Recensione Album: "ANTi" di Rihanna

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Una grande fetta del panorama musicale odierno è composto dalle Star del Pop, quelle che ogni anno non mancano con un nuovo disco accompagnato da una hit per far colpo nelle charts, nelle discoteche e nei posti più in voga, in modo che ci contagiano in men che non si dica. Per non parlare dei video iconici e delle performance da urlo e da testate giornalistiche che non mancano per aumentare il cosiddetto "hype".



Fino a qualche anno fa, fino al suo precedente sforzo discografico, Rihanna era sempre rimasta fedele a questo stereotipo, talmente tanto che sembrava infinita l'attesa del suo prossimo lavoro discografico. Il rilascio dei singoli random FourFiveSeconds, American Oxygen e la sfacciata Bitch Better Have My Money, erano i primi segnali che la star delle Barbados aveva optato per una direzione musicale diversa, e non solo, ma anche per quanto riguarda alla gestione dei suo lavoro. Erano passati 3 anni dal suo ultimo disco Unpologetic, che aveva portato qualcosa di spessore e di molto succulento: brani dubstep, inni dance, trap-pop, urban; e del rilascio di #R8, non si sapeva quasi nulla di concreto se non un "coming soon" e pettegolezzi continui riguardo a posticipi ed ipotetichi periodi di pubblicazione, sempre e comunque fasulli.
Il motivo di tale attesa, venne poi spiegato dalla stessa Rihanna presso i microfoni di Mtv con questa frase

"Ho scritto tantissimi brani che sono davvero delle ottime canzoni, sono esplosive, ho voluto concentrarmi su quello che sentivo veramente, qualcosa che potesse essere espressivo e senza tempo

Sembrava quasi tutto perduto, i suoi detrattori gridavano già alla sua fine della sua carriera e l'annullamento del tuor, fino a quando il 28 Gennaio, esce a "sorpresa" tramite Tidal ANTi, sua ottava fatica discografica e la prima ad essere forgiata dalla Roc Nation del colosso Jay-Z. È dal titolo infatti che possiamo dedurre la scelta folle di scartare i brani curati a filo per segno dai noti hit-maker: Sia, Kiesza, Big Sean, Grimes, Calvin Harris, Diplo ecc, e persino quella di non includere i 3 singoli rilasciati precedentemente! Avrebbe potuto prendere la strada facile della vittoria ma cosi non è stato, questo disco si chiamava ANTi, ovvero indicava "una personalità opposta a una precisa idea e politica", come precisato da lei stessa, e quindi si doveva fare davvero sul serio. Ad incominciare dalla copertina, inaugurata lo scorso Ottobre durante un evento privato tenuto presso ad una galleria d'arte a Los Angeles, che mostra un'immagine di Rihanna da bambina con in mano un palloncino nero e una corona dorata che le scende sul capo, fino a coprirle gli occhi. Lo sfondo è rosso e bianco, ed in tutta la l'illustrazione vi è sovrapposto in braille "If They Let Us", poema di Chloe Mitchell scritto in collaborazione con Rihanna e l'artista israeliano Roy Nachum, creatore della cover, che ci anticipa il concept del disco:

"Qualche volta temo di essere fraintesa. Semplicemente perché quello che io voglia dire, quello che ho bisogno di dire, non sarà ascoltato. Ascoltato in un modo che io merito giustamente. Quello che ho scelto di dire è talmente di tanta sostanza che quelle persone non ne capiranno la profondità. Quindi la mia voce non è mia debolezza, è l'opposto di quello che gli altri temono. La mia voce è la mia veste, la mia armatura, il mio scudo, e tutto quello che sono. Respirerò in essa tranquillamente, finché non troverò il momento di starmene in silenzio. Vivo fortemente nella mia mente, in così tante ore del giorno. Il mondo è tranquillo e silenzioso in confronto al boom che tonfa e urta contro le pareti nel mio cranio. Lo vivo, e lo amo e lo disprezzo, e ne sono intrappolata in esso. Quindi non sono offesa dall'atto di essere incompresa, ma onorata. Se loro ci avessero acconsentito...."



La scelta del braille è stata giustificata dalla stessa Rihanna con queste parole:

"Roy vede le cose oltre la superficie e per questo ho deciso di collaborare con lui. Ha dato al mio lavoro la sua interpretazione fornendo l’esatto messaggio che volevo lanciare anche'io. L’idea del Braille nasce dal fatto che spesso le persone che hanno la vista, possono anche essere quelle più cieche”.

