Recensione Album: "Lemonade" di Beyoncé

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Il giorno 23 Aprile alle ore 21.00, molti telespettatori sono rimasti per un’intera ora col fiato sospeso ad osservare una popstar americana che per la seconda volta di fila rivoluziona totalmente la nostra concezione di promozione discografica: ovviamente sto parlando di Beyoncé e del suo ultimo progetto discografico “Lemonade”. Definirlo semplicemente un album è riduttivo, perché “Lemonade” è molto di più, è un vero e proprio lungometraggio di 60 minuti, con tanto di monologhi, balli, recitazione, un filo conduttore, insomma un vero e proprio mini-film dalle tematiche scottanti come il tradimento (di cui ne approfondiremo meglio qua sotto) e la celebrazione della cultura afro-americana, con una particolare attenzione alla donna. Questa geniale ed innovativa iniziativa di Queen Bey è stata elogiata dalla critica e dal pubblico, che lo hanno accolto più che calorosamente, dimostrando che l’impatto di Beyoncé è ancora rimasto molto vivido.



Nonostante sia stato soprattutto questo mini-film a catalizzare l’attenzione mediatica, non è da sottovalutare nemmeno il contenuto dell’album, il sesto disco della lunga carriera da solista della cantante texana, arrivato a 3 anni di distanza dal suo primo visual album “BEYONCE'”.
Ne abbiamo avuto un primo assaggio a Febbