#ArtistFocus: Meghan Trainor, 4 tracks,Parte I

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Non è più un mistero il fatto che Meghan Trainor sia riuscita a diventare in pochissimo tempo una delle debuttanti di maggior successo degli ultimi anni, nonché una realtà effettiva del musicbiz odierno.



Nel giro di un solo anno, la cantautrice americana è riuscita a farsi strada nel mondo della musica e a crearsi una certa fama imponendosi con uno stile originale e con un genere di canzoni che si distaccano da ciò che la massa ha proposto negli ultimi periodi.
Dopo aver passato parecchio tempo a pubblicare video di cover e brani inediti sul suo canale personale di Youtube, la carriera ufficiale di Meghan ha inizio proprio con il rilascio della sua mega hit internazionale "All About That Bass" che, in poco tempo, si affermerà come uno dei più grandi successi targati 2014-2015, e con la release di un mini EP contenente quattro brani, incluso il singolo di debutto appena citato.
L'EP in questione, chiamato "Title", ebbe il compito di "sondare" il terreno e permettere alla cantante di lanciarsi nel mondo della musica passo dopo passo. Una mossa peraltro riuscitissima poiché il progetto ottenne risultati commerciali positivi, grazie anche all'andamento di una traccia in particolare, "Dear Future Husband", che, già da non-singolo, ottenne risultati notevoli soprattutto nelle classifiche americane.
Forte di questo trionfo è grazie anche al successo del secondo singolo ufficiale, "Lips Are Movin", che lanciò Meghan definitivamente sul mercato mondiale con il suo album di debutto, che prende lo stesso nome dell'EP e che include, ovviamente, anche i quattro brani presenti nel mini progetto dapprima pubblicato.
L'album debuttò direttamente al primo posto della classifica Billboard, consentendo all'artista di essere una delle poche newbie a vantare un debutto direttamente in vetta e facendolo per conto della Epic Records, etichetta discografica che non vedeva una numero uno dal lontano 2010.
Da "Title", progetto che è riuscito a smerciare ben più di due milioni di copie nel mondo, sono stati estratti ben quattro singoli, tutti divenuti dei grandi successi internazionali che hanno permesso a Meghan Trainor di non essere una one-hit-wonder come molti la dipingevano inizialmente.
E' quindi senza alcun dubbio, la cantante in poco tempo è riuscita nell'intento di costruirsi una certa nomea e di ottenere successi su successi, divenendo popolare per le sue hits e le sue collaborazioni, come quella al fianco del giovane cantante Charlie Puth, "Marvin Gaye".
Ciò che però temo che molti non sanno è che la Trainor, prima di pubblicare "Title", aveva già lavorato e rilasciato ben due album sotto etichetta indipendente: il primo chiamato "I'll Sing With You", mentre il secondo "Only 17", entrambi scritti e auto-prodotti dalla stessa cantante.
"I'll Sing With You" mostra la prima Meghan in assoluto, quella più country che imbraccia un ukulele e che canta pezzi davvero molto dolci, romantici ed introspettivi; il secondo album, invece, si avvicina molto di più a quello che sarà lo stile adottato per i pezzi contenuti in "Title", una mescolanza di sonorità più pop e doo-wop che contraddistinguono la sua musica.
Quello che voglio fare tramite questo articolo è mostrare a chi non la conosce bene che Meghan Trainor non è solamente "quella di All About That Bass", ma una cantautrice talentuosa che sa essere molto versatile, vocalmente praparatissima, credibile e capace di dar vita a tante belle canzoni che hanno il potere di mettere di buon umore l'ascoltatore.
Pertanto, focalizzerò la mia attenzione non soltanto su "Title" (album che voi tutti, chi più e chi meno, avrete ascoltato), ma anche sui suoi primi due progetti, i quali, personalmente, credo meritino di essere ascoltati nella loro interezza.

Vi auguro un buon proseguimento di lettura dell'articolo!

1) Why'd You Have To Go

La prima traccia che vorrei presentarvi è "Why'd You Have To Go", proveniente proprio dal suo primo album, scritto quando Meghan aveva solamente 16 anni. Nonostante la giovanissima età, possiamo notare, quasi per paradosso, una certa sostanza nella sua "immaturità artistica", sia nel sound che nel testo. Trattasi infatti di un graziosissimo e trascinante pezzo dalle sonorità country-pop che, a mio modo di vedere, non ha nulla da invidiare a pezzi contenuti in album rilasciati ufficialmente.
Motivata, fresca e personale, credo sia una delle canzoni migliori del suo primo album in assoluto, la quale mostra anche una Meghan come mai la stragrande maggioranza della massa non l'ha sentita, grazie ad un genere che, personalmente, ritengo sia quello che più le calza a pennello. Non per questo, mi piacerebbe tantissimo se, in futuro, Meghan lavorasse ad un progetto totalmente country.
Il brano è rivolto direttamente al suo ragazzo che, senza preavviso, l'ha lasciata. Per questo, non avendone avuto la possibilità di farlo di persona, tramite questa canzone che ha scritto gli chiede espressamente il perché di questa decisione improvvisa e senza ritorno.


