Big Sean: "I Decided." (Recensione Album)

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"I Decided.", "Ho deciso.": è un tono perentorio quello che usa Big Sean come titolo del suo quarto album. Badate, non c'è un punto esclamativo nel titolo, che avrebbe potuto far pensare ad una domanda a cui segue una decisione presa, magari,  a seguito di pressioni. La domanda che sorge spontanea è: cosa decide l'MC di Detroit? Ce lo spiega lo stesso Sean, parlando del concept dell'album e della copertina: "L'idea dell'album è che c'è me e una versione più matura di me. C'è un parallelo, ma il titolo dell'album è 'Ho deciso.'. Ho capito che la mia vita è cambiata quando ho deciso. Penso che ad un certo punto nella vita bisogna prendere le giuste decisioni o quelle sbagliate. Quindi quest'album è sull'avere la saggezza di un uomo più anziano mentre sono giovane e vivere la vita ed immaginarla."
Quest'idea che ci conduce per tutto l'album viene anche sintetizzata nella copertina, che possiamo vedere qui sotto:



Anticipandovi che non è un album da banger e, anzi, è piuttosto intimo, vediamo cosa ci racconta Big Sean in ciascuna traccia.  
1. Intro. Apre l'attore J.R. che dice di essere arrivato a 45 anni, ha una famiglia ed un lavoro, eppure non si sente soddisfatto. "Questo non è come doveva andare".
2. Light ft. Jeremih. Big Sean torna indietro ricordandosi che nulla è mai stato facile, ma ha capito come poteva e doveva reagire: trovando la forza in sè. Così a chi gli chiede qual è il suo segreto ecco la risposta ed ecco come ha trovato la luce. Musicalmente, possiamo dire che l'album inizia piuttosto lentamente, ma non per questo il rapper risparmi giochi di parole e belle rime.
3. Bounce Back. Adesso iniziamo ad accelerare sul ritmo e sul flow. La canzone, scelta come primo singolo, è molto orecchiabile ed ha raggiunto in 3 mese la certificazione Gold negli U.S.A.. Big Sean si racconta e ci dice che anche se "ieri sera mi è andata male, stasera ci riprovo". Il suo spirito è comunque di reagire ed è quello che ascolteremo ancora.
4. No Favors ft. Eminem. "Siamo GOAT [i migliori del nostro tempo, NdT] da vivi, quando moriamo saremo dei": Big Sean ha la possibilità di cantare con un "rap God" vivente e sottolinea come non è alla ricerca di favori da nessuno perchè sa di essere in cima al momento. Eminem non ha bisogno di presentazioni e va dritto al punto, contro gli hater e accetta che lo si accusi di tutto perchè sa che è solo invidia. Non è, invece, invidia l'attacco a Trump, il secondo dopo "Campaign Speech".
5. Jump Out the Window. Sean non parla solo di sè ed ecco un brano dove si rivolge ad una sua amica e le dice che non merita di perdere tempo nei dubbi e con un uomo che con ogni probabilità non ama e non la ama. A spezzare i ritmi precedenti più tranquilli ci pensa Key Wane, con una uptempo più frizzante. Jeremih fa capolino, senza accreditamento, nel ritornello, ma questa sarebbe potuta benissimo essere una delle varie collaborazioni con Jhené Aiko.
6. Moves. Spezziamo ancora ed ecco un altro brano che ha tanto potenziale di crescita, ma che non ha portato i frutti sperati. E' forse il Big Sean meno serio di tutto l'album che punta sul ritmo senza essere troppo uguale a tutti gli altri.
7. Same Time Pt. 1 ft. Twenty88. I Twenty88 sono ormai un marchio collaudato e Big Sean e Jhené Aiko pensano bene di creare una "canzone a puntate" che continuerà nell'album di Jhené e, poi, nel prossimo del duo. In questa prima parte ci viene presentato un quadro di complicità di una coppia che, dopo i primi passi incerti, ha imparato a funzionare. Sarebbe stato interessante ascoltare più di uno snipett, ma dovremo aspettare necessariamente la seconda parte per sapere di più su come evolve la tracia.
8. Owe Me. Come molti altri, anche Sean è capitato in una relazione fatta di bugie e che, in fin dei conti,  era meglio che non fosse mai iniziata. Purtroppo, non è facile togliersi dalla mente i momenti passati e, oltre a sentirsi traditi, ci si sente di essere in credito per quel tempo. Anche se la produzione porta i nomi di Amaire Johnson, Travis Scott e DJ Mustard non ascoltiamo un banger, ma sicuramente un brano meritevole.
