#ArtistFocus | Mariah Carey, 4 canzoni, parte I

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Oggi sono qui per parlarvi di una delle prime dive nel mondo della musica a saper unire l'eleganza di Whitney con la sensualità di Janet Jackson. ovvero Mariah Carey.
Conosciuta per la sua estensione, la Carey è da sempre paragonata a una sua collega, ovvero Whitney Houston, ma il paragone non si è mai retto sia per la differenza di classificazione – Whitney era un soprano spinto, Mariah un soprano di coloratura; una, in pratica, puntava sulla potenza, l'altra sull'agilità – sia perché, negli anni, la Carey ha prodotto e scritto e composto il 99% della discografia, arrivando a essere quasi sempre prima tra i crediti delle sue canzoni; se non si considera la parentesi del film al quale lei si riferisce come "G-Word", ovvero "Glitter", ha anche ricevuto i complimenti della critica per le sue performance come attrice in film come, per esempio, "Tennessee".
Negli anni '90, la Carey è stata in grado di affermarsi grazie alle sue capacità vocali: dotata di un'estensione live di cinque ottave, si è distinta per le capacità vocali e la sua tecnica, seconde a nessuno: è in grado di passare da una nota in belting da soprano a una nota soffiata d'un contralto nel giro di una sillaba, il tutto unito a un incredibile orecchio, che le consente di inserire tutti i suoi vocal runs, per poi tornare alla nota dalla quale tutto è partito; ha ricevuto, inoltre, da parte delle testate musicali e dei produttori e dei professori di canto, enormi complimenti per la sua musicalità, infatti è in grado di giocare con le armonie, aggiungendo perfettamente i suoi whistle, i quali sono sempre accurati e regolati in base alla chiave, al tempo e allo stile di un brano - tanto che si è meritata negli anni il titolo di "Regina delle note melismatiche". Insomma, laddove Patti LaBelle (la sua "Godmother") è passata alla storia per la sua potenza vocale, la Carey è divenuta famosa per l'agilità. Mimi, inoltre, con "Vision of love", è riuscita a introdurre nelle classifiche l'ideale di "vocal runs", poi rafforzato da Whitney con la sua "I Will Always Love You". È stata anche la prima artista a introdurre l'hip-hop nella musica pop e rnb e la prima donna a eseguire un duetto con un rapper maschile, popolarizzando la fusione di generi - vedasi "Fantasy". Insomma, con circa trecento milioni di copie vendute a livello mondiale, Mariah si classifica come seconda Best-Selling Female Artist of All-Time, dietro a Madonna; tra i suoi soprannomi, si ricordano "Queen of RnB" e "The Supreme Songbird". Sebbene la sua carriera sia stata, in generale, di successo, ha dovuto da sempre convivere con una vita privata deludente: il padre e la madre, cantante d'opera che le ha insegnato a utilizzare correttamente la voce, hanno divorziato quando lei era solo una bambina; inoltre ha dovuto combattere per l'essere accettata come donna di colore, e, in seguito, ha dovuto affrontare due matrimoni falliti, il primo con Tommy Mottola - che l'ha portata al successo - e il secondo con Nick Cannon.
Ed è arrivato il momento di parlare della sua discografia, promettendovi che riuscirò a farvi dimenticare della diva arrogante – ma incredibilmente simpatica – che è sempre stata.

Traccia n°1: Vanishing; 
Album: Mariah Carey; 
Scrittori: M. Carey, Margulies; 
Produttori: Mariah Carey; 
Citazione preferita: So young to die, how could you let life pass you by? And now you'll never know I loved you, and now you'll never know I cared. 

A inizio carriera, è difficile avere l'opportunità di co-scrivere/scrivere i propri album; ancora più difficile è avere anche l'opportunità di produrre le proprie tracce, soprattutto quando il capo della propria casa discografica vuole andare sul sicuro - si ricorda che l'album di debutto di Mariah è uno degli album di debutto per cui sono stati spesi più soldi come promozione, circa un milione, perché la si voleva mettere sullo stesso piano di successo della Houston e di Madonna -; in questo LP, infatti, questa è stata l'unica canzone che Mariah ha avuto la fortuna di produrre ed è considerata dai suoi fan come una delle sue migliori produzioni. Come da lei descritta, la canzone è una ballata al pianoforte che presenta leggere influenze gospel nel coro; la canzone è stata lodata per il testo, il quale descrive la sua storia con un suo ipotetico fidanzato, che sta scomparendo; lei dice che farebbe di tutto per far rivivere loro i propri ricordi. Tuttavia, la canzone non viene assolutamente ricordata per le sue liriche, bensì è entrata a far parte dell'immaginario comune dei suoi fan come "standout track" per la sua performance vocale, la quale riassume le caratteristiche vocali di Mariah della prima metà degli anni '90: una voce leggera e proiettata in maschera nel registro del parlato all'inizio della canzone, per poi perdersi in una serie di "vocal runs" nel suo corso, fino ad esplodere in pieno belting verso la fine, accompagnata, se necessario, da una serie di forti graffiati che servono a spezzare l'atmosfera pacata del pezzo; insomma, questa è proprio la canzone perfetta da portare a un talent show per le audizioni, visto che ci sono note gravi, acute e vocal runs; vorrei sottolineare che l'abilità di Mariah di utilizzare "growls" e "grunts" all'occorrenza, senza esagerare come fanno alcune dive più giovani, è anche una delle caratteristiche che si possono ottenere con anni e anni di studio, a meno che non si voglia cadere nel graffiato di gola, incredibilmente scorretto. Nel video è da notare il suon incredibile orecchio, che la porta a dire "Someone's hitting/doing the wrong note".


