Spero sia di vostro gradimento!
I due lavori più apprezzati dei Paramore dai fan sono senza ombra di dubbio Riot e Brand New Eyes e (soprattutto per quanto riguarda il primo) condivido appieno i gusti della maggioranza, ma io invece credo che i migliori progetti di questo gruppo siano, per ironia della sorte, proprio quelli più snobbati: il primo e l'ultimo. Quindi vi porterò ai due estremi della loro discografia, due lati per certi aspetti considerati da molti gli opposti, ma comunque entrambi validissimi artisticamente. "I Paramore erano meglio prima" alcuni dicono, "I Paramore sono i Paramore" io sostengo.
My Heart - All We Know Is Falling
La prima canzone di cui vi parlerò si tratta di My Heart, contenuta nel primo LP della band, All We Know Is Falling. Il pezzo si apre come una dolce ma struggente ballata dal sound soft-rock "dedicata" all'abbandono dalla propria vita di una persona cara, il testo è molto semplice ma i delicati vocals di Hayley rendono l'ascoltatore pienamente partecipe alla velata malinconia contenuta nel brano. Tutto cambia a metà canzone, quando improvvisamente la tristezza della prima parte del pezzo si tramuta in puro rancore e la base diventa più incisiva e tagliente. La voce "pulita" della cantante si scontra con gli screams del chitarrista Josh dando vita ad un fantastico duetto trai due in un finale da brividi.
This heart, it beats, beats for only you. My heart, my heart is yours. / Please don't go now, please don't fade away. Please don't go now, please don't fade away.
My Heart è un brano quasi unico nella discografia dei Paramore, infatti è una delle poche, pochissime canzoni dove la Williams non è l'unica a cantare. Questo mi ha sempre dispiaciuto moltissimo perché credo che Hayley e Josh vocalmente avrebbero potuto fare veramente faville insieme se solo avessero intrapreso (anche) questa strada.
Brighter - All We Know Is Falling
Passiamo al secondo pezzo, nonché ad uno dei miei preferiti, Brighter! (All'apparenza) questo brano possiede un ritmo abbastanza spensierato, ma dopo più ascolti si percepisce che in realtà è presente anche qui un'opaca venatura di sofferenza,accentuata da una tra le loro migliori basi rock che la band abbia mai fatto. Brighter infatti è stata scritta in memoria di Lanie, amica di scuola dei membri del gruppo morta in un incidente a soli sedici anni. Hayley non stava passando un bel periodo quando avvenne l'accaduto -tra le tante cose i suoi genitori erano in guerra tra di loro per divorziare (questo ispirerà poi la scrittura di un'altra canzone, Emergency)- e nel ritornello quasi si arrabbia con la ragazza dicendo che potrebbero trovare insieme una "soluzione" e lei potrebbe "rimanere", mettendo in luce la disperazione ed anche l'irrazionalità che la perdita subita le ha causato; ciò mi suscita ogni volta parecchia malinconia. Alla fine del brano comunque la cantante si rassegna e lascia andare la sua amica "guardandola mentre risplende ancora più luminosa".
I'll wave goodbye watching you shine bright, I'll wave goodbye
tonight.
Facciamo un enorme salto in avanti di 8 anni, intanto i Paramore ne hanno passate tante: hanno raggiunto la visibilità internazionale con Misery Businnes, Decode e The Only Exception per poi vedere i fratelli Farro, due dei membri fondatori, lasciare la band per motivi che non vi spiego (ci salterebbe fuori un altro post a parlarne). Dopo quattro anni di punti interrogativi e di pausa musicale (tralasciando il rilascio online di un breve boxset) viene finalmente pubblicato nel 2013 il loro ultimo disco, l'eponimo. A mio modestissimo parere la loro migliore creazione fino ad ora (notando anche le produzioni veramente curate contenute in esso), Paramore rappresenta perfettamente i Paramore di ieri e di oggi: quelli "vecchi", perché conserva la naturalezza e la freschezza dei primi lavori e mantiene di base i generi già esplorati nelle ere precedenti, quelli "nuovi", perché è costellato di tante interessantissime sperimentazioni e mostra quanto il gruppo sia diventato compatto dopo le traversie passate. (Incredibile ma vero che io mi trovi d'accordo con loro) ma anche i critici hanno notato questa solidità ed hanno acclamato il progetto, facendo riferimento alla sua grande varietà che però non sfocia (come invece soventemente accade) in un'accozzaglia di canzoni che non c'entrano un tubo tra di loro. Ho deciso di mostrarvi due brani anche dall'eponimo perché lo trovo estremamente sottovalutato, molti fan hanno criticato la band chiamandoli addirittura svenduti per aver prodotto un paio di pezzi più pop-rock. Ma per me sinceramente queste critiche non stanno né in cielo né in terra perché: 1-il gruppo non è affatto nuovo a sonorità del genere; 2-tre/quattro canzoni non mi sembrano abbastanza per giudicare un lavoro intero contenente diciassette track; 3(il punto su cui vorrei soffermarmi di più)-prendiamo ad esempio Ain't It Fun (quella più conosciuta), ad un primo ascolto potrà anche risultare niente di speciale (ed anch'io la pensai così), ma se ci si sofferma un attimo si vede chiaramente che è tutto fuorché roba banale e riciclata: un mix originalissimo tra pop, rock, infusioni funkeggianti di musica disco anni '80 con l'aggiunta di un xilofono e, per non farci mancare proprio niente, un coro gospel. Anche se non ho lo spazio (ed il tempo) per parlarvi di tutte le canzoni, vi consiglio di ascoltare l'LP nella sua interezza perché è uno di quei progetti in cui ogni traccia "guadagna" ancora di più se presa in considerazione con le altre. Vabbeh, continuiamo il nostro mini-viaggio!