A far da cornice a tutto ciò vi è ANTI diaRy, una sorta di short film e countdown realizzato in collaborazione con Samsung e diviso in 8 capitoli, detti anche "stanze", che mostrano in modo "figurato" le fasi della vita e della carriera dell'artista e, ovviamente, alcuni indizi riguardanti al significato del disco.


Inoltre, è supportato dal ANTi World Tour, partito il 12 marzo, che farà tappa prossimamente l'11 Luglio a Torino e il 13 dello stesso mese allo stadio San Siro di Milano.

L'album viene ben accolto dalla critica e ha buoni riscontri in piano commerciale: a quasi tre mesi di distanza dal suo rilascio ha venduto circa 800.000 copie, e grazie ad un accordo commerciale con il noto marchio Samsung, negli Stati Uniti è stato certificato platino in un solo giorno.

Dopo questa lunga premessa dettagliata, iniziamo a recensire uno dei progetti discografici più chiacchierati dell'anno:

1. Consideration ft SZA (Robyn Fenty; Solana Rowe; Tyran Donaldson)

Nell'opening track, vediamo Rihanna a  fianco di SZA, cantautrice PBR&B statunitense, per aprire le danze con un rap in una uptempo Dub, sottogenere del Reggae, chiamata Consideration. Qui Rihanna vuole spiegarci che vuole essere considerata come un'artista vera, non come la solita entertainer e che non vuole farsi mettere i piedi in testa da nessuno, nemmeno dalle major discografiche che la vogliono comandare come se fosse un burattino, infatti non risparmia a loro qualche dedica:

"Farò le cose a modo mio, tesoro, me lo lascerai fare? Me lo permetterai mai? No, Faccio le cose a modo mio, caro, dovresti lasciarmelo fare, Perché non mi farai mai crescere?"

La produzione tipicamente astratta, rende il pezzo lo scenario perfetto per descriverci al meglio il passaggio dalla Def Jam alla Roc Nation avvenuto nel 2014. Ed per finire, naturalmente, non ci risparmia il suo accento tipico delle Barbados.



2. James Joint (James Fauntleroy; Robyn Fenty; Shea Taylor)

Segue James Joint una sorta di interludio in stile neo-soul della durata di un minuto circa, dove notiamo l'uso dell'armonica. Già condiviso l'anno scorso al mondo intero tramite il suo sito ufficiale in onore delle festa della marijuana, da ciò possiamo dedurre facilmente di che cosa si tratta. Chiamata come James Fauntleroy, celebre compositore, scrittore e frequente collaboratore della star, vediamo una certa fantasia nel descrivere le sensazioni provate dopo l'uso del toccasana; ascoltandolo ci da un'idea di una qualcosa di molto rilassante, nonostante si parli di fumo e cenere.

"Preferisco essere erba fumante, in qualunque momento noi respiriamo" Un testo introduttivo molto adeguato direi, dopotutto!

3. Kiss It Better (Glass John; Jeff Bhasker; Noel Fisher; Robyn Fenty)

Uno dei punti più salienti, ecco una ballatona in pieno stile pop anni 80 e 90 con forti elementi R&B e strimpellamenti di chitarra di grande stile, vi sto parlando di Kiss It Better. Avevamo pregato invano non appena nel dicembre dello scorso anno ne avevano sentito uno snippet, ed eccola qui! Pronta a farci sognare in qualsiasi ora del giorno. Non ci sono scuse che tengano, è la traccia più forte del disco ed è un peccato che non stia scintillando al momento nelle charts. Fatta appositamente per tutti coloro che si sono innamorati delle sue vecchie ballad come Take a Bow e California Kind Bed, è un forte brivido che ci parla di un amore a cui non può farne a meno e che, nonostante lei sappia che situazione le stia scivolando dalle mani, lo rivuole indietro a qualsiasi costo. Altamente deliziosi sono i cori che si aggiungono alla voce della cantante durante l'esecuzione del ritornello, molto contagioso.


