Recensione Album: "Red" di Taylor Swift

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‘’Love is short, forgetting is long’’: con questo verso tratto da un poema di Pablo Neruda, Taylor Swift descrive il quarto album in studio dal titolo RED uscito nel 2012.
L’album è basato al 99% sull'amore, è il suo unico album finora in cui ci sono pochissime canzoni che parlano di altri temi, la cantautrice ha composto il disco dopo una grande delusione amorosa avuta dall’attore Jake Gyllennal, ma ci sono alcune tracce che parlano ancora degli amori passati e dell’amore in generale.
La scelta del titolo ‘’Red’’ è stata spiegata durante la web chat di presentazione: "tutte le diverse emozioni di cui ho scritto in quest'album sono incentrate sulle tumultuose, pazze, insane, intense, quasi tossiche relazioni che ho sperimentato negli ultimi due anni. Tutte queste emozioni - che vanno dall'amore intenso, la frustrazione intensa, gelosia, confusione, tutte queste - nella mia mente, tutte queste emozioni sono rosse. Sapete, non c'è niente nel mezzo. Non c'è niente di beige su nessuno di questi sentimenti.."


La prima grande differenza dal precedente album la riscontriamo dalla presenza di numerosi collaboratori, Taylor spiegò che per un anno RED era uguale a Speak Now, ma decise di cambiare tutto andando a chiamare artisti che rispettava, anche diversi da lei, per poter imparare da loro e viceversa e unire i loro stile, le loro idee.
Così oltre al fidato co-produttore Nathan Chapman, troviamo il duo Max Martin Shellback, Dan Wilson, Jeff Bhasker, Butch Walker e Dunn Huff, più i cantanti Ed Sheeran e Gary Lightbody degli Snow Patrol.
Il risultato fu un miscuglio di sound e generi :si va dal country puro di Begin Again alla pop-dance anni 90 di ‘’Starlight’’ fino all’alternative-rock di ‘’State Of Grace’’. La coesione del sound non esiste e obbiettivo di Taylor era proprio quello: creare canzoni che rispecchiassero il suo stato d’animo mentre le scriveva.

RED è composto da 16 canzoni nella versione standard + 6 bonus tracks di cui 3 inediti, due demo e una versione acustica.

STATE OF GRACE ( Taylor Swift - Nathan Chapman/Swift)

L’album parte grandiosamente con questa traccia dai ritmi alternative-rock/stadium-rock come alcuni critici l’hanno paragonata allo stile degli U2 e definendola come la sua più saggia creazione. E non si può dare loro torto.
La canzone parla dell’innamorarsi follemente e perdersi nelle tante possibilità che questo sentimento può portare. Già si può notare la maturazione di Taylor nell'affrontare questo tema, infatti ne parla come una donna adulta che ha avuto esperienze e di fatti non mancano implicite citazioni sessuali: ‘’ ‘’We are alone just you and me,up in your room and our slates are clean. Just twin fire signs, four blue eyes’’
Nulla da dire sul testo che mostra appieno le sue grandi doti: nonostante non sia il suo solito storytelling a come ci aveva abituato nel precedente album, una storia comunque c’è grazie al cambiamento dei tempi verbali nelle 2 strofe: nella prima in cui racconta il primo incontro dice ‘and all we know is touch and go’’ mentre nella seconda in cui i due ormai stanno insieme felici canta ‘’ and all we know is don’t let go’’.
Come già accennato nell'introduzione, ogni testo ha il suo corrispettivo sound: dato che State Of Grace parla di un amore trionfante con anche riferimenti classici come l’Età dell’Oro e il tallone d’Achille.  Il sound non poteva essere che la logica conseguenza: una forte batteria che domina per l’intera esecuzione susseguita da molti riff di chitarra. E’ la sua canzone con influenze più rock mai composta finora che mi ha fatto credere ancora di più che questo sia il genere perfetto per lei. Per chi volesse rilassarsi, può ascoltare la versione acustica, più dolce, più romantica in cui il timbro di Taylor risalta.