Now - Paramore
Eccoci già arrivati al terzo pezzo. Probabilmente questa sarà l'unica volta nella storia di questa rubrica in cui accadrà una cosa del genere, ma il brano che ho deciso di presentarvi ora è proprio la traccia che ha dato il via a questa era discografica, Now. "Perché parlare di un lead-single?" Vi starete domandando. Beh, semplicemente perché non ha avuto praticamente alcuna visibilità; sarà che è stato il primo singolo legato ad un progetto musicale (rilasciato ufficialmente) ad essere pubblicato dopo ben tre anni di pausa, sarà che appena un mese e mezzo dopo la sua release è stata rilasciata la ben più easy-listening Still Into You da cui è stata inevitabilmente oscurata, ma Now non ha avuto nessun impatto. Per me invece avrebbe meritato moltissimo, anche più di tutte le altre canzoni pubblicate come singoli successivamente (che comunque ho apprezzato particolarmente), quindi eccola piazzata in questo articolo. Il pezzo è un vero e proprio inno di battaglia alternative-rock influenzato da infusioni new-wave, un'esplosione di energia dove possiamo ascoltare anche una notevole potenza vocale della cantante, sfoggiata in tutta la sua pienezza come è accaduto in non troppe altre occasioni nella discografia Paramoriana. Particolare merito va anche alla magnifica ed incisiva base così come all'altrettanto testo che trasuda di self-empowerment, che ci dà una bella spronata ad affrontare a testa alta la nostra vita nonostante gli ostacoli onnipresenti.
Lose the battle, win the war; I'm bringing my sinking ship back to the shore. We're starting over or head back in; there's a time and a place to die but this ain't it
È stata realizzata una clip per il singolo in cui possiamo vedere Hayley (la quale per l'occasione sembra essersi rasata le sopracciglia) che viene colpita da una granata e, dopo essersi svegliata in un campo di battaglia pieno di uomini che si lanciano a vicenda molotov, inizia a trottorellare cantando spensieratamente per poi infine abbracciare il soldato che pochi minuti prima aveva tentato di ammazzarla facendo terminare lo scontro. Scherzi a parte lol, trovo veramente che il video sia il migliore della videografia del gruppo e che si accosti alla perfezione alla canzone ed al messaggio che vuole lanciare. Questo si che è fare video musicali ben progettati e soprattutto inerenti alla traccia per cui sono stati realizzati!
Future - Paramore
Il quarto ed ultimo brano di cui vi parlerò è Future, che è anche l'ultima traccia dell'eponimo. Cosa dire? 7 minuti e 52 secondi di viaggio in un'altra dimensione, in un universo parallelo. Un pezzo che ti trasporta in maniera sovrannaturale, un pezzo che come pochi altri ad ogni ascolto mi trasmette sempre delle emozioni indescrivibili. La canzone inizia con un ritmo cadenzato, "freddo" accompagnato da una semplice chitarra acustica e da un'interpretazione vocale scarna e quasi (apparentemente) "vuota" da parte di Hayley. Il tutto è arricchito da dei sporadici, flebili ed enigmatici effetti di musica elettronica che fanno rispecchiare ancora di più l'incertezza a tratti timorosa nei riguardi del futuro contenuta nel testo; anch'esso "mancante" in qualcosa, qualcosa che deve ancora venire.
I'm writing the future, I'm writing it out, loud. We don't talk about the past, we don't talk about the past now. So, I'm writing the future, I'm leaving a key here. Something won't always be missing, you won't always feel emptier. / Just think of the future, and think of your dreams. You'll get away from here, you'll get away eventually. So, just think of the future, think of a new life. And don't get lost in the memories, keep your eyes on a new prize.
A questo punto, come anche in My Heart, a metà pezzo si presenta un cambiamento: i vocals della Williams progressivamente si disperdono quasi magicamente a dissolvenza nella base e da qui in poi sembra di trovarci in un altro brano, nel "future". Adesso prende possesso dell'ascoltatore soltanto la base, un raffinatissimo mix tra riff di chitarra elettrica, basso ed una potente batteria che puó essere considerato una vera e propria canzone strumentale. Non ci sono molte parole che possono rendere l'effetto, bisogna soltanto premere play ed ascoltare. Molto spesso vedo questo termine usato a sproposito, ma in questo caso credo di avere la piena licenza di utilizzarlo: un capolavoro; il capolavoro della loro carriera.
Se questo è veramente il futuro che i Paramore vogliono per la loro discografia, sarebbe un eufemismo dirvi che sarei al settimo cielo. Ad ogni modo sono molto fiducioso per il loro prossimo sforzo discografico che non dovrebbe arrivare tra troppo tempo. I Paramore sono ancora vivi (basti vedere che il loro primo Grammy l'hanno vinto quest'anno, dieci anni dopo il loro debutto) e possono dare ancora molto ad un mercato che, negli ultimi tempi più che mai, sembra non trattare un gran ché bene le band presenti nel musicbiz.
-Pubblicato da Alferrett-
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