Traccia n°2: The wind; 
Album: Emotions; 
Scrittori: Mariah Carey, Russell Freeman; 
Produttori: Mariah Carey, Russell Freeman; 
Citazione preferita: "The wind has taken you, you're free, finally at peace; so still you lie, leaving your cares behind; the pain is gone, gone with the spirit in your eyes." 

 Emotions, album dell'affermazione di Mariah, ha venduto otto milioni di copie mondialmente e ha interrotto la serie di singoli consecutivi alla numero della Billboard Hot 100, a causa del fatto che la Columbia abbia tolto il singolo "Can't let go" dai mercati, cercando di aumentare le vendite dell'album. A differenza di quello che si pensa, la Carey ha sperimentato molto durante la sua carriera, ma l'ha fatto con suoni del passato, a discapito del portare innovazioni come ha fatto nel periodo '95-'97 con “Daydream” e “Butterfly”; tra i generi che ha sempre amato introdurre nella sua musica è impossibile non citare il “jazz”, tanto che ha sempre parlato di “Sarah Vaughan” e “Etta James” come due delle sue più grandi ispirazioni e, tra le varie canzoni che fondono questo stile in sé, è impossibile non citare "The Wind", che è una delle tante perle nascoste nella discografia della Carey. Ho sempre pensato che una delle caratteristiche che possano rendere unica Mariah Carey sia la sua capacità di interpretazione, cosa non così scontata: spesso ci si concentra troppo sulla tecnica, ma lo si fa talmente tanto da non essere più in grado di emozionare, ma non è il caso di Mimi. La canzone ha un testo strappalacrime, in quanto si parla di un ragazzo morto giovane, andatosene nel vento, insieme ai sogni della ragazza, lasciando solo un ricordo bruciare nella sua mente; lei si dispera, perché lui non saprà mai che a lei importi di lui e che lo ama; alcuni fan hanno ipotizzato che si trattasse di una canzone dedicata a una persona che si è suicidata, ma non sono mai arrivate conferme ufficiali. Un'altra delle caratteristiche che porta Mariah a un livello di bravura superiore alle altre è il suo controllo del range medio-grave, come dimostrato in questo brano, in cui canta in pianissimo, esplodendo solamente verso la fine, nei meravigliosi versi "Now you're just a memory, burning in my mind, my mind" e "How could you let life pass you by". Vorrei solo che ci fossero più canzoni jazz nella sua discografia, ma dovremo accontentarci delle svariate cover fatte negli anni.



Traccia n°3: Fly Like a Bird; 
Album: The Emancipation of Mimi; 
Scrittori: Mariah Carey, James "Big Jim" Wright; 
Produttori: Mariah Carey, James "Big Jim" Wright; 
Citazione preferita: Can we recover, will the world ever be a place of peace and harmony? With no war and with no brutality; if we loved each other we will find victory. 