Messaggio nascosto: I LOVE YOU DOESN’T COUNT AFTER GOODBYE



RED (Taylor Swift - Nathan Chapman/Swift/Dunn Huff)

Proseguiamo con la title track, una delle primissime canzoni scritte per quest’album che ha poi dato il via al cambiamento del sound e del concept del progetto.
Questo brano è l’opposto del primo, in Red già si parla della sua delusione d’amore, ma nella fase iniziale: quella in cui non riesci ancora a dimenticarti di lui, dei momenti passati insieme.. il brano ruota su tutto questo facendo paragoni usando metafore: la più bella, per me, è : Loving him is like trying to change your mind once you're already flying through the free fall.
Già solo leggendo i lyrics si capisce perfettamente il suo stato d’animo, sappiamo tutti che Taylor non si è mai censurata e trascrive tutto ciò che prova, in Red raccogli la passione, la tossica relazione come lei l’ha definita, la confusione.. tutta una serie di emozioni opposte tra di loro.
Per quanto riguarda il sound, ci troviamo di fronte al classico country-pop della cantante con qualche influenza ‘’rock’’ nel ritornello, c’è la versione demo nella deluxe ed è totalmente differente, è più country e nello stesso tempo anche artificiosa, aggiungere quelle chitarre elettriche è stata una scelta saggia.

Messaggio nascosto: SAG



TREACHEROUS (Taylor Swift/ Dan Wilson – Wilson)

E arriva la prima collaborazione fatta con Dan Wilson che ha lavorato con molti nomi illustri tra cui Adele per il suo 21. In questo brano, Taylor analizza l’amore pericoloso ma attraente allo stesso tempo, quell’amore che sai che non ti farà bene, ma non puoi farne a meno, tematicamente è molto simile a Sparks Fly di Speak Now ( e per me sono dedicate alla stessa persona, John Mayer) ma ancora assistiamo alla maturazione nell’affrontare l’argomento. Treacherous è pieno di riferimenti sessuali, vere e proprie stupende metafore per descrivere l’atto come ‘’ all we are is skin and bone trained to get along’’.
Il testo è un vero proprio gioiello, nonostante sia stato co-scritto la mano della Swift si nota chiaramente mostrando poi uno dei suoi lati della scrittura: quello evocativo e poetico.
La vera chicca è la struttura della canzone e come man mano va crescendo il sound: dai ritmi tranquilli della prima strofa, all’ingresso della batteria e chitarra elettrica nel secondo ritornello fino ad esplodere completamente nel bridge… ti trascina completamente segno che ancora una volta la Swift ha azzeccato il comporre la musica per il relativo messaggio del testo.
E qui bisogna anche spendere un po’ di parole per l’interpretazione e uso della sua voce: come sappiamo tutti, non ha né un timbro originale né tanto meno una grande potenza, ma può contare su dei bellissimi bassi e un dolcissimo falsetto. In questo brano li mostra tutte e due, in certi momenti è come se stesse sussurrando le parole creando un’atmosfera celestiale a dimostrazione che non serve chissà che voce per saper interpretare.
Senza dubbio una delle più belle dell’album e una delle mie preferite.

Messaggio nascosto: WON’T STOP TILL IT’S OVER



I KNEW YOU WERE TROUBLE (Swift/Martin/Shellback – Martin/Shelback)

Se Treacherous parlava di buttarsi a capofitto in un amore sbagliato, la quarta traccia, la mega hit del disco, è la diretta conseguenza dell’azione; non a caso Taylor le ha inserite una dopo l’altra.
I Knew You Were Trouble è una di quelle canzoni in cui Taylor incolpa se stessa per la delusione, perché pure lei si prende le sue colpe se sbaglia e il suo sbaglio è stato quello di fidarsi di quell’uomo nonostante i cattivi segnali che mandava. Siamo di fronte alla prima collaborazione con il duo Max Martin e Shellback: quando si seppe che nell’album Taylor si era avventurata nel dubstep si creò panico nel fanbase che sfociò in piena tragedia quando uscì la canzone..a distanza di 4 anni ormai è diventata una delle preferite degli Swifties.
Anche qui siamo di fronte a un gran bel testo in cui si nota più la mano di Taylor che del duo, soprattutto nelle strofe, per me è uno dei migliori testi del disco e rappresenta la mia convinzione che pure il pop possa avere dei bei testi. Per quanto riguarda il sound, è una vera novità per Taylor che finora si era spinta a qualche schitarrata qua e là in certi brani, ma avere influenze dubstep era un grosso rischio, ma il concept del disco è quello di creare sound che rispecchiassero i suoi sentimenti e Trouble n’è il perfetto esempio: si sentiva confusa, caotica e quindi accolse a pieno l’idea di Max di inserire quei souni..all’inizio lei aveva pensato a una ballata con il piano che comunque non sarebbe stata male.
Io me ne innamorai al primo instante e ancora oggi l’adoro come il primo giorno.

Messaggio nascosto: WHEN YOU SAW ME DANCING



ALL TOO WELL (Swift/ Liz Rose - Chapman/Swift)

Ed ecco la prima ballata del disco, quella più simile a Speak Now soprattutto per lo storytelling dettaglio. Questa fu la prima canzone che scrisse per l’album ed è stata la più difficile in tutta la sua carriera, aveva così tante cose da dire che la versione iniziale era quasi di 10 min, così chiamò la fedele co-writer dei primi album Liz Rose per poterla aiutare a tagliarla. Il brano parla dettagliatamente della relazione con l’attore descrivendo tutta la loro storia, gli alti e bassi e la fine, c’è poco da spiegare, il testo parla da sé.
A proposito del testo: non spendo neanche tante parole per dire di quanto sia immenso, mostra tutto ciò che è Taylor Swift come autrice: comunicativa, dettagliata, creativa, evocativa, poetica.. il testo di All Too Well parla da sé. Il testo mostra appieno la maturità di Taylor, per chi conosce le sue canzoni lo saprà: a differenza delle altre in cui c’era ancora un lato fiabesco/adolescenziale, qua si percepisce il il lato da donna, nonostante avesse ancora 20anni all’epoca della stesura, ma questa relazione l’ha segnata.
In quanto al sound, anche qui assistiamo a un crescendo coerente con le emozioni che quei versi vogliono comunicare: la tranquillità dei primi versi, la rabbia del bridge e la rassegnazione dell’ultima parte.
Tutto questo insieme all’interpretazione, ai giochi di alti e bassi, rendono All Too Well come una delle punte massime della discografia di Taylor, per almeno il 99% dei fan è anche considerata come la sua miglior canzone nella sua completezza. Io ammetto, all’inizio, che il titolo mi aveva scoraggiata, ma appena partita brividi per 5 min.

Messaggio nascosto: MAPLE LATTE



22 (Swift/Martin/Shellback – Martin/Shellback)

Dopo la tristezza del precedente brano, arriva una traccia piena di allegria, estiva e freschezza.
22 è stata una delle ultime canzoni scritte, l’idea è venuta dopo aver trascorso l’estate con le sue amiche e voleva creare, così, una canzone da party. Il testo, ovviamente, non è tra le migliori produzioni della cantante, è ripetitivo e purtroppo ha sacrificato il bridge da lei sola composto per le stesse 2 frasi della strofa. Un vero peccato, avrebbe aggiunto più valore al brano che a molti non piace poi tanto. A me personalmente non dispiace, bisogna prenderla per quello che è: una perfetta canzone da pijama party con le amiche.

Messaggio nascosto: ASHLEY, DIANNA, CLAIRE, SELENA



I ALMOST DO (Swift – Chapman/Swift)

Ritorniamo ai ritmi tranquilla con questa toccante ballata dedicata ancora a Jake.
Taylor ha scritto questo brano invece che telefonare al suo ex per chiedergli ancora di riprovarci
Nel testo sono scritte tutte le cose che avrebbe voluto dirgli se avesse alzato la cornetta, è un testo molto diretto, semplice ma non banale con parole toccanti e adatto a tutte le situazioni. E’ sempre stato il bello della sua musica, riuscire rendere universali brani personalissimi: non si può rimanere indifferente con un verso come ‘’ i bet you never ever occured to you that i can’t say hello to you and risk another goodbye’’, verso che riassume perfettamente il senso del brano.
Il sound è country-pop con pochi fronzoli, c’è una leggera batteria e una chitarra acustica dominante, per molti può anche essere banale e avere una produzione ‘’povera’’, ma certe volte il minimo diventa massimo, l’importante era risaltare il testo e il timbro dolce della Swift è la protagonista principale e la coppia Taylor/Nathan ci sono riusciti a pieno.
All’inizio non mi aveva colpito particolarmente, la trovavo accettabile, poi mi sono immedesimata nel testo ed è diventata una delle mie preferite.

