Recensione Album: "Like a Prayer" di Madonna

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Siamo alla fine degli anni '80, più precisamente nel 1989 e Madonna ha già dimostrato con il precedente album "True Blue" di non essere il solito prodotto usa e getta da parte delle case discografiche. Ma con il nuovo album in uscita ha intenzione di fare il grande salto di qualità che la proietterà nei grandi della storia della musica moderna.



Alla fine del 1988 la cantante divorzia definitivamente dal marito Sean Penn (più volte accusato di violenza domestica nei suoi confronti) ma tutto ciò non ferma i suoi piani che la vedevano pubblicare un'album entro i primi 6 mesi dell'anno successivo. Le registrazioni del progetto erano infatti ad ottimo punto dopo soli 3 mesi di lavoro e Gennaio 1989 il progetto era finalmente pronto per esser lanciato sul mercato. Intanto, per la promozione dell'album, del nuovo singolo e del successivo tour la cantante aveva firmato un contratto da 5 milioni di dollari con la multinazionale americana Pepsi che prevedeva 3 spot e la sponsorizzazione del futuro tour mondiale. Il primo spot fu quindi lanciato verso la metà di febbraio e all'intero di esso si vedeva una Madonna bambina, poi adulta ballare sulle note di "Like a Prayer". I problemi sorsero però quando un mese dopo il singolo fu lanciato sul mercato con annesso video. Il video, infatti, non era un continuo dello spot televisivo (visto in tv da più di 250 milioni di persone in tutto il mondo), non c'era nesuna festa di compleanno ma una Madonna che assisteva ad una violenza e vedeva arrestare l'uomo sbagliato, si rifugiava quindi in una chiesa dove dopo un'esperienza mistica si recava a denunciare il fatto liberando l'uomo innocente, non mancavano poi scene di riferimento al Ku Klux Klan (come le croci che bruciavano). L'hype che si creò intorno al progetto fu altissimo ma la cantante fu aspramente criticata dalla chiesa e dalle varie organizzazioni americane legate alla famiglia, per questo la Pepsi (per evitare scandali) decise di annullare la collaborazione con la cantante. Molto importante e da sottolineare la nuova immagine proposta dalla cantante che si propose al pubblico con un nuovo look, non più capelli biondi ma mori ed un aspetto molto più maturo.


L'album fu quindi rilasciato il 21 marzo 1989 e subito si piazzò in cima alle classifiche di tutto il mondo arrivando a vendere circa 15/16 milioni di copie in tutto il mondo. La cantante raggiunse però il suo vero obiettivo al 100%, la critica elogiò infatti l'album come il migliore da Madonna mai rilasciato e negli anni divenne un caposaldo della discografia mondiale. Iniziamo quindi il viaggio attraverso le 11 canzoni che compongono questo meraviglioso progetto.





1. LIKE A PRAYER

L'album si apre con il primo singolo del disco e title-track del progetto. Una canzone che tutti conosciamo e che è sicuramente tra le più belle dell'intera discografia della Ciccone, scritta e composta da Madonna e da Patrick Leonard (uno dei produttori con cui la cantante ha lavorato di più nel corso degli anni). L'intro è affidato alla chitarra elettrica, un coro e poi dopo l'inizio a cappella parte il pezzo. Dal punto di vista musicale, uno dei fattori più interessanti è sicuramente l'alternanza di strofe quasi acustiche ed acapella a ritornelli con elementi più rock ed infine la partecipazione del coro gospel (inizialmente non previsto) che diventa la guida del pezzo. Dal punto di vista testuale la canzone può essere interpretata come un viaggio mistico nella coscienza e nell'agire umano, un testo che a tratti può sembrare provocatorio ma che è probabilmente dedicato ad una persona che non c'è più:

"Sento la tua voce, è come se fosse un un angelo mi chiama/sento la tua voce è come se fosse un bimbo che mi sussurra/quando mi chiami è come una preghiera/è come un sogno". 

