Recensione Album: "Se Avessi Un Cuore" di Annalisa

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Nella recensione track by track di oggi ho deciso di parlarvi del nuovo progetto discografico della nostra artista connazionale Annalisa. "Se Avessi Un Cuore" è il quinto sforzo discografico della cantautrice savonese, anticipato dal singolo "Il Diluvio Universale" al famoso festival della musica italiana Sanremo. L'uscita risale solamente a due settimane fa in concomitanza con l'uscita di "Dangerous Woman" di Ariana Grande ed entrambi gli album dei partecipanti del talent show di Maria De Filippi, ovvero Amici (stesso show da cui è iniziato il successo di Annalisa). Il progetto consiste in ben dodici tracce scritte completamente da Annalisa, esclusa "Used To You". Il concept di questo progetto è davvero molto semplice: l'artista ci invita ad usare il cuore, la sensibilità e l'intelligenza, sia quella stretta che quella emotiva. Questa nuova era, inoltre, evidenzia un cambio di sound rispetto ai precedenti adottati dalla cantante. Infatti, oltre il singolo presentato a Sanremo, troviamo basi electro-pop con elementi ricercati che difficilmente sono presenti in un album di un artista italiano.
"Se Avessi Un Cuore" è riuscito a debuttare alla posizione numero quattro della classifica italiana FIMI ed è entrato anche in quella svizzera. Iniziamo ora ad analizzare le tracce di questo album.


Se Avessi Un Cuore
Iniziamo subito con la title track e secondo singolo estratto dal progetto. "Se Avessi Un Cuore" è una uptempo elettronica che esplode nel ritornello con sounds che sono molto appetibili per le classifiche in questo periodo. Il testo è molto semplice e d'impatto: le parole utilizzate sono ripetitive, ma hanno un significato ben prciso. La stessa artista ha dichiarato che vuole sensibilizzare le persone a porsi delle domande sulla diversità che per lei è una ricchezza. Non dobbiamo focalizzarci solo e sempre su noi stessi, ma dobbiamo pensare anche agli altri. Il significato di questo brano fa riferimento anche ad eventi attuali come le unioni civili o anche le visioni radicali che ci annullano come esseri pensanti, allontanandoci dall'intelligenza pura. Il tutto è stato accompagnato anche da un video musicale diretto da Gaetano Morbili presso un'osteria a Verona, in cui possiamo vedere l'artista e dei ballerini che si divertono sulle note del pezzo trattato.



Leggerissima
Dopo esserci divertiti con una uptempo, passiamo ad un brano con un sound meno particolare ma con un testo molto profondo. La parola chiave è leggerezza e per essa si intende il modo in cui Annalisa vive ogni giorno: lasciarsi alle spalle il passato senza avere rimpianti o anche avere una visione diversa nel modo di ragionare, cogliendo le mille sfumature di una situazione senza avere ragionamenti selettivi. In questa midtempo prodotta da Luca Chiaravalli, vengono messi da parte gli elementi elettronici per dare spazio ad un beat più "classico", senza rinunciare però ad un tocco di classe (soprattutto nei versi).

Noi Siamo Un'Isola
Possibile hit estiva, "Noi Siamo Un'Isola" è la seconda "bomba" di questo progetto. Il pezzo è il più catchy di tutto il progetto ed è prodotto da Fabrizio Farraguzzo. Qui Annalisa ci racconta in modo geniale un'estate vissuta in città piuttosto che in spiaggia. Questo brano serve principalmente a far cogliere le cose positive che ogni occasione ci dona e anche qui torna la parola leggerezza, ma intesa in maniera diversa. Essa è riferita all'attegiamento usato per affrontare una qualsiasi situazione. Tornano i sound elettronici accompagnati da un testo più sbarazzino che ha comunque un suo perchè. Una traccia estiva da non sottovalutare sotto tutti i punti di vista. Una curiosità su questa traccia è la presenza di Davide Simonetta tra gli autori, ovvero l'attuale compagno dell'artista.

"Forse un po' di vento ci basta
la piazza vuota, una spiagga sarà un bel posto anche se piove.
Siamo lontani da tutto, dai giochi del mondo e l'insegna di un bar e una super nova
come fantasmi ad Agosto su un mare di asfalto non vedi che noi siamo un'isola"


Coltiverò L'Amore
Primo brano reso disponibile come pre-order dell'album, "Coltiverò l'amore" è uno dei brani più profondi dell'intero progetto. Questa traccia, scritta dall'artista e dal suo ragazzo, è molto radiofonica e non abbandona gli elementi elettronici, che sono comunque presenti in maniera minore rispetto ai precedenti brani. È praticamente una dichiarazione d'amore verso la musica, assoluta protagonista del testo. Il motivo è molto semplice: secondo la cantante, essa dà senso a tutto ciò che fa nella sua vita. Le parti migliori sono sicuramente l'attacco iniziale, l'introduzione e i versi che risultano davvero particolari e ben riusciti. Il tutto è arricchito dalla sua voce che si sposa molto bene con queste tipo di basi, anche se viene risaltata poco perchè non ci sono parti molto melodiche, ma bensì "parlate".

Uno
Con un inizio che ricorda vagamente i sounds utilizzati dall'artista britannica Dua Lipa, "Uno" è una delle tracce che non soddisfa appieno l'ascoltatore. Oltre il ritornello abbastanza orecchiabie, non ci sono molti fattori che la risaltano. Inoltre, il testo semplice non è uno dei migliori ma comunque è molto importante per la stessa Annalisa: anche questa è una dichiarazione amorosa, ma questa volta è verso una persona. L'artista ha ormai trovato quello che cercava, ovvero l'amore.