Messaggio nascosto: WROTE THIS INSTEAD OF CALLING



WE ARE NEVER EVER GETTING BACK TOGETHER( Swift/Martin/Shellback – Martin/Shellback)

Questa è l’ultima traccia composta insieme al duo arrivata del tutto inaspettata: durante una sessione era entrato un amico del suo ex che le disse di aver sentito una riappacificazione tra di loro, lei negò ciecamente e raccontò tutta la storia ai due produttori e il resto è storia.
Così come 22, di certo non è tra le sue migliori produzioni liriche, anche se bisogna dire che segue comunque un filo narrativo nelle strofe e ha uno dei versi più belli e creativi della Swift ‘’ you would hide away and find some peace of mind with some indie records that are so much cooler than mine’’ : Jake criticava i suoi gusti musicali, lui, appunto seguiva band di musica indie ed è anche per questo che Taylor rese ‘’Never Ever’’ così pop, e ripetitiva.
Quando il singolo uscì fu una vera propria tragedia: tantissimi fan che hanno creduto di aver preso la ‘’Taylor storyteller’’ ed essersi venduta al diavolo la ‘’svolta’’ pop non fu tanto digerita all’inizio(neanche tanto ora).

Messaggio nascosto: WHEN I STOPPED CARING WHAT YOU THOUGHT



STAY STAY STAY (Swift – Chapman/Swift)

La nona traccia smorza completamente il mood del disco: ci troviamo di fronte a un’altra canzone piena di allegria. Stay non parla di nessuno in particolare, parla di quel tipo d’amore che Taylor sogna, quello da romanzo rosa che ha sempre il lieto fine. Il suo lato da ‘’hopeless romantic’’ è tatuato su di lei ancora oggi e in ogni album deve per forza esserci una canzone ‘’sognatrice’’, quasi adolescenziale.
Il testo è assolutamente delizioso, lo considero uno dei suoi più belli, perché è molto creativo e originale; so che a molti fan non piace proprio per il testo poco maturo, ma non si può restare impassibili di fronti a versi come ‘’before you i’d only dated self indulgent takers who took all their problems out on me’’ che dimostrano la sua piena dimestichezza con le parole.
Il sound si presta perfettamente alla dolcezza e spensieratezza del testo: già dalle prime note che sembrano campane natalizie ti mette allegria, è puramente country, una delle pochissime del disco, con l’ukelele che ne fa da strumento principale e aggiungendo l’interpretazione piena di felicità non si può certo rimanere senza sorridere ascoltandola.

Messaggio nascosto: DAYDREAMING ABOUT REAL LOVE



THE LAST TIME (Swift/Lightbody/Jacknife Lee – Lee)

Novità assoluta per la discografia di Taylor è la presenza di due duetti con personalità maschili, il primo che incontriamo è quello insieme al frontman degli Snow Patrol, Gary Lightbody.
Anche tematicamente è una cosa nuova per Taylor vista la presenza del punto di vista maschile: il brano parla di una coppia che continua a ferirsi e promettersi a vicenda che è l’ultima volta che succederà. Fa molto molto da colonna sonora di un film triste e riesci persino a crearti lo scenario con quei versi diretti e mirati per questo meritava un signor video. Infatti il testo, anche se è ripetitivo, ha delle strofe molto belle ed evocative.
Il sound è molto lontano dallo stile della Swift e anche dal suo solito pop-rock, è come se avesse assorbito completamente il sound degli Snow Patrol, non che sia una cosa negativa, ma per molti è quasi sembrata più un ft Taylor Swift che l’inverso.
Spendo un po’ di parole per l’uso vocale della Swift che in questo brano ha mostrato la parte più dolce, soave e pura del suo timbro, mi ipnotizza sempre quel suo quasi sussurrare. Certo la voce di Gary è così forte che quasi la copre, ma ho sempre pensato che fosse un bell’effetto e anche voluto per dare più forza al punto di vista maschile.

Messaggio nascosto: L.A ON YOUR BREAK



HOLY GROUND (Swift – Jeff Bhasker)

E passiamo a una delle mie preferite dell’album e una delle migliori della sua discografia in generale. Quando lessi per la prima volta il titolo, rimasi davvero intrigata aspettandomi una ballata strappalacrime con archi, orchestre e tutto.. non potevo essermi sbagliata più di così.
Non solo Holy Ground è una uptempo che ti fa scatenare, ma è anche spensierata, quindi mai fidarsi dai titoli.
Il brano è dedicato a Joe Jonas, protagonista di tante canzoni come Forever & Always in Fearless e Last Kiss in Speak Now, questa serve come ‘’capitolo finale’’ della storia, il brano, infatti, parla di come quella relazione sia stata importante ed ‘istruttiva’ nonostante la delusione provocata. Ha molto in comune con Last Kiss, entrambe sono nostalgiche, ma la prima è una ballata triste, questa invece affronta il tema in una maniera più gioiosa e gloriosa.
Il testo è molto bello, specialmente le strofe tra le migliori mai scritte dalla Swift e come già accaduto per altre canzoni, anche Holy Ground si presta in tante interpretazioni personali per l’universalità di certi versi come ‘’ and i guess we fell part in the usual way and the story’s got dust on every page. But sometimes i wonder how you think about it now and i see your face in every crowd’’
Ma ciò che fa grandioso il pezzo (ed è strano che lo dica per un brano di Taylor Swift ) è il sound. La canzone era acustica prima che un genio chiamato Jeff Bhasker si intromise e ci mise quei splendidi beat che solo lui sa come usarli, il tutto con qualche riff di chitarra elettrica qua e là, è il mio sound preferito, lo amo, ascolterei la strumentale solo per ore.

Messaggio nascosto: WHEN YOU CAME TO THE SHOW IN S.D.



SAD BEAUTIFUL TRAGIC (Swift – Chapman/Swift)

Passiamo a un’altra ballata, a una delle più belle canzoni mai fatte da Taylor e purtroppo anche una delle più sottovalutate. Anche in questo brano, Taylor ‘rimurgina’ sulla storia con Jake, ma in questo caso in una maniera rassegnata, conscia che sia finita per sempre e che ormai fa parte del passato.
Il testo è un piccolo gioiello, con stupende metafore, in cui si intravede tutta la maturità acquista dai precedenti album. E ancora una volta, sono presenti molti versi universali come ‘’ words, how little they mean when you’re a little too late’’ che è uno delle mie frasi preferite di Taylor, è così potente e vera, è incredibile come le parole possano colpirti così tanto.
Per quanto riguarda il sound, il brano è dominato dall’ukelele che ti culla per tutta la durata della canzone come se fosse una ninna nanna, forse per questo che alcuni la trovano noiosa, anche se mi è difficile capirne il motivo. Personalmente, mi ha colpito proprio per quell’uso dell’ukelele, si nota come diversamente da Stay Stay Stay , qui, dia la sensazione di tristezza anche senza conoscere ciò che parla il brano.
Ci tengo a dire che è la versione demo, Taylor ha voluto che venisse inserita la prima incisione, perché più cruda con vocals gravi che rispecchiano lo stato d’animo in cui l’aveva scritta. E’ un vero peccato che sia così sottovalutata, la considero come una delle perle della sua discografia, è così incredibile.

Messaggio nascosto: WHILE YOU WERE ON A TRAIN



THE LUCKY ONE (Swift – Jeff Bhasker)

Siamo giunti alla seconda traccia che liricamente si accosta a Speak Now, Taylor l’ha scritta in Australia durante il tour dell’album pensando alla sua più grande paura: quella in cui la fama la inghiottisca da non poter più respirare e finire non tanto bene come è successo a molte star.
Il testo è un perfetto storytelling: racconta la vita di questa star dagli inizi del suo debutto, ai primi problemi, alle prime pugnalate alle spalle fino ad arrivare a parlare della Taylor stessa in cui le dice di capire la decisione di lasciare lo spettacolo: ‘’cuz now my name is up in lights, but i think you got it right.’’, ancora una volta dimostra come per le sia semplicissimo raccontare una storia di una vita intera in soli 4 min.
Il sound è molto minimal, sembra quasi una demo, ma l’importante era dare valore al testo e non farsi distrarre dagli strumenti e del loro utilizzo, quindi Jeff Bhasker si è dovuto un po’ trattenere con le sue batterie.
Ciò che mi aveva colpito immediatamente furono i suoi vocali, non si era mai sentito questo colore del suo timbro, ampia dimostrazione di quanto possa fare con il suo strumento nonostante certi limiti.