La canzone (anche grazie al controverso video) fu un grandissimo successo rivelandosi una number 1 hit praticamente in tutto il mondo e diventando presto il singolo più venduto dell'anno. Volevo poi allegare la performance che la cantante ci ha regalato questo "Rebel Heart Tour" dove senza coreografie o scenografie, viene messo in mostra al 100% il grande carisma di Madonna e di come il pubblico si lasci davvero andare durante quella che è considerata una delle sue più grandi canzoni.


 2. EXPRESS YOURSELF

Si continua con il secondo singolo dell'album, la nota "Express Yourself", scritta e prodotta da Madonna con il suo amico di vecchia data Stephen Bray. La canzone è un'inno femminista dove la cantante afferma chiaramente che "Non servono diamanti, auto veloci o vestiti di lusso. Serve solo una persona che ci ama davvero. Dal punto di vista musicale il pezzo si apre con un breve intro di batteria (nella versione dell'album) e si può considerare un'anticipazione del pop che dominerà la musica degli anni '90, da aggiungere il fatto che la canzone è basata su un campionamento del pezzo "Respect Yourself" dei The Staple Singers. Nel 2011 il singolo tornò alla ribalta quando in molti notarono che la hit della cantante statunitense Lady Gaga "Born this Way" fosse molto simile al pezzo di Madonna, l'attenzione mediatica riportò il pezzo in classifica un po' in tutto il mondo. La canzone fu un altro grande successo per Madonna arrivando nei piani alti delle classifiche e risultando uno dei singoli più venduti dell'anno. Il successo sicuramente fu sicuramente merito anche del meraviglioso video (considerato tra i migliori di sempre) girato per la canzone dal regista David Fincher ed ispirato al film "Metropolis" di Fritz Lang.



3. LOVE SONG (featuring Prince) 

Con "Love Song" Madonna ci regala uno dei suoi primi duetti nella sua lunga carriera e lo fa niente di meno che con l'icona musicale degli anni '80 Prince. La canzone fu scritta e prodotta a quattro mani dai 2 cantanti, ma l'influenza di quest'ultimo si sente molto. Il brano contiene,infatti, diversi elementi funk (genere caratteristico del cantante di Minneapolis) e più che cantato la canzone è sussurrata dalle voci dei 2 cantanti che si incastrano alla perfezione creando un'atmosfera molto sensuale. Come si può prevedere dal titolo la canzone parla di amore, un'amore alla fine dei suoi giorni dove i 2 cantanti ripetono la nota frase in francese "Je suis prette, vous etes prette aussi?". Una canzone che riesce a mettere in mostra un lato della voce di Madonna mai udito prima e una produzione davvero particolare per lo stile della cantante, senza però snaturare troppo il tutto e risultando alla fine un pezzo molto accattivante. Per i più attenti avrete notato la ripetizione della frase "Times Goes by slowly" frase su cui 16 anni dopo verrà basato il testo di "Hung Up".



4. TILL DEATH DO US PART 

Una delle ultime canzoni registrate per l'album scritta e prodotta da Madonna e Patrick Leonard. Dal punto di vista musicale il pezzo è un po' frivolo e sempliciotto, si nota però un uso delle percussioni molto interessante (possono ricordare a tratti la musica etnica africana). A mio parere la vera forza della canzone è il testo. Già dal titolo (che tradotto in italiano vuol dire "finché morte non ci separi") si capisce che è un pezzo dedicato alla fine del matrimonio con l'attore Sean Penn, una canzone da questo punto di vista carica di sentimento e di emozioni dove la cantante usa la musica come una via per non piangersi addosso. Le parole sono dirette ed incisive e piene di tristezza:

"vorrei poter cambiare le cose ma tu non mi ami più/la tua risata mi taglia come un coltello/non trattarmi così, non sono una tua amica, sono tua moglie". 

Una canzone quindi che può risultare banale dal punto di vista musicale ma che con un testo carico di emozioni riesce a riprendersi alla perfezione.