4. Work (Allen Ritter; Aubrey "Drake" Graham; Jahron Brathwaite; Matthew Samuels; Monte Moir; Robyn Fenty; Rupert Thomas)

Se Kiss It Better era per i romantici, si può di dire che questa Work, il lead single, è stata creata per tutti quelli che volevano qualcosa di ballabile e di stravagante, e Rihanna insieme al il suo team, hanno pienamente fatto centro, nonostante sia quella che si discosta di più dall'insieme del progetto. A ben 6 anni da Man Down, Rihanna finalmente ci fornisce quella brezza dell'isola caraibica che riflette su beat dance-hall e vibranti, e come sempre nel suo immancabile dialetto. Molto particolare è quel susseguirsi di Work Work Work, Dirt Dirt, Dirt, Dirt, Learn, Learn, Leran, Learn, Hurt, Hurt, Hurt, Hurt reppati dalla cantante come se stesse pronunciando una sorta di scioglilingua. Questa uptempo che ti rimane in fissa in men che non si dica, negli USA è già un tormentone, infatti per ben 9 settimane, è ancorato ancora alla #1 e ha spodestato il record dei Batles, facendo tremare quello di One Sweet Day della regina Mariah Carey. Al suo fianco, in un pezzo del genre, non poteva mancare assolutamente il noto rapper canadese Drake.


5. Desperado (James Fauntleroy; Krystin Watkins; Mick Schultz; Robyn Fenty)

Una colonna sonora molto appropriata per un film crudo e sanguinoso in pieno stile Quentin Tarantino è questa mid-tempo Desperado, dove Rihanna ci mostra il suo lato più sinistro e coraggioso, infatti come in Bonnie e Clyde, è pronta a fuggire con il suo amante e mettersi contro il mondo il intero, cosa che già aveva intonato nelle celebri Diamonds e Right Now, ma questa volta c'è una nuova increspatura , questa corsa verso "un nuovo lato dell'amore" ci fa capire che tra i due era successo qualcosa di brutto in passato e che per questo vogliono evitare un intreccio amoroso. Quindi si torna a parlare dei problemi di coppia e di quei rapporti amorosi molto scabrosi, che si riferisca ancora al noto ex amante?
Caratteristico è il beat, un inserimento dei background vocals della canzone di Waiting Game della cantate R&B- Alternative Banks, che rende l'atmosfera del tutto inquietante.



6. Woo (Abel Tesfaye; Chauncey Hollis; Jacques Webster; Jean Baptiste; Jeremih Felton; Robyn Fenty; Terius Nash)

In Woo, vediamo The Weeknd arruolarsi insieme alla popstar e a Travis Scott, per offrirci una delle tracce più particolari del disco dal punto di vista della strumentazione, molto audace ed incisiva, che cattura al primo ascolto e ci fa capitombolare in men che non si dica nell'universo del caro maestro Kanye West. Mentre, dal punto di vista testuale, non c'è nulla di nuovo visto che si tratta di una dolorosa dedica al suo ex amante e alla sua nuova fiamma, dove possiamo notare nel primo verso, la distinta sicurezza in sé stessa:

"Scommetto che lei non potrebbe mai farti piangere, poiché le cicatrice del tuo cuore sono ancora mie, dimmelo che lei non ci riuscirà ad arrivare cosi a fondo." 



7. Needed Me (Dijon McFarlane, Lewis Hughes, Te Warbrick, Adam Feeney, Nick Audino, D. Rachel, Brittany Hazard, Charles Hinshaw, Khaled Rohaim, Robyn Fenty)

"Non ti hanno mai detto che sono disumana, fanc*lo la carrozza e il cavallo bianco, scommettici su tutto quello che puoi immaginare" 

Prodotta dal noto DJ Mustard, questa assuefante electro-R&B Needed Me, è un vero e proprio Inno Femminista con la "F" maiuscola. Se una ragazza necessita di ragioni in più per lasciare un ragazzo immaturo che non fa proprio al caso suo, consiglio un paio di ascolti di questo pezzo per risvegliare quella donna potente e piena di convinzione che vi è dentro di lei, per portarla a compiere la decisione più significativa del rapporto. Inoltre, tutto è avvolto in un sound molto dark e fluttuante per uno sfondo del tutto crudo e spietato.  Rilasciata come secondo singolo assieme a Kiss It Better, nel giro di poche settimane, raggiunge la top40 della Hot100.