Messaggio nascosto: WOULDN’T YOU LIKE TO KNOW



EVERYTHING HAS CHANGED (Swift/Ed Sheeran – Butch Walker)

La traccia 14 è il duetto con Ed Sheeran, i due cantautori hanno scritto molte tracce insieme, ma fu scelta questa per l’album. Troviamo ancora il lato hopeless romantic della cantante, ma meno infantile rispetto a Stay Stay Stay, la canzone parla del primo incontro tra due persone e dell’amore a prima vista che scatta tra di loro e la voglia di conoscersi affondo e non perdersi più
Il testo, nonostante alcuni versi ripetitivi, è bello, ha frasi bellissime, soprattutto la parte conclusiva. ma comunque non eccelle. Considerando il talento di Taylor ed Ed ci si sarebbe aspettato molto di più, entrambi hanno scritto canzoni d’amore meravigliose per i loro rispettivi album e uniti avrebbero dovuto fare magie, con le loro solite metafore invece dei soliti clichè ‘’you’ll be mine and i’ll be yours’’ per citarne uno.
Il sound, invece, è dominato dalla chitarra acustica, strumento prediletto dai due giovani artisti, con un accenno di batteria per scandire il ritmo, molto semplice e senza fronzoli come del resto il brano stesso.
La voce di Taylor è molto candida e si destreggia tra alti, bassi e falsetti e si armonizza stupendamente con quella di Ed che, purtroppo , canta poco; anche per questo motivo è una collaborazione quasi sprecata, ma comunque rimane una bellissima e romantica canzone.

Messaggio nascosto:HYNNAIS PORT



STARLIGHT (Swift – Chapman/Swift/Huff)

La penultima canzone è un mondo a parte rispetto a tutto l’album, perché non parla direttamente di Taylor ma di due personalità americane importanti: Bob e Ethel Kennedy.
L’ispirazione per questo brano, Taylor l’ha avuta guardando una loro foto in una festa sorridenti e innamorati e così ha scritto Starlight immaginando come sia stato quell’appuntamento dal punto di vista di Ethel
Il testo mostra ancora le grandi doti cantautoriali della Swift, capace di scrivere canzoni partendo dal nulla, e soprattutto che non riguardano sempre la sua vita sentimentale. Ha alcuni dei più bei versi mai scritti: ‘’he said: look at you worring so much about things you can’t change, you’ll spend your whole life singing the blues if you keep thinking that way’’ , un altro verso che può essere interpretato a seconda delle proprie esperienze
Per quanto riguarda il sound, sembra un pezzo pop-dance uscito a fine anni 90 e inizio terzo millennio, mi piace proprio questa sensazione di nostalgia che mi dà ogni qualvolta che ascolto Starlight. Taylor e Nathan hanno fatto un grande lavoro, hanno quella magia e alchimia in grado di poter produrre qualsiasi cosa, non solo country.

Messaggio nascosto: FOR ETHEL



BEGIN AGAIN (Swift – Huff/Chapman/Swift)

La versione standard si conclude con questa struggente ballata, scelta apposta come traccia finale per 2 motivi: il primo è più subliminale, incita l’ascoltatore a ‘’ricominciare da capo’’ il disco.
Il secondo motivo è strettamente legato alla prima traccia. Infatti, se State Of Grace parla dell’inizio dell’amore con Jake, Begin Again parla della fine e di ricominciare a credere di nuovo in questo sentimento, il verso ‘’we fall in love till it hurts or bleeds or fades in time’’ diventa ‘’ i’ve spending the last 8 months thinking all that love ever does is break, burn and end’’.
Il testo è uno dei più belli, racconta dettagliatamente di come questo nuovo ragazzo sia così diverso rispetto all’ex, sempre attento a Taylor, sempre premuroso così che alla fine riesce a superare la storia finita. Come sempre, Taylor è riuscita a creare una storia in grado di far rivivere all’ascoltatore ciò che ha vissuto.
Il sound è country puro e per molti fan delusi e spaventati dal primo singolo, fu un vero sollievo ritrovare la ‘’vecchia’’ Taylor dalle melodie dolci e armoniose. La voce di Taylor è molto soave, rilassante e delicata, ti culla per tutta la durata del brano.
Ho sempre trovato azzeccata la scelta di inserirla per ultima, sia per il collegamento con la prima traccia, ma anche e soprattutto, per la calma che trasmette dopo varie canzoni altalenanti tra felicità, rabbia, tristezza etc. Begin Again chiude il cerchio con una Taylor pronta a lasciarsi alle spalle questa delusione e riprendersi la sua vita e la voglia di amare di nuovo.

