è distante:

“Momma you were always somewhere
And daddy I live out of town
So tell me how could I ever be normal somehow?
You tell me this is for the best
So tell me why am I in tears?
(Whoa) So far away, and now I just need you here"



Oltre alla studio version, ho deciso di proporre un live della canzone registrato al Madison Garden di New York e tratto dal docu-film “Never say never” dove Justin davanti al suo pubblico canta il brano accompagnato dalle note di un pianoforte:



Pray

Proseguiamo questa analisi con un brano contenuto in versione acustica nella prima compilation di Justin, “My Worlds: The Collection” del 2010, per poi essere inserito nella sua versione definitiva in “Under the Mistletoe” del 2011. Siamo in presenza di una canzone influenzata dalla musica cristiana, con contaminazioni pop e R&B. Justin, in un’intervista, descrisse il brano come “una canzone che viene dal cuore, molto emozionante e incoraggiante.” Inoltre il cantante canadese affermò che durante le sessioni di scrittura aveva tratto ispirazione da “Man in The Mirror” di Michael Jackson.
Siamo in presenza di un testo riflessivo dove vengono trattate tematiche delicate come la sofferenza e il dolore che attanagliano il mondo, inoltre viene rivolto all’ascoltatore un invito a pregare insieme per i più deboli. Come in quasi tutte le canzoni di Bieber, però, non manca una nota di positività:

"I know there's sunshine beyond that rain
good times beyond that pain."

Anche in questo caso, oltre alla studio version, ho deciso di proporre un live tratto da uno speciale su Justin Bieber andato in onda nel 2011. Come accaduto nell’esibizione precedente troviamo Justin che esegue il brano inizialmente accompagnato dalle note di un pianoforte per poi passare ad intrattenere il pubblico quando il ritmo della canzone diventa più incalzante:



Nothing like us

Questa canzone è contenuta, come bonus track, in “Believe acoustic” del 2013 ed è stata interamente scritta da Bieber e prodotta dallo stesso canadese insieme a Benjamin Fekete. Siamo di fronte ad uno dei brani più personali ed emozionanti della carriera di Justin, una ballad voce-piano composta in seguito alla fine della sua storia d’amore con Selena Gomez. Il testo è molto semplice e, come si evince dal titolo, si nota sin dalle prime battute la non rassegnazione, da parte di Bieber, a perdere la sua amata. Per lui niente è superiore a loro due insieme, solo uniti possono affrontare le difficoltà. Inoltre si domanda come lei sia riuscita a superare in breve tempo il dolore causato da questa separazione.
Personalmente ho sempre apprezzato i testi semplici impreziositi da alcune frasi ad effetto. In questo brano è contenuto uno dei lyrics che ritengo tra i migliori della carriera di Justin:

“Lost in confusion, like an illusion”

Come per le due canzoni precedenti anche in questo caso oltre alla traccia audio vi propongo un’esibizione live tratta da un episodio del SNL di inizio 2013. In questo caso troviamo Justin cantare nella penombra con la voce roca a causa dell’emozione. E’ uno dei rari casi in cui la non perfezione vocale è maggiormente apprezzabile di un’esecuzione perfetta perché credo non ci possa essere nulla di più bello di un artista che si emoziona in prima persona cantando le proprie canzoni:


All bad

Come ultimo brano ho scelto uno dei #MusicMondays contenuti all’interno di “Journals”, rilasciato a fine 2013. Anche in questo caso siamo in presenza di uno dei brani più personali della carriera di Justin. La canzone, coscritta dallo stesso cantante canadese, affronta il tema della fama di cattivo ragazzo, di come i media cerchino di colpirlo per sminuire la sua persona, facendolo sentire sbagliato, e di come, invece, non sia tutto così pessimo in lui.
Nel brano, inoltre, vi sono anche riferimenti alla sua storia d’amore con Selena Gomez ed in particolare alle amicizie della ragazza che influenzerebbero in modo negativo le sue scelte:

“Between us, they wanna comment
Your worst enemy some time be your best friend”

Non è mai stato confermato dal diretto interessato ma sembra proprio che in questo verso Justin si riferisca a Taylor Swift.