8. Yeah  I Said It (Jean-Paul Bourelly, Chris Godbey, Robyn Fenty, Badriia "Bibi" Bourelly, Evon Barnes, Daniel Jones, Tim Mosley)

Per portarci verso la parte più romantica e sensibile del disco, non poteva essere più adatta questa sinuosa slow jam, Yeah, I Said It che mostra un lato sexy di Rihanna come non lo abbiamo mai visto! Siccome nel brano la cantante lascia che sia il suo partner a rompere il ghiaccio, si può constatare che è la colonna sonora perfetta mentre passiamo una notte intima con il nostro amante.

9.  Same Ol' Mistakes
(Kevin Parker)

Rihanna si butta a capofitto nel mondo del rock con questo brano molto affascinante e di stile, in quanto è una cover della psichedelica New Persons, Same Old Mistakes di Tame Impala, contenuta nell'album Currents del 2015. Una scelta piuttosto curiosa quella di servirci una rivisitazione di un pezzo calmante ed euforico come questo. È un perfetto esempio della tematica "mono-genere " che sta spopolando attualmente nella musica. Visto che l'artista del pezzo originario ha apprezzato la cover della barbadiana, non possiamo negare che ne sia venuto fuori un buon lavoro.


10. Never Ending (Robyn Fenty, Kenan Williams, Chad Sabo)

Una downtempo del tutto melodiosa e tranquilla è questa Never Ending suonata piacevolmente con chitarre acustiche. Una composizione molto delicata che grazie a dei canti corali ci rilassa, in modo da poter lasciare lo spazio all'immaginazione, ed è grazie proprio a questo appunto, che centra in pieno la tematica, ovvero la disconnessione del corpo dalla propria mente. Nel primo verso vi è un elemento curioso che ha voluto attribuire il produttore del pezzo Chad Sabo: nelle melodia nelle ultime due righe ci fa ricordare la celebre hit Thank You di Dido del 2000, infatti nel pezzo compaiono i crediti della cantante inglese.

11. Love On The Brain (Robyn Fenty, Kenan Williams, Joseph Angel, Fred Ball)

Se siete rimasti soddisfatti fino a questo punto, beh il meglio deve ancora venire! Ecco che l'11 traccia, Love On The Brain si rivela la gemma indiscussa! Rihanna ci porta in atmosfere uniche del tutto Doo-wop che ci fanno ricordare la mitica e leggendaria Amy Whinehouse. Il passato musicale della star era gradevole e sensibilmente ferito, ma nessuno di queste altre tracce, se non questa, ci avevano mostrato quanto sia equilibrata e che cosa la sua voce potesse realmente fare, infatti, l'esecuzione vocale piuttosto particolare e rara ci lascia sbigottiti in un istante. Per quanto riguarda il testo: Rihanna materializza il suo amore per questo ragazzo, descrivendolo come se consumasse i suoi pensieri in ogni momento e se fosse il soggetto della sua mente; è tutto quello che pensa. Presumibilmente, a causa degli scenari violenti che impiega per il resto della canzone, si può dire che Love On The Brain riguarda al suo ex-fidanzato Chris Brown, e da questo punto di vista, con tutte le accuse abusive circostanti a lui, Rihanna sta trascinando verso il basso la sua immagine pubblica, continuando ad esserne innamorata. Assolutamente,merita di essere estratta come prossimo singolo.


12. Higher (Robyn Fenty, Kenan Williams, Ernest Dion Wilson, James Fauntleroy, B. Bourelly)

Altro momento in pieno stile old-school per Rihanna, ecco Higher, una power-ballad suonata da violini dove ci da dentro a più non posso con la voce. Un testo molto romantico ma allo stesso tempo molto doloroso, poiché notiamo il pentimento di una storia d'amore finita e la ricerca del perdono. Il pezzo è la prova che i momenti più intensi a volte possano essere anche quelli più brevi.

13. Close to You (Brian Kennedy Seals, Robyn Fenty, Kenan Williams, James Fauntleroy)

Succede Close To You, altra ballad sofferente ed ossessiva suonata al pianoforte che ci porta alla mente quel indiscusso capolavoro del 2012 Stay. Testualmente parlando, Rihanna vuole mostraci gli sforzi di ritornare indietro ad un amore passato, parla del suo amore che prova e spera che questo messaggio possa arrivare "vicino" a lui. Una pura dimostrazione che a volte è possibile amare a distanza una persona che sentiamo lontana e che le sue doti d'interprete emergono anche con il solo uso di uno strumento e senza strafare come è successo nel pezzo precedente.