 5. PROMISE TO TRY 

Il capolavoro dell'album. Una triste, tristissima ballad scritta e prodotta sempre dalla coppia Madonna/Leonard e ispirata al ricordo che Madonna ha della madre (morta quando aveva solo 5 anni). Dal punto di vista musicale abbiamo la voce di Madonna accompagnata da un solo pianoforte, questi rendono il pezzo unico nella sua semplicità. L'interpretazione della cantante supera qualsiasi aspettativa e risulta carica di emozioni riuscendo a trasportare l'ascoltatore in una dimensione parallela. Risulta quindi triste e malinconica ma contiene un messaggio di speranza, ovvero che tutti dobbiamo cercar di far vivere che non c'è più dentro di noi, dobbiamo cercare di ricordarci dei loro occhi e del loro aspetto, sappiamo tutti che è difficile ma Madonna promette a sé stessa di provarci.



 6. CHERISH 

Ennesima canzone scritta/prodotta dalla coppia Madonna/Leonard lanciata come terzo singolo alla fine dell'estate del 1989. Dal punto di vista musicale la canzone è molto semplice ma molto accattivante che rispecchia perfettamente il pop puro degli anni '80, possiamo sentire una melodia basata su un uso ripetuto di percussioni molto semplice, sicuramente la parte migliore della canzone risulta il coro pre-finale:  "Give me Faith, give me joy, my boy/i will always cherish you" ispirata dalla musica gospel. Nel testo Madonna ci parla di come questa volta speri nel vero amore e prega Cupido che questa volta sia per sempre, rimanda quindi anche alla storia di Romeo e Giulietta, una Madonna che è in cerca dell'amore vero. Per la canzone fu girato anche un'incantevole video sulla spiaggia di Malibù dal fotografo Herb Ritts (autore tra l'altro della cover dell'album "True Blue" e di altri scatti noti della cantante), alla sua prima esperienza di registra; il video risulta molto semplice e simpatico, fu girato in bianco e nero e vediamo Madonna che si diverte sulla spiaggia ballando e nuotando insieme a dei sirenetti e tritoni.



7. DEAR JESSIE

La canzone scritta e composta da Madonna e Patrick Leonard è una dedica da parte della cantante alla figlia del produttore. Abbiamo un testo ed una melodia molto fiabeschi ed in parte anche infantili, e sicuramente ci troviamo davanti alla canzone più spensierata dell'album. A tratti la canzone può suonare quasi come una vivace ninna-nanna e nel testo vediamo una Madonna quasi materna che esorta la piccola Jessie ad usare l'immaginazione, e si riesce a rintracciare un paesaggio psichedelico visto che si parla di "Elefanti rosa che vagano con le lune e danzano con sirene". La canzone fu lanciata come quinto singolo dell'album nel dicembre del 1989 e si rivelò un discreto successo vendendo 300 mila copie solo nel Regno Unito. Fu prodotto anche un simpatico video dalla Animation City che si ricollega al fatto di usare l'immaginazione, vediamo infatti fate e sirene, elefanti e lune danzanti. Sicuramente una canzone che nel complesso dell'album risulta davvero il nulla ma comunque un'ottima album-track.


8. OH FATHER 

Quarto singolo dell'album lanciato negli USA nell'autunno del 1989 dove raggiunse solo la top 20, scritto/prodotta da Madonna e Leonard. La canzone è una delle più emozionanti dell'intero album, si tratta infatti di una ballad amara e dolorosa ma molto autobiografica in cui la cantante fa riferimento alla sua vita senza una madre a crescerla e a un padre violento e burbero. Si passa da una breve introduzione dove possiamo sentire una melodia molto allegra (somigliante molto a quelle delle canzoni per bambini) a un arrangiamento molto più cupo dove possiamo sentire la voce della cantante (in alcuni punti quasi rotta dal pianto) accompagnata da un pianoforte e da percussioni. Parlando della canzone non si può non parlare del video. Anche questo è molto cupo e autobiografico, dove vediamo una bambina che rimane orfana della madre insieme ad un padre burbero. Molto inquietante e particolare è la scena in cui vediamo la bambina avvicinarsi alla bara delle madre e si vedono le labbra di quest'ultima cucite. Anche questo è un particolare autobiografico, visto che la madre, era stata "messa a tacere" non potendo oramai insegnare più nulla ai suoi figli. Madonna stessa. affermò che questo particolare delle labbra cucite la tormentò per tutta la giovinezza.


