Recensioni Album: "Liberation" di Christina Aguilera

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La carriera di Christina Aguilera ha attraversato moltissime fasi: nata come teen idol proveniente dal Micky Mouse Club al fianco dei colleghi Britney Spears e Justin Timberlake, si è poi trasformata in ragazza super sexy e sfrontata, in dama di classe, in donna-bionica ed in eccentrica diva della club-disco.
Ma nonostante fosse dotata di forte personalità e di un indiscusso talento vocale, non sempre è riuscita a centrare a pieno il bersaglio, lo dimostra il percorso ricco di alti e bassi attraversato nella ultima decade: basti pensare alla direzione elettro-pop intrapresa nel sofisticato "Bionic", alla prima avventura cinematografica nel musical "Burlesque" con Cher, alla partecipazione in veste di giudice nelle numerose edizioni del noto Talent Show "The Voice" e al fallimento catastrofico del suo ultimo album "Lotus" risalente al 2012, a cui spettava l'arduo compito di farla rialzare dall'oblio.



Fortunatamente riesce a scalare le classifiche a fianco dei Maroon 5 in "Moves Like Jagger" (sua ultima #1 negli USA), del rapper Pitbull in "Feel This Moment" e grazie a "Say Something" con il duo newyorchese A Great Big World; quest'ultima riesce persino a guadagnarle il suo ultimo Grammy Award nella categoria Miglior Performance Pop di un Duo/Gruppo.

Dopodiché un periodo decisamente monotono che ha visto la star mano a mano allontanarsi dai riflettori e specialmente dalle classifiche, poiché decisa a prendersi una lunga pausa per dedicarsi alla famiglia. Ma riesce comunque a rimanere al tempo stesso a contatto con la musica incidendo occasionalmente qualche brano o colonna sonora.

Finalmente dopo tanti rumors infondati e tante promesse non mantenute ecco "Liberation", l'ottava fatica discografica che tutti i Fighters attendevano con molta ansia. Ciò che appare subito evidente è la nuova immagine della diva biondo platino: niente più fronzoli, trucco e parrucco o qualche colore di troppo, ma solo l'essenziale ed il vero. Il progetto, che ha fatto il suo primo impatto nei negozi lo scorso 15 giugno, non simboleggia solo una "liberazione", come suggerisce il titolo, ma una vera e propria rivincita.

Infatti, quello che si evince è che Xtina abbia voluto mettersi completamente a nudo, liberarsi da tutti gli stereotipi e creare a suo piacimento il suo disco più personale, rendendosi però conto di quello che funziona musicalmente oggigiorno. Si pensava a un prodotto commerciale ben definito e confezionato per cavalcare le classifiche, ed invece no, "Liberation" si dimostra un album poco immediato, più impegnativo che ingloba diverse sfaccettature e che delinea ancora una volta il suo stile inconfondibile.


Un post condiviso da Christina Aguilera (@xtina) in data:


Si parte subito con la traccia d'apertura che da il nome all'album e che dimostra ancora una volta che la nostra Xtina non sbaglia mai su come aprire un disco in grande stile: una strumentazione orchestrale composta elusivamente dai violini del famigerato Nicholas Britell (vincitore premio oscar per "Moonlight") che mano a mano si fa sempre più intensa per prepararci alla ricerca di "Maria" prodotta dall'illustre Kanye West e preceduta da un segmento a cappella.
Sostenuta da uno sample di "Maria (You Were The Only One)" di Michael Jackson, Xtina trae ispirazione da "The Sound Of Music" per cercare quella giovane ragazza di un tempo piena di vita e con la voglia di cantare solo per sé stessa, mettendoci tutto il suo animo soul ricco di drammaticità.


Si cambia scenario verso il mondo del rock anni '70 grazie alla ribelle "Sick Of Sittin'; impossessata dallo spirito energetico di una Janis Joplin, Xtina tira fuori tutta la sua voce e ci sprona ad uscire dalla nostra comfort zone e dalla monotonia che ci affigge, non c'è dubbio che questa traccia si sia guadagnata il titolo della "Fighter" dell'album.

"Liberazione" non solo spirituale ma anche in termini politico-sociali: un disco di Christina Aguilera non può essere considerato tale senza un inno empowering dedicato a tutte le donne (e bisogna dire che in questo periodo non guasta proprio, anzi). Se in "Stripped" avevamo "Can't Hold Us Down", in "Bionic" "Prima Donna" ed in "Lotus" "Army Of Me", in "Liberation" ci viene offerta "Fall In Line" che porta la firma del giovane Jon Bellion. Ed è così subito sfida a colpi di belting tra la padrona di casa e l'aspirante apprendista Demi Lovato che regge in che non si dica il confronto su fondamenta tipicamente old-school costruite in onore dall'acclamato "Back to Basics".


