#ArtistFocus: Katy Perry, 4 tracks

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Spesso uno degli errori più comuni che viene fatto nel campo della musica è giudicare un artista solo dalla parte del suo lavoro, e questo è quello che chiamerò “il caso di Katy Perry”.



Katy si è costruita una grandissima popolarità grazie al suo stile allegro, spensierato, autoironico e “caramelloso”, ma molte volte la gente si sofferma a giudicarla da una California Girls o una Roar, ed è qui che secondo me ci si sbaglia! Con questo non sto cercando di insabbiare il lato di Katy Perry che l’ha resa famosa ma quello di far risaltare che lei è una buona artista che scrive e produce il suo materiale nonostante alcune carenze che la portano spesso a non eseguire bene le sue performance dal punto di vista tecnico\vocale.
L’intento è quindi quello di mostrarvi dietro quattro canzoni un lato inedito di Katy Perry lasciando da parte per un po’ il suo lato pop, addentrandoci in pezzi molto personali e anche in progetti sconosciuti da tante persone.

Growing Pains da Katy Hudson (2001)

Cominciamo il percorso da ancora prima del debutto ufficiale. Nel 2001 una giovane Katy Perry, allora solo Katy Hudson, 17enne, cristiana, cresciuta da genitori fortemente religiosi, cominciava a farsi strada nella musica e coglie l’occasione per incidere il suo primo album di inediti. Il suo album omonimo è spesso catalogato frettolosamente come “album di musica cristiana”, in realtà ci sono molti brani a verità di ciò che potrebbero anche suonare strani da quelli alla Katy Perry allegra e spensierata, tanti altri che parlano di vari argomenti come questa Growing Pains.
Growing Pains è la quinta traccia dell'album e parla dell’adolescenza di Katy. L’adolescenza, si sa, è il periodo più complesso della nostra vita in cui bisogna scegliere tra il rimanere bambini e diventare adulti ed è questa la situazione in cui si trova Katy in questa canzone. La cantante si ritrova con queste paure crescenti, sa che è grande e prova a inserirsi nella “gente popolare” ma dentro di sé sa di essere ancora una bambina.

La canzone può essere interpretata come una sorta di inno per tutti i giovani che si sentono a disagio nel crescere e vedere tutto cambiare ma da’ una briciola di speranza nel futuro.
“Time after time one more time and again will it ever end?
It's the lessons in our lives that make us wise
But young or old I am told it's the same
Oh, these growing pains never go away so I'll just keep on trying”

La canzone dal punto di vista compositivo è molto particolare e diversa da quello a cui si è solitamente abituati da Katy Perry, la produzione è buona anche se può risultare un po’ cruda e Katy la interpreta come un brano cantato in un musical, ciò viene fatto notare anche dai cori nella seconda strofa. La sua voce è molto diversa anche perché era poco più che diciassettenne.


The Box, unreleased da “Katy Perry” (2005)

Se alcuni di voi conoscevano, seppur in maniera non approfondita, la sua parentesi cristiana che commercialmente si rivelò un flop, quasi nessuno conosce quello che doveva allora essere il suo album di debutto.

Il 18 agosto 2005 sarebbe dovuto uscire “Katy Perry”, il suo primo vero e proprio primo album ufficiale ma la sua casa discografica non sapeva come promuovere la cantante perciò il progetto fu accantonato e quest’album divenne solo un insieme di unreleased anche se alcune di queste sono finite nel suo album One Of The Boys come la malinconica Lost.

Il lead single di quello che doveva essere questo progetto è The Box ed è il tipo di canzone che non ti aspetteresti mai di sentire da Katy Perry, infatti, ha delle influenze rock\alternative, parla di rompere le regole e di cominciare a vivere veramente senza essere oppressi da altre persone. Katy dopo il flop del primo album si era trasferita a Los Angeles per un periodo alla ricerca della fortuna anche se si era sentita persa e sola, era finalmente libera di vivere come voleva lei e di essere semplicemente se stessa poiché era finalmente scappata dalla scatola dove aveva sempre vissuto, quindi si trovava di fronte un mondo completamente nuovo.

La canzone, come molte altre presenti nella sua discografia, è scritta da lei e Glen Bassard che ha curato anche la produzione.

“So long conformity and ambiguality is a new priority
All it takes, for heaven sakes
Is to figure out the face and learn to separate.”



Hummingbird Heartbeat da Teenage Dream (2010)

Dopo aver ottenuto le sue prime hit, ci spostiamo nel 2010 dove Katy Perry si ritrova ad affrontare la sua prova dell’otto che avrebbe stabilito l’andamento della sua carriera.

Come sappiamo questa sfida l’ha abbondantemente superata con il suo terzo album ufficiale Teenage Dream che oltre a macinare hit su hit rompe moltissimi record importanti. Teenage Dream rappresenta una svolta molto più commerciale per Katy Perry che cambia definitivamente genere passando al pop.

Di questo variegato e colorato album ho deciso di parlarvi di Hummingbird Heartbeat, canzone che nasconde la sua bellezza nella sua stessa semplicità.

Hummingbird Heartbeat è una canzone pop in tema con l’album scritta da Katy Perry, Tricky Stewart, Monte Neuble e Stacy Barthe e prodotta da Tricky Stewart che parla dell’infatuazione che si prova nei confronti di una persona. L’ispirazione per questa canzone è venuta alla cantante quando una mattina a casa sua ha visto un colibrì, i colibrì hanno la caratteristica di avere un cuore che fa 600 battiti al minuto e la canzone parla appunto di quella persona speciale da farti battere il cuore velocemente quasi da paragonarlo a quello di un colibrì.

“Even when seasons change
Our love still stays the same.”


It Takes Two da Prism (2013)

L’ultima traccia di cui andrò a parlarvi è It Takes Two, la seconda canzone dell’edizione deluxe di Prism, il terzo album della cantante. Prism rispetto al predecessore Teenage Dream presenta una, seppur piccola, maturazione della cantante che ha infatti diviso l’album in due parti: una per i fan affezionati alla Katy Perry colorata e spensierata di Teenage Dream e una parte in cui si lascia andare a canzoni molto personali e più mature rispetto a quelle della prima parte.

It Takes Two è una power ballad scritta dalla cantautrice Emeli Sandé insieme a Katy che parla di un rapporto molto conflittuale tra due persone, entrambi sanno di aver sbagliato ma solo Katy è abbastanza matura da ammettere le sue colpe perché come dice il ritornello “It takes two, two sides to every story”. Ciononostante il suo partner è troppo pieno di sé per prendersi le sue responsabilità e rifiuta qualsiasi tipo di storia. La canzone finisce con Katy che insiste ancora a provarci anche se è ormai inutile.

“I point my finger but it does me no good.
 I look in the mirror and it tells me truth, yeah.
 Why all these lessons always learned the hard way.
 Is it too late to change?”


Quindi che dire, spero che queste quattro canzoni abbiano ridimensionato anche minimamente l’opinione che avete per la “caramellosa” Katy Perry mostrando un lato inedito di quella che è la sua vasta discografia e delle difficoltà che ha dovuto affrontare. Qual è la canzone che avete apprezzato di più?

-Pubblicato da Suga Mama-

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