2) Take Care of Our Soldiers

La seconda canzone che voglio proporre proviene sempre dal suo primo album "I'll Sing With You". In realtà avrei voluto lasciare spazio ad uno dei brani del suo secondo album, ma ritengo che questa canzone meriti la giusta attenzione per il tema affrontato e per la profondità che nasconde, nonostante sia stata scritta ancora in tenera età.
"Take Care of Our Soldiers" è una piccola ed emozionante preghiera formulata sottoforma di canzone rivolta a tutti i milioni di soldati che si sacrificano e rischiano ogni giorno la loro vita per noi.
Anche qui prevale un arrangiamento molto semplice, costituito da alcune chitarre e dal classico ukulele che accompagna fedelmente la nostra Meghan nell'esecuzione dei suoi brani, ma credo siano proprio la semplicità e la genuinità che traspaiono da canzoni come queste a fare la differenza e a mettere in risalto ciò che distingue la cantante da molte altre popstar affermate da anni nel music business.
Il testo crea emozioni seppur nella sua semplicità e, soprattutto, fa un certo effetto pensare che sia stato scritto proprio da una ragazzina di appena 16 anni. Eccone un piccolo stralcio:

"Here's to all the soldiers,
we are here and they are there,
fighting for our freedom,
so let's make sure they know that we care,
we can lift our voices,
say a prayer
as long as they know that we're here"



 3) My Selfish Heart

La terza traccia che ho deciso di inserire per questo ArtistFocus è "My Selfish Heart", contenuta nella Deluxe Edition di "Title", album che, nonostante il successo commerciale riscontrato, da molti viene sottovalutato, mentre, personalmente, penso che si tratti di un ottimo progetto, ben fatto, originale e riempito di uno stile proprio che contraddistingue Meghan Trainor.
La canzone in questione ritengo sia una delle migliori del disco e reincarna quello che è, appunto, il genere rappresentativo di "Title", il quale conferisce ai brani uno stile tipicamente pop unito a marcate, quanto particolari influenze doo-wop anni '60.
"My Selfish Heart" si apre con dei ripetuti "Shoowap, shoowah", tipici del genere adottato, risulta essere molto catchy all'ascolto e sfocia poi in un bridge rappato che si contrappone all'innocenza con la quale vengono cantati ritornello e strofe, altro tratto distintivo di molte canzoni contenute nel suo album di debutto.
Le lyrics si riferiscono invece ad un amore finito, in cui Meghan augura il meglio al suo amato, nonostante avverta una prorompente mancanza di tutti i momenti passati insieme a lui:

"Baby, let's keep in touch... oh
'cause I'm not what you need,
but I'm a miss you so much,
I'm too focused on this dream
and your kiss is a drug that pulls me back so quick
until I pull us apart, well forgive my selfish heart"



4) Over & Done

Eccoci giunti all'ultima traccia di questo ArtistFocus. Per concludere, ho voluto incentrare l'attenzione su una canzone unreleased uscita verso lo scorso Settembre, proprio nel periodo in cui Meghan cominciava a dare indizi sul suo secondo album in studio che è già in procinto di essere rilasciato.
La traccia in questione si discosta molto da ciò che la cantante ha proposto fin'ora, abbandonando le atmosfere dolci e pacate delle sue precedenti canzoni e lasciandosi trascinare dal suo lato più "ghetto-style", che però non è completamente una novità per lei in quanto già presente in alcuni pezzi di "Title" come "Bang Dem Sticks". La produzione per questo pezzo risulta essere ipnotica, uniformata da un sound più electro-pop rispetto allo stile pop/doo-wop presente nella maggior parte della sua discografia e miscelato da una vocalità più incisiva che mette ancor di più in risalto questo lato più "cattivo" di Meghan, il tutto evidenziato ulteriormente dalle lyrics del testo con le quali la cantante esorta il suo ragazzo a stare attento ai suoi cambiamenti.
Il fatto che tale unreleased sia trapelata in rete proprio durante la sessione di registrazione di "Thank You" (titolo che darà il nome al nuovo album), ha portato inevitabilmente i fans a pensare che sarà questa una delle direzioni musicali che la cantautrice intraprenderà, dopo aver dichiarato più e più volte che il sound del suo prossimo lavoro sarà totalmente differente rispetto a quello propinato in "Title".


Per questo ArtistFocus è tutto! E' stato difficile scegliere i brani da inserire nell'articolo poiché nei suoi primi due album c'è veramente molto da ascoltare e, pertanto, esorto nuovamente chi leggerà a dare un ascolto a questi due lavori.
Cosa ne pensate di questi quattro pezzi? E cosa vi aspettate dal suo nuovo album? Io sono sempre stato del parere, sin da quando Meghan ha debuttato sulle scene musicali, che possieda la giusta stoffa per avere una carriera rosea e longeva. E voi siete dello stesso avviso?
A voi i commenti!

Articolo scritto da: Swiftie

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