Eccoci arrivati alla conclusione di questo #ArtistFocus attraverso il quale spero di essere riuscita a farvi conoscere degli aspetti “nascosti” di questo artista molto spesso disprezzato senza un valido motivo ed a portare alla luce i fattori per i quali questo ragazzo si trova nella posizione che occupa attualmente, fattori che non sono dovuti né al caso, né a ragioni misteriose e neppure ad uno status da miracolato.
Anche se nell’ultimo periodo Justin non è sempre riuscito a dimostrare in live tutto il suo potenziale, non si può negare che la sua carriera sia sempre stata in continua ascesa, alla cui base non vi è solo un buon talento vocale ma vi sono anche un buon talento compositivo e delle buone abilità da musicista.

Cosa ne pensate di questo artista? Siete tra coloro che lo amano o tra coloro che lo odiano? Quale canzone vi ha colpito di più? E quale di meno?

In chiusura, vorrei ricordarvi che è possibile inviarci un vostro articolo seguendo le indicazioni QUI RIPORTATE.
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Benvenuti nella nostra diciannovesima puntata dell' #ArtistFocus, rubrica che va a cercare le migliori canzoni dei vostri idoli e ve le propone.
Questa volta abbiamo deciso di parlarvi di Nelly Furtado:



Anche se è da tempo che la Furtado non fa avere notizie ufficiali del suo come-back musicale, nulla ci vieta di parlare ancora di lei e di permettere a voi lettori di ascoltare alcune delle perle nascoste nella sua vastissima discografia.
Con questa nuova rubrica, presenterò quattro tracce, tra collaborazioni e album-tracks, di questa splendida artista che al momento non gode più della popolarità di un tempo, ma che ci delizia da sempre con pezzi ben fatti e di ottima fattura:

Island Of  Wonder (feat. Caetano Veloso) - Folklore

La prima traccia che ho deciso di proporvi viene dal secondo album della cantante canado-portoghese, ovvero Folklore!
Folklore possiamo dire che sia un album originale dove al suo interno vengono unite canzoni tradizionali folkloristiche a musica pop.
Island Of Wonder è la penultima traccia di questo disco che, stando alle dichiarazioni della cantante, è nata in un momento in cui Nelly non aveva più ispirazione e, mentre un giorno parlava al telefono con sua madre, le venne in mente il titolo di questa canzone ispirandosi al viaggio che aveva fatto con i propri genitori nell'arcipelago delle Azzorre
Questa canzone al suo interno ha un campione dalla canzone “Tonada De Luna Llena” di Caetano Veloso (idolo di Nelly in campo musicale) il quale ha anche cantato una sua strofa.


Can You Get To Heaven - Unreleased

Si tratta di una unreleased che avrebbe dovuto far parte di Loose e che conserva in sé un vibe principalmente electro-urban, perfettamente coeso con il sound di Loose stesso, dentro il quale il pezzo sarebbe potuto tranquillamente comparire.
La canzone, stilisticamente parlando, s'ispira al modello delle canzoni da club ed ha una produzione molto ruvida ed ipnotica, accompagnata dalla vocalità cantata e quasi parlata di Nelly Furtado, la quale, almeno in questo brano, non si concentra tanto sul significato vero e proprio di ciò che sta cantando, quanto sul ritmo e sulla musica in sé.



Silencio (feat. Josh Groban) - Mi Plan

Eccoci arrivati al primo disco scritto completamente in spagnolo di Nelly Furtado; Mi Plan è un album diverso dai precedenti: oltre alla lingua, ci sono anche diversi temi affrontati che mostrano al pubblico una Nelly più matura.
Silencio è una “bella” ballata malinconica e triste, il cui testo parla di un amore travagliato. Ciò che spicca maggiormente in questa canzone è la melodia che rimane in testa, nonostante si tratti di canzone molto lenta.


Headphones - Nelly feat. Nelly Furtado

Per concludere questo breve viaggio ho deciso di parlarvi di una collaborazione che Nelly Furtado fece nel 2013 con il rapper Nelly.
Questa canzone è contenuta in M.O., settimo album del rapper ed è una mid-tempo pop dove a Nelly Furtado spetta il ritornello che quasi culla l'ascoltatore, trasportandoti in una realtà ultraterrena, fino all'arrivo della strofa la quale viene interpretata dal rapper.
La canzone è dedicata alla speranza, a quella speranza che, spesso, viene accesa ancora di più dal potere benefico e terapeutico che la musica può avere sulle nostre menti e viene più messo in evidenza dalla mistificazione della voce di Nelly Furtado nel ritornello. 


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Benvenuti alla nostra rubrica #ArtistFocus.  Questa volta abbiamo il piacere di parlarvi di Kylie Minogue.

Con una carriera lunga di ben più di 25 anni, Kylie  ha avuto molti successi fra i quali: "Locomotion", "Confide Me", "Spinning Around", "Can't Get Out of My Head", "Slow", "In Your Arms" e "All The Lovers". Nonostante sia poco famosa negli states, fra il pubblico inglese, australiano e LGTB, al contrario, è molto popolare. Dal 1988 fino ai giorni ha venduto più di 70 milioni di copie ed per questo è considerata come una delle artiste australiane di maggior successo.

In questo articolo ho l'onore di farvi conoscere 4 interessanti unreleased tracks che i "Kylie Stans" devono assolutamente conoscere: Partiamo dal 1994, anno in cui la formazione di Kylie inizia ad evolversi proponendo musica più elaborata e diversa da ciò che si sentiva in quel periodo. Questo processo iniziò ad attivarsi  con la stipulazione di un contratto discografico con la Deconstruction Records, che diede vita all'album "Kylie Minogue" anticipato dal singolo Confide Me, che si rivelò un successo nel territorio britannico ed internazionale. Prima della reconding session del disco, nel 1993, la cantante scrisse e registrò alcune demo da presentare alla casa discografica come prima idea di progetto. In questa raccolta di demo, chiamata "Sessions" ,possiamo trovare "Love Is One The Line". La canzone fu esclusa dal disco e venne incisa da una cantante polacca, Edyta Gorniak che ebbe un successo notevole raggiungendo il disco di platino.



Dopo l'album "Kylie Minogue", la cantante australiana si spinse oltre trovando la sua vena creativa e il coraggio di esprimere realmente se stessa, esplorando generi che non aveva mai proposto prima; la prova di ciò è contenuta nell'album "Impossible Princess" del 1998. In questo disco vengono presentate le varie personalità della cantante grazie ai sounds Indie-elettronici creati prendendo spunto e mescolando i generi proposti da Bjork, dall'artista pop giapponese Towa Tei e dalla band U2. Nonostante il materiale interessante Impossible Princess fu stroncato dalla critica e dal pubblico inglese poiché si trovò scioccato di fronte al suo cambiamento d'immagine e di stile musicale. Fortunatamente, il disco ricevette recensione positive in tutta europa e venne certificato disco di platino in Australia. A trainare il progetto vennero estratti quattro singoli: "Some Kind of Bliss", "Cowboy Style", "Did It Again" e "Breathe". Contenuto nel vinile del primo singolo, rilasciato solo in UK, vi è una b-side "Love Takes Over Me" inizialmente poco considerata, venne inclusa nel bonus cd della versione rimasterizzata dell'album del 2003. 




Facciamo un salto di ben 9 anni e arriviamo al 2007. In quell'anno Kylie uscì trionfatrice dopo una battaglia contro il cancro e racconta questa brutta esperienza attraverso un documentario "White Diamond: A Personal Portrait of Kylie Minogue"; ad accompagnarlo vi è una colonna sonora interpretata dalla cantante stessa dove sono presenti cover ed inediti, frutto di collaborazioni con stars del pop, tra queste non poteva passare inosservata "Alone Again", scritta da Madonna e da Rick Nowels. Inizialmente fu registrata per il noto Ray of Light ma per motivi inspiegabili venne accantonata. Siccome la regina del pop provava una certa simpatia e stima artistica per l'artista australiana decise di affidarle il brano e Kylie lo accettò e ne fece una versione per il documentario.


Dopo aver raggiunto il successo con l'album "Aphrodite" Kylie passò alla Roc Nation, casa discografica di Jay-Z ed incise l'album "Kiss me Once" anticipato dal lead single "Into The Blue". Il prestigioso contratto discografico aveva creato delle aspettative molto alte su questo lavoro, ma purtroppo non si dimostrò alla sua altezza, neanche con il tocco di Pharrell Williams e della nota autrice australiana Sia. Le vendite del disco furono piuttosto tiepide: un solo disco d'argento nel Regno Unito.
Inspiegabile fu anche l'esclusione della stupenda "Waiting 4 The Sun" una syth-ballad allo stesso tempo drammatica, fantasticamente adornata da sounds electro. Il brano sposa le migliori produzioni R&B americane e i delicati sintetizzatori europei. Che dire, una vera occasione persa!



Questa era l'ultima canzone, spero che questo viaggio vi sia sembrato interessante, a presto con la seconda parte!
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Nell'#ArtistFocus di questa settimana parleremo di un idolo dei teenager americani. Dopo aver fatto il suo debutto nella tv grazie ad alcune serie firmata Disney, tra cui una delle più rilevanti, ovvero "I Maghi Di Weverly", Selena Marie Gomez (o semplicemente conosciuta come Selena Gomez), entra nel mondo della musica con una band. Nata il 22 luglio del 1992, ha dato inizio alla sua carriera da cantante nel 2008, anno in cui la Hollywood Records le ha proposto un contratto discografico, diventando così la frontwoman degli Selena Gomez and the Scene. Con questo gruppo l'artista riesce a pubblicare ben 3 album (tutti certificati oro negli Stati Uniti) e ad avere alcune hit come "Love Like A Love Song".


Attualmente l'artista, oltre il suo materiale discografico, ha anche una carriera cinematografica: ha avuto modo di recitare anche per il grande schermo come ruolo di protagonista in alcuni film come "Montecarlo" o anche "Spring Breakers". Anche se non possiede una grandissima voce, abbiamo un grande repertorio da scoprire. Iniziamo a ricordarlo con queste quattro canzoni che vorrei proporvi.

Ghost Of You
Iniziamo con un brano contenuto nel secondo studio album dei Selena Gomez and the Scene. "Ghost Of You"  è la traccia numero otto della tracklist ed è anche la punta di diamante di "A Year Without Rain". Nonostante Selena non abbia una grande voce, riesce a dare il meglio di se in questa traccia, trasmettendoci la sua volontà di voltare le spalle al passato. Purtroppo non ne è in grado e non riesce a dimenticare il suo ex ragazzo, portandosi dietro il suo fantasma. Con un'aria sofferente, la cantante cerca in tutti i modi di svegliarsi da questo incubo che la perseguita. Questa ballad porta il nome di Jonas Jeberg, produttore e realizzatore del testo. La base, principalmente pop con qualche sfumatura soft rock, è abbastanza particolare se paragonata ad altre contenute nel progetto. Una traccia da non sottovalutare nella discografia di questa giovane artista che tenta di affermarsi sempre più nel mondo della musica.



Undercover
Se siete fans della musica dance ed elettronica, "Undercover" fa al caso vostro. Siamo nel 2012 e Selena tenta di avviare una sua carriera da solista, creando così il suo primo ed ultimo album nella Hollywood records firmato Gomez. Abbandonando i The Scene, la cantante si butta nel mondo dell'electro-dance, stile musicale molto in voga in quegli anni, e riesce ad avere anche un ottimo debutto commerciale, aiutato dalla sua forte immagine per via della Disney. Tornando alla traccia, la cantante tira fuori tutto il suo lato femminile e la sua possessività verso il ragazzo che ha puntato, creando una traccia molto danzereccia e piena di carica.



My Dilemma 2.0
Siamo nel 2014 e l'artista decide di chiudere il suo rapporto con la Hollywood Records con un Greatest Hits. In questo progetto troviamo una rienterpretazione (solamente sulla produzione) di un pezzo contenuto nel terzo album con i The Scene, ovvero "My Dilemma". Curato dal team Rock Mafia, questo brano molto catchy non è mai diventato un singolo ufficiale ma è stato comunque inserito nella compilation per via della nuova versione, ben riuscita e più danzereccia rispetto all'originale. Come possiamo capire dal titolo, il testo parla del dilemma dell'artista nel continuare o nel troncare la relazione con il suo ragazzo. Lei sa che lui non è quello adatto ma nello stesso momento lo ama ancora e non riesce a levarselo dalla testa.



Sober
Chiudiamo l'articolo con una traccia contenuta nell'ultimo album di Selena, ovvero "Revival". Traccia numero cinque della tracklist, "Sober" ha una produzione accattivante firmata Stargate, anche se per nulla innovativa. Qui troviamo delle somiglianze con "Boom Clap", la maggiore hit di Charli XCX, che troviamo nei crediti. In questo testo Selena parla dell'alcolismo, raccontanto una storia di un ragazzo che non ama la sua ragazza da sobrio, ma solamente quando non lo è. Insomma potrebbe parlare di una sua storia di una notte con un suo presunto amante, che purtroppo è riuscito a stare con lei per poco tempo, ovvero mentre era ubriaco. Il tutto ci fa pensare e cerca di insegnarci una lezione di vita.




In attesa del rilascio di "Feel Me" e del suo prossimo progetto discografico, cosa ne pensate dei brani proposti? Vi ricordo che potrete scriverci un vostro articolo seguendo le indicazioni QUI indicate.
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