Deluxe Edition:

14. Goodnight Gotham (Paul Epworth, Florence Welch, Robyn Fenty, C. Boggs)

Nulla di nuovo è il primo brano che apre le porte della deluxe edition, poiché basta solo che vi dica "Dior" e "Versailles" e tutto torna in mente. Goodnight Gotham non è altro che una sorta di interludio dove non si sente la voce della cantante ma contiene uno sample di Only It for a Night della nota indie band britannica Florence + The Machine. Scelta piuttosto inusuale quella di inserire un jingle utilizzato per una nota compagna pubblicitaria, che cosa abbia mai voluto comunicarci con questo? Speriamo che la cara Florence Welch ne sia al corrente e che abbia gradito il gesto.



15. Pose (Robyn Fenty, Jacques Webster, Chauncey Hollis, Jean-Paul Bourelly)

Siamo giunti ai punti più dolenti del disco e per fortuna questa Pose molto sconcertante e confusionaria, Rihanna ce l'ha risparmiata nella standard. Per non parlare della voce che a tratti risulta fastidiosa. L'unica cosa positiva che si può dire difronte a ciò è che se vi eravate innamorati di quella Rihanna di Pour it Up, questo è il pezzo che forse fa a caso vostro.

16. Sex With Me (Robyn Fenty, Anderson "Vinylz" Hernandez, Chris Hansen, Matthew Samuels, Jahron Braithwaite, Adam Feeney)

Anche se è migliore delle due bonus track proposte, risulta un po' banale è la traccia che pone fine definitivamente all'ascolto dell'album. In Sex With Me, come già annuncia il titolo, si torna a parlare di sesso e Rihanna ci precisa che farlo con lei è qualcosa di alquanto unico, cosa già detta in Birthday Cake, S&M, Watch & Learn e Cockiness (Love It).



In conclusione, ANTi racchiude una svolta artistica di Rihanna, che non era pienamente riuscita nei suoi album precedenti, se non nel suo tanto apprezzato Rater R. Spezza definitivamente quelle catene che gli impedivano di mostrasi artisticamente ciò che era e lo fa nel mondo più riuscito. Mostrandoci due lati di sé stessa, quello più sfacciato, crudo e tagliente nella prima parte, già anticipato con Bitch Better Have My Money, mentre nella seconda quello più raffinato, elegante e romantico che non abbiamo mai visto prima. Partecipando alla stesura dei testi di tutte le tracce, si può dedurre che Rihanna si è impegnata davvero a fondo a questo progetto. Si notano netti miglioramenti dal punto di vista vocale, una versatilità acquisita nelle abilità interpretative e la sperimentazione di sound che non aveva mai avuto modo a che fare in precedenza, se non l'Urban di Unpologetic.
Non sarà un disco rivoluzionario, ma Rihanna ci ha dato la prova che ha fatto un disco come piaceva e come voleva lei!



Poi c'è sempre la questione hype, non sempre legata a lei, ma ai mass media che non hanno fatto altro che pubblicare rumors su rumors, e quella delle copie acquistate da Samsung per far si che il disco fosse subito reso disponibile a quelli che acquistavano un apparecchio telefonico dal colosso dell'elettronica, e che hanno consentito a far sì che venisse certificato platino, cosa che direi di sorvolare visto che Billboard e la Nielsen non l'hanno riconosciuta. Dunque si può dire che quella personalità che va contro ad una precisa idea e politica si è ben vista! Tutte le canzoni e i sound sono il contrario di ciò che si può incontrare in un album pop di tendenza. L'unica pecca sono le bonus track che non incentivano all'acquisto dell'edizione deluxe e che non è un album che conquista al primo ascolto, me che con l'andare del tempo, lo apprezzerete di più.
I soliti detrattori se hanno qualcosa da criticare, è il segno del comune e assoluto pregiudizio nei suoi confronti e, magari di gelosia, perché una loro beniamina e sua collega, un album di questo genere non sarebbe riuscita a farlo.
Rihanna ci dimostra di aver troncato con quella popstar incline alla dance-pop di un tempo per abbracciare una personalità più alternative ed underground e per farsi più Black Madonna che mai.
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Voto da parte dello staff:

78/100 

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