9. KEEP IT TOGETHER

Ultimo singolo dell'album lanciato all'inizio del 1990 (poco prima di "Vogue", all'inizio pensato proprio come b-sides del singolo) la canzone raggiunse la numero 1 in Australia e la top 10 in America e Asia. Non fu girato nessun video e solo più tardi, fu lanciata la versione live eseguita come pezzo di chiusura del "Blond Ambition Tour". La canzone è la seconda del progetto scritta e composta con il vecchio collaboratore della cantante Stephen Bray. Anche in questo caso la cantante esplora generi musicali da lei mai trattati fino a quel momento mischiando elementi R&B a elementi più rock ottenendo un ottimo risultato, anche se forse la canzone è leggermente troppo lunga. Nel testo la cantante ci parla di quanto è importante mantenere unita la famiglia e di come è importante portarne avanti i valori.


10. SPANISH EYES 

Ultima ballad del disco che segue (come si può presupporre dal titolo) il filone della hit "La Isla Bonita" e dove possiamo sentire una Madonna coinvolta al 100% in questa ballad. La canzone è prodotta e scritta da Madonna con Leonard e ha come tema principale l'amore perduto dove la cantante si chiede se tutto quello che poteva dare lo ha dato, perché se esiste Dio la aiuterà a trovare quegli occhi latini cui donerà il suo amore. Dal punto di vista strumentale è uno dei punti più alti dell'album, possiamo infatti sentire oltre all'accompagnamento di diverse percussioni anche diversi assoli di chitarra ed anche dal punto di vista vocale siamo davanti ad una delle interpretazioni migliori di tutto il progetto dove possiamo sentire tonalità che Madonna mai aveva toccato con la sua voce. Nel finale inoltre si può sentire una voce maschile molto calda e suadente. Volevo poi aggiungere che nelle prime (molto rare) edizioni del disco la canzone è intitolata "Pray for Spanish Eyes".



 11. ACT OF CONTRITION 

Una delle canzoni più strane che abbia mai ascoltato in vita mia, prodotta unicamente da Madonna. Più che una canzone direi che si tratta di una "non canzone", dal punto di vista musicale e della base rock, sembra il coro gospel di "Like a Prayer" mandato all'incontrario e dura per tutto il brano. Su di esso sentiamo recitare dalla cantante il suo atto di dolore dove afferma che l'amore è la causa di tutti i suoi peccati. Il finale poi è pura follia, sentiamo la cantante urlare "What do you mean, it's not in the computer?". Un modo geniale, molto innovativo e accattivante per concludere l'album, davvero una grande "non canzone".



 In conclusione possiamo dire che l'album è probabilmente uno dei migliori della discografia della cantante (superato forse solo da "Ray of Light"), un album dove possiamo sentire una Madonna più aperta a parlare di ciò che è stata la sua vita, che si pone in maniera più matura e riflessiva al pubblico con testi tra i migliori da lei mai scritti regalandoci un album molto personale, ma anche doloroso, intenso, innovativo ed a tratti geniale. Un album con cui la cantante si afferma del tutto nel mondo della musica dimostrando grande intelligenza nel creare hype intorno al progetto e sapendo creare per la sua promozione alcuni dei video più belli e significativi da lei mai girati. Un'altra nota positiva sul progetto sono i miglioramenti vocali da parte della cantante che ci regala interpretazioni davvero molto emozionanti in canzoni come "Promis to Try" e "Oh Father" ma anche molto accattivanti nel duetto con Prince "Love Song". Innegabilmente, con questo album avviene la svolta definitiva nella carriera della cantante, consolidando del tutto il suo regno nella musica degli anni '80, preparandosi ad un altro decennio pieno di altre soddisfazioni per la sua lunga carriera.


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Voto da parte dello staff:
78/100




Scritto da: like a prayer01

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