Messaggio nascosto: I WEAR HEELS NOW



BONUS TRACKS

GIRL AT HOME ( Swift - Chapman/Swift)

La prima bonus track che troviamo è questa canzone considerata da molti fan come la sua peggiore e non ho mai compreso affondo la motivazione, a me non sembra così malvagia.
Il brano parla di questo ragazzo che vuole provarci con Taylor, ma lei si rifiuta di fare l’amante dato che sa cosa si prova ad essere tradite e quindi nel brano lo esorta a non comportarsi in questo modo villano e di non dare per scontato la sua ragazza.
Il testo, per quanto mi riguarda, presenta alcune dei suoi migliori versi, soprattutto le due strofe sono davvero scritte bene, anche se perde un po’ per la banalità del ritornello.
Certo,neanche il sound è uno dei più originali creati da Taylor e Nathan, sembra quasi un demo e quindi è difficile pensare a come abbia potuto scegliere di inserirla al posto di qualsiasi altra migliore di questa.



COME BACK… BE HERE ( Swift/ Wilson – Wilson)
La seconda traccia inedita poteva essere inserita tranquillamente nell’album, perché segue perfettamente la scia delle altre, anche se non si sa se è ispirata a Jake o meno dati i pochi dettagli. Il brano parla della mancanza della persona amata che un giorno è in una città e l’altro in un’altra ancora e Taylor desidera il suo ritorno o meglio ancora che sia con lui.
Il testo, quindi, è uno dei suoi pochi che sono vaghi, ma non di certo manca della sua lato narrativo e del suo marchio fatto con le sue solite ricercate espressioni e metafore.
Per quanto riguarda il sound, si poteva osare di più, come i due avevano fatto con Treacherous, ma rispecchia la delicatezza del testo comunque. La considero come una delle sue più belle canzoni e anche una delle più sottovalutate.



THE MOMENT I KNEW (Swift – Chapman/Swift)

L’ultima bonus track, come la precedente, meritava un posto nel disco. Questa struggente power-ballad parla del suo 21esimo compleanno in cui Jake non si presentò nonostante la promessa di esserci e per Taylor fu chiaro che quella storia non poteva andare avanti con tutti questi tira e molla.
Ancora una volta abbiamo di fronte a un perfetto storytelling, Taylor illustra dettagliatamente ogni momento di quel compleanno che quasi sembra di assistervi.
Per quanto riguarda il sound, è molto potente con forte batterie e chitarre elettriche e un’orchestra che si complementa con la tristezza del testo.
Nulla da dire che è una delle migliori canzoni della sua discografia che non viene tanto calcolata, complice il fatto di essere una semplice bonus track.



In conclusione, posso dire che RED è il suo miglior album insieme a Speak Now, mentre in quest’ultimo ha dimostrato di riuscire a comporre senza l’aiuto di co-writers, in RED ha mostrato la sua versatilità riuscendo a fare ‘’propri’’ sound che fino ad allora erano estranei per lei.
Dimostra, inoltre, che il suo dolce timbro non è solo adatto per il country come molti pensano ingenuamente, ma anche per il pop-rock, per il pop con influenze dubstep e altri generi che quest’album possiede, vocalmente in questo disco dimostra una grande padronanza mai vista nei precedenti dischi, si sente proprio la maturazione nella sua voce.
Molti prendono la non-coesione come una cosa negativa, la stessa Taylor successivamente lo dirà, ma per quanto mi riguarda trovo che sia l’elemento forte del disco, è il concept del disco, è ciò che fa RED l’album che è.
Personalmente, è il mio secondo album preferito: all’inizio non mi aveva entusiasmata troppo, ero ancora abituata alle canzoni lunghe del precedente, mi ci è voluto un po’ per entrare dentro a questi brani e capirli fino in fondo, grazie anche a una delusione che ho provato e quest’album rispecchiava tantissimo ciò che provavo e me l’ha aiutato a superare. E’ questo che serve la musica e Taylor Swift riesce sempre ad entrare nel cuore delle persone.

Voto concordato dallo staff di Booklet:

74

Recensione scritta da Ronnie (shadesofwrong)

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