Potrei Abituarmi
"Potrei Abituarmi" è la versione italiana di "Used To You", la traccia scritta da Dua Lipa che chiude il progetto. Si tratta del primo brano che la cantante di "Be The One" regala ad un altro artista e la differenza tra le due versioni è appunto la lingua del testo, riadattato dalla stessa Annalisa. Tra i due pezzi quello originale è sicuramente migliore perchè l'inglese si adatta meglio su una base del genere, a differenza dell'italiano. Non ci troviamo davanti al pezzo migliore del progetto anche per via della produzione abbastanza minimal.  Lodabile però la volontà della cantante di volor aggiungere un tocco personale su un brano che le è stato donato.


A Cuore Spento
Entriamo in un momento di delusione e di riflessione per Annalisa, senza però perdere la speranza. La stessa artista ha rivelato che questa traccia era stata scritta da tempo per poi aspettare il momento più giusto per rilasciarla. È sicuramente ben riuscita ma non è la migliore dell'album. Al contrario di altre tracce, però, qui possiamo apprezzare appieno la voce della cantante grazie alla struttura del pezzo. Questo è il brano che racchiude la musica della "vecchia" Nali mescolata con la "nuova" e, anche se non risalta nel progetto, è comunque un punto focale sulla carriera della cantautrice.

Inatteso
Siamo arrivati alla traccia numero otto della tracklist. "Inatteso" è un brano più "classico" e ricorda lo stile di Annalisa nel suo primo sforzo discografico intitolato "Nali". La parte più interessante è il pre-chorus, seguito da un ritornello orecchiabile con elementi più rock, accompagnati comunque da alcuni elettronici leggeri.
Il significato di questo pezzo è l'importanza di lasciarsi stupire e farsi sorprendere anche da cose semplici che molte volte non cogliamo.

Le Coincidenze
Siamo di fronte al brano più interessante e "scuro" di "Se Avessi Un Cuore". Con un chorus dominato quasi completamente da un dubstep poco pesante e delle strofe molto particolari sia nell'ambito del testo che nel sound, possiamo affermare che questo è il punto più alto dell'album. In più, nonostante sia una cosa completamente nuova nella discografia di Annalisa, riesce a destreggiarsi molto bene, facendo risaltare anche la sua voce dolce e melodica. La produzione è firmata MACE, un esordiente produttore, e racconta un'esperienza vissuta dalla stessa artista. Qui infatti viene messa in risalto una delusione percepibile già dalla frase "le coincidenze certe volte non coincidono", insegnandoci che non sempre tutto va come desideriamo.


Quello Che Non Sai Di Me
Arrivamo alla prima vera e propria ballad accompagnata dal piano. "Quello Che Non Sai Di Me" inizia in un modo molto pacato per poi "esplodere" in un ritornello abbastanza catchy e radiofonico. Nonostante sia una ballad nel solito stile italiano non mancano elementi freschi che arricchiscono la base. Come confermato dalla cantante, proprio da questo brano inizia l'epilogo dell'album: ha raccontato tante storie ma qualcosa è rimasto ancora nascosto. Sicuramente è una delle tracce più emozionanti sia per l'artista stessa, che mette a nudo la sua fragilità ed "emozioni mai svelate", che per l'ascoltatore.

Il Diluvio Universale
Tutti coloro che hanno seguito il festival sanremese hanno già conosciuto questo singolo. Come già detto dalla stessa Annalisa, questa traccia è un'opera singola all'interno di questo progetto. L'atmosfera che ritroviamo qui è molto diversa da tutto ciò che è contenuto in "Se Avessi Un Cuore", a partire dalla base molto orchestrale. Inoltre, la melodia è molto cantautoriale e non segue lo stesso ritmo in tutto il brano e il ritornello "esplode" facendoci ascoltare un'orchestra al completo. "Il Diluvio Universale" riuscì a piazzarsi all'undicesima posizione e ad avere un peak alla #25 della FIMI. Il significato del testo e del titolo è basato su un insieme di sensazioni, pensieri, riflessioni sull'amore e sulla vita.



Used To You
Arriviamo alla conclusione del quinto sforzo discografico di Annalisa con "Used To You" che, come detto sopra, è la prima traccia che la cantante di origini albanesi Dua Lipa ha donato ad un artista. Per la carriera discografica della cantautrice questa canzone rappresenta una svolta importante. Inoltre, è anche la prima canzone in inglese contenuta in un progetto dell'artista. "Used To You" è una uptempo che ricorda molto i sounds utilizzati dalla compositrice originale che si sposano molto bene con il resto del progetto. Insomma un'ottima scelta per chiudere al meglio un progetto discografico, facendo risaltare l'evoluzione di Annalisa.


L'artista è riuscita a creare un lavoro di qualità con basi elaborate senza però mettere in secondo piano la sua voce. Infatti ha saputo dimostrare ancora una volta le sue doti vocali e il suo talento nella scrittura. In aggiunta possiamo dire che viene messa in risalto la sua poliedricità, dimostrandosi in grado di spaziare tra vari generi musicali. Nel complesso è un album molto variegato e l'unica nota negativa è la presenza del singolo sanremese che, per via del suo stile classico, non si collega molto bene con le altre tracce, senza però negarne la qualità.
In conclusione possiamo dire che questo progetto è sicuramente il migliore della discografia di Annalisa ed uno dei più interessanti per quanto riguarda il panorama musicale italiano.



La valutazione concordata dallo Staff di Booklet:

68/100

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