Nonostante non riesca a replicare il successo del disco precedente, l'album si rivela un punto fondamentale della sua carriera poiché riesce a definire un nuovo stile focalizzandosi su musiche da sonorità simili combinando beat elettronici e strumenti a corda con canzoni realizzate in onore della sua nativa Islanda. Dall'album vengono estratti ben 5 singoli: "Jóga", "Bachelorette", "Alarm Call", "Hunter" e "All Is Full of Love". Come il precedente, anche "Homogenic" ottiene ottimi consensi dai critici musicali, specialmente da Sal Cinquemani di Slant Magazine che lo definisce cosi: "Se non è il più grande album di elettronica di tutti i tempi, lo è certamente del decennio"
Oltre alle sonorità rilassanti, ai beat astratti e ai tocchi unici di fisarmonica ed armonica a bicchieri, ciò che caratterizza ancor di più il disco è il canto di Björk che varia da urla risonanti primitive al canto tradizionale melodico dei cori dell'Islanda e alla combinazione del parlato e del cantato.
Inizialmente Björk era intenzionata di produrre l'album da sola, ma, alla fine, fu messo insieme un team composto da Markus Dravs, Howie B, Guy Sigsworth e Mark Bell. Quest'ultimo produrrà la quasi totalità dell'album e collaborerà con l'artista nella realizzazione di numerosi album successivi.
L'album riesce a distinguersi dai due precedessori per le sue sonorità più cupe e per le tematiche molto legate alla sua vita sentimentale: "5 Years" infatti secondo i critici parlerebbe della relazione avuta con il musicista Tricky, "Unravel" è il lamento di una persona innamorata, che però ancora conserva dei brevi lampi di speranza e poi abbiamo "ImmatIure" che parla degli errori che si possono compiere in una relazione ed è stata ispirata dalla fine del rapporto con il musicista Goldie.
La maggior parte delle tracce contengono delle influenze di musica elettronica, che trova il suo apice nella esplosiva "Pluto" che affronta il tema dell'essere inebriati e di aver bisogno di distruggere tutto per poter ricominciare da capo, infatti non è del tutto casuale la scelta di apportare al pezzo una base molto potente.
I testi di "Jóga" e "Bachelorette" sono entrambi firmati dal poeta islandese Sjón, collaborazione scaturita dal desiderio di Björk di cantare testi epici.
La prima, l'armoniosa "Jóga" è il primo singolo estratto dall'album ed è stata scritta in onore alla sua migliore amica e massaggiatrice, chiamata appunto Jóga. Il brano per la sua melodia e canto angelico, è in assoluto uno dei suoi pezzi simbolo della sua carriera e maggiormente apprezzato dai suoi fans. Björk si disfa dai sogni infranti della vita metropolitana inglese per trovare il suo "state of emergency" tra i ghiacci, i geyser e le eruzioni vulcaniche.
Tant'è che la clip musicale che accompagna il pezzo è un tributo alla sua madre patria Islanda: fanno da padrone i suoi aspetti geologici e l'arista compare solo all'inizio ed alla fine.
L'aspetto caratterizzante è l'aiuto dell'animazione computerizzata (cosa molto avanguardista all'epoca) utilizzata per simulare terremoti che iniziano a frantumare l'isola e a dividerla secondo le faglie. Il video termina con l'immagine dell'isola che fluttua nel petto di Björk, per significare che nell'incertezza e nell'instabilità della sua realtà, riesce a trarre la sua forza vitale.
La seconda, "Bachelorette" in origine inizialmente realizzata per la colonna sonora del film "Io ballo da sola" di Bernardo Bertolucci, è il secondo singolo. Nel brano, oltre ad assistere alla perfetta convivenza di sintonie di archi e drum machine, vediamo la Björk più melodrammatica che riversa a pieno la sua passione sfrenata in melodie romantiche e struggenti. Come se non bastasse l'artista per questo brano ha realizzato un video molto surrealistico e talmente ben riuscito da portarsi a casa il "Best Art Direction in a Video" ai VMA del 1998
Il terzo singolo estratto dall'album è la opening track "Hunter" e ha un valore molto simbolico per l'enfatizzazione della pressione subita da parte dei mass media dopo essere diventata una delle poche figure importarti provenienti dalla sua terra d'origine. Quindi per ritrovare sé stessa nella traccia si autodefinisce il "cacciatore" che va a caccia della sua propria direzione artistica che verrà poi intrapresa nel disco. Il video musicale del brano diretto da Paul White, è alquanto sinistro: l'artista viene solo mostrata nuda, in primo piano e la vediamo a trasformarsi in un orso polare. Ciò sta a simboleggiare il suo istinto indomabile nell'ambito artistico e musicale.
Il tema dell'esaltazione della natura viene poi ripreso in "Alarm Call", (quarto singolo estratto) ma con uno stile ben più animalesco. La canzone ha un retroscena molto curioso, poiché si pensava che fosse dedicata al noto Michael Jackson siccome era stata nominata nelle demo dell'album con il nome di "Jacko".
Come avete ben notato in quest'era discografica i video musicali riversano un vero e proprio ruolo fondamentale e si mostrano un vero punto cruciale della sua carriera poiché da qui in poi diventeranno sempre più il suo marchio di fabbrica. Uno dei video più riusciti in assoluto è quello della calorosa traccia di chiusura "All Is Full Of Love". A quell'epoca la clip fece piuttosto scandalo poiché vedeva come protagoniste due robot donna (personificate da lei stessa) che si scambiavano effusioni amorose. Siamo a difronte a uno dei primi video a tema LGTB, cosa alquanto rara in quel periodo.
Nonostante siano passati ben 20 anni, al giorno d'oggi questo disco suona ancora moderno ed è la pura testimonianza dall'artisticità unica e senza tempo di Björk.
Che cosa ne pensate di questo album? Lo ascoltate ancora d'oggi? Quali sono le vostre tracce preferite?
Grazie per averci letto, alla prossima.
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