Ma non sempre c'è bisogno di lottare e faticare per essere liberi, a volte basta lasciarsi andare e divertirsi! La caraibica e sensuale "Right Moves" è il perfetto esempio. Anche qui Xtina non è da sola e lascia spazio alle artiste dance-hall Shenseea e Keida per farci muovere ancora di più. Dai Caraibi si passa ai Club Hip-Hop newyorchesi accompagnati dai flauti e dai beat di "Like I Do". Non colpirà al primo ascolto ma mano a mano che la ascolterete non ne potete farne a meno! Xtina sempre più soft e sensuale, introdotta dal giovane rapper GoldLink che serve barre da urlo facendo riferimento ai classici della sua carriera: " Genie in my bottle, I'm trying to rub on your hips / Ain't no other man who can talk to you like I did, that's real."



Il brano più immediato di questo disco è in assoluto "Deserve" curata della nota Julia Michaels, responsabile di molte hit recenti, e da MNEK. Emozionante ed orecchiabile al punto giusto, Xtina manifestando le fragilità di una relazione sentimentale, ci offre una sensazionale performance vocale senza toccare le note più alte del suo range. Su una base quasi sperimentale dal sapore orientale ci delizia anche con dei morbidi falsetti, ottima candidata per essere selezionata come prossimo singolo.
Se "Deserve" è la svolta pop del disco, quella gospel è sicuramente la ballad "Twice". Un vero e grande omaggio alle maggiori influenze della musica afroamericana di "Stripped". Intimista ed introspettiva, accompagnata da cori e canti spiritual Xtina riflette sui propri errori commessi nel passato e nonostante ne abbia provato sulla pelle le conseguenze, non esprime nessun pentimento.

Quella che non rispecchia a pieno il disco è soprattutto "Accelerate" con il suo mood energetico e spigliato. Anch'essa curata dal noto West, la traccia si apre con delle sonorità di tamburi che lasciano spazio a fluidi elementi R&B che vengono contaminati da forti influenze hip-hop e urban. Per la maggior parte della durata, Ty Dollar Sign fa da supporto a Xtina senza sembrare troppo d'intralcio, mentre a 2 Chainz viene lasciato maggior spazio su una base martellante. Il tutto arricchito da un Outro tutto da canticchiare nel finale.


Gli animi si quietano e si rilassano per farci viaggiare nel passato tra reminiscenze di quel R&B anni '90 firmato Janet Jackson e TLC. Otre a ciò in "Pipe" si avverte da parte di Xtina una esplorazione di nuove tessiture della sua voce che si presenta sottile, soft, dolce e rassicurante. Solo positività e romanticismo, il tutto forgiato con l'aiuto di XNDA e Tayla Parx.
Forse particolari ma non la punta di diamante del disco i synth leggeri alla Peter Gabriel di "Masochist", ballad un po' malinconica che tratta di un amore morboso. A tratti si presenta interessante per le sue forti vibrazioni anni '80, ma concettualmente aggiunge poco al disco.
Infine l'album si chiude magistralmente con la commovente "Unless It's With You", una tenerissima ballad dedicata al compagno Matthew Rutler ed accompagnata solamente da un pianoforte che mette in pieno risalto l'indiscussa protagonista: la voce di Xtina ricca d'emozione e passione e che ancora una volta rispende, come se non fosse mai stata scalfita dal segni del tempo. Un solenne giuramento all'amore finalmente trovato dopo tante disavventure.    


"Liberation" è la prova che dopo qualche sbandimento, finalmente la nostra Xtina è riuscita a tornare in sé, pronta ad affermare la sua identità come artista. Non solo vi è la voglia di emergere ma anche di ricercare le novità senza commettere gravi errori e dimostrando un certo coraggio, personalità ed un approccio più autentico. Un disco puramente corposo, coeso e coerente, ma sopratutto ispirato, ben pensato e strutturato seguendo una logica ben precisa. Xtina sarà totalmente masochista da presentare un disco che si allontana dai soliti progetti "mordi e fuggi" di oggi, ma se questo è risultato, ben vengano lavori come questi.
    





Valutazione media da parte dello staff:

70/100

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