9. Halfway Off the Balcony. Più andiamo avanti nella lettura dei testi e più ci accorgiamo quali sono i campi in cui Big Sean ha deciso. Per esempio, di forte impatto è il ritornello di questo brano, scelto anche come brano promozionale, in cui l'MC di Detroit dice di aver realizzato "il mio lavoro è più del salario [...], per quanto riguarda le ragazze quell'intesa vale molto più dell'anatomia" (qui è intelligente la contrapposizione fatta in lingua originale tra "chemistry" e "anatomy").
10. Voices in My Head/Stick to the Plan. Quante volte abbiamo fatto delle scelte che si sono rivelate sbagliate? Ci avranno anche detto che non ce la faremo mai ma noi siamo testardi e vogliamo arrivare fino alla fine. In questo brano, diviso in due parti, Sean ci ripete che continua ad ascoltare le voci che vogliono buttarlo giù, ma lui si attiene al piano, motivato fino alla fine. Nel finale, la canzone accelera perchè, probabilmente, anche la pressione dall'esterno aumenta e, quindi, la determinazione a fare bene. La canzone si chiude con le parole: "nella vita sei vittima o carnefice, arrivato alla fine sentirai che ti sarai impregnato di vita. Spero che fino ad allora le voci nella mia testa saranno finite."
11. Sunday Morning Jetpack ft. The-Dream. Il ritmo rallenta di nuovo e Big Sean si perde nei ricordi dell'infanzia e dell'adolescenza, in particolare nei momenti passati con la nonna. Alla fine del brano fa capolino il Sean più vecchio, ricordandogli anche di sua madre.
12. Inspire Me. Questa traccia è dedicata proprio alla madre di Sean Don. Anche qui, il rapper cita alcuni momenti particolari passati con lei e nel ritornello ripete: "tu fai la cosa giusta, tu mi ispiri." La canzone è più movimentata rispetto alla precedente, in preparazione di un finale scoppiettante.
13. Sacrifices ft. Migos. Dopo averci parlato delle persone che lo ispirano, Big Sean si apre ai sacrifici che il suo mestiere ed il rap gli chiedono. Per chi segue Sean dall'inizio sa che in ogni suo album non manca almeno una traccia su questo tema. Da notare anche che, per la presenza dei Migos e del produttore Metro Boomin, la traccia si avvicina molto ad essere un banger, senza cedere al trap.
14. Bigger Than Me ft. Flint Chozen Choir & Starrah. In un'ideale linea del tempo iniziata con la traccia sulla nonna (la #11), Big Sean chiude l'album con un una traccia su quello che è il suo presente e quello che si aspetta dal futuro. In particolare, si dice spaventato da quella che potrebbe essere la ripetitività di ciò che farà, ma si propone di raccontare ogni volta la più grande storia di sempre. E' conscio, infatti, che tutto questo è "più grande di lui", come canta nel ritornello insieme al Flint Chozen Choir.
Venendo ad un commento più generale sull'album possiamo evidenziare quelle che sono luci ed ombre. Il maggior punto di forza è sicuramente la maturità nei testi: come abbiamo letto, Big Sean non si vanta più tanto come faceva prima. I suoi testi sono riflessioni ed esperienze passate che ci vuole raccontare. Dagli errori si impara e si cresce e in questo lui ha deciso e vuole aiutare l'ascoltatore a far capire che anche lui  deve decidere per non demoralizzarsi ed andare sempre avanti. Sean non abbandona neanche i giochi di parole e le rime intelligenti, così che il suo posto tra i top lyricist del momento rimane saldo.
Di contro, ciò che delude sono, per prime, le basi. Spesso risultano poco variegate, troppo cupe e non riescono a dare risalto alla narrazione. Ne consegue che, se anche le parole siano interessanti, la base sopisce l'interesse. I produttori di questo album sono pressocchè gli stessi di "Dark Sky Paradise", meno Mike Dean e Mike Will Made It. Ma non sono questi due a cambiare molto. Forse Big Sean avrà voluto puntare tutto su un seguito di quell'album, visto il successo. Ma, in questo caso, l'esperimento fallisce. Altro punto debole è il suo flow: in linea generale non ha nulla di sbagliato, anzi, è originale (tranne quando vuole imitare Drake o Ty Dolla $ign). Ma spesso appare troppo forzato sulle basi che ascoltiamo. Come conseguenza, l'ascolto si fa spesso pesante e vorremmo fermare alcune tracce alla metà o anche prima.
Considerando questo, nel complesso l'album risulta meno banale dei primi due, ma anche il meno digeribile tra tutti. Scusaci Sean, siamo contenti che tu abbia deciso e che andrai avanti nonostante quello che dirà la critica, per questo ti rimandiamo al prossimo album per sapere se meriti la consacrazione a cui aspiri.



VOTO CONCORDATO CON LO STAFF: 58/100

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