Parliamo, ora, del sesto singolo rilasciato da "The Emancipation of Mimi", album da sedici milioni di copie rilasciato nel 2005, che ha avuto l'arduo compito di riportarla al successo dopo il flop di Glitter e il mezzo successo di Chambracelet e dal quale, d'altro canto, è stata rilasciata la canzone di maggior successo nella Billboard Hot 100 degli anni 2000, ovvero "We Belong Together", restata per bene quattordici settimane al top delle classifiche.
La canzone è una canzone principalmente gospel, con influenze soul e RnB; il suo arrangiamento è costruito su accordi studiati al pianoforte e, al suo interno, si può ritrovare il pastore di Mariah, Clarence Keaton, che recita due versi della bibbia: il primo durante l'introduzione e l'altro durante il bridge. Mimi ha descritto questa canzone come la canzone più personale e più religiosa dall'album, dicendo che parte del testo è una sorta di preghiera nei confronti di Dio; la canzone ha ricevuto complimenti universali dai critici, i quali hanno elogiato la sua performance vocale durante il climax e hanno paragonato il suo testo al suo singolo di debutto "Vision of Love". La canzone è anche una di quelle di Mariah che più conta sul range vocale, il quale è di tre ottave e sei note, ovvero quasi quattro ottave, da B2 a A6, un range vocale incredibile se si considera che la media è di due ottave e i range vocali di molti dei cantanti di musica moderna.
 Mariah ha eseguito questa canzone dal vivo ai Grammy Awards del 2006, ottenendo l'unica standing ovation della serata, che ha spinto il presentatore venuto dopo di lei a dire "di essere stati salvati".


Traccia n°4: Right To Dream; 
Album: contenuta nel film Tennessee; 
Scrittori: Mariah Carey, Willie Nelson; 
Produttori: Mariah Carey; 
Citazione preferita: "An angel lands with broken wings, he warms me with his eyes and the ice that's sheathed around my heart unravels as he smiles." 

Scritta per il film "Tennessee", nel quale Carey interpreta la protagonista, questa canzone - cito le parole di Mariah - "si divide e segue l'evoluzione di Krystal" e, ancora, "la canzone ha il suo arco personale; la ragazza comincia narrandoci dove ha iniziato, come se si stendesse sul letto e si domandasse dove ha lasciato se stessa"; il testo viene proposto in questo modo perché "molte persone affrontano quel sentimento (di smarrimento) e, quindi, lei vuole farli sentire più forti".
Il pezzo si presenta, perciò, come un'altra empowerment song da parte di Mariah e non ha nulla di invidiare a canzoni più celebri come "Hero" o "Anytime you need a friend" per quel che riguarda il testo; oserei dire che, addirittura, l'interpretazione vocale di questa canzone è ancora più efficiente che nelle canzoni sopra citate, in quanto il range che viene utilizzato è quello medio-grave, senza mai sfociare in acuti e con un timbro che ricorda quello di una persona stanca e sul punto di piangere; va bene così perché, in un genere intimo come il country, note in belting avrebbero rovinato l'atmosfera del pezzo; non ha nulla, quindi, da invidiare a pezzi country-pop più celebri come "I will always love you" di Dolly Parton, "Man! I feel like a woman" di Shania Twain o "Love story" di Taylor Swift. Mi permetto di dire che è un vero peccato che questa canzone non abbia avuto successo, perché è un po' il corso della carriera di Mariah: quando ha provato ad allontanarsi dal pop-rnb-urban, ha subito perso tutta l'attenzione guadagnatasi negli anni; adesso, lei viene accusata di non sperimentare, ma, se quando lo fa, il pubblico è il primo a voltarle le spalle, cosa dovrebbe fare? Negli anni è successo col country, col gospel e persino con ballate più impegnative; forse, se la gente fosse in grado di valorizzare testi e interpretazioni come questi, gente come lei non avrebbe paura di buttarsi, perché, alla fine, lei resta una cantante commerciale e, come tale, deve riuscire a ritagliarsi una fetta di pubblico sicuro e, purtroppo o fortunatamente, la sua è quella della musica rnb. Certo, potrebbe anche osare dopo venticinque anni di carriera, ma sappiamo tutti quanto preferisca restare nel suo territorio.



In definitiva, per me, Mariah Carey è un'artista con la "A" maiuscola, un'artista che, come molte leggende arrivate a un certo punto della loro carriera, si è svenduta: c'è chi lo fa con certi atteggiamenti, c'è chi lo fa producendo album radio-friendly e c'è chi, come lei, si abbassa a cantare determinate canzoni, come "Obsessed" o "Touch my body"; tuttavia Mariah resta un'artista e, ancora oggi, il suo range vocale è superiore al 99% dei cantanti famosi, le sue noti gravi sono effettivamente supportate e i suoi vocal runs sono eseguiti alla perfezione, ma, soprattutto, sa interpretare, cosa non scontata in un mondo in cui, troppo spesso, "urlare" una nota acuta equivale a cantare; spero vi siate emozionati con almeno una o due di queste canzoni e spero anche di avervi spinto a indagare un po' di più nella sua discografia. Se mi verrà consentito di curare anche la seconda parte, prometto che baderò di più a canzoni rnb, disco e dance, giusto per rendere il tutto più divertente.

Grazie a voi per aver letto e agli amministratori del sito per averlo pubblicato.


Pubblicato da: Fly_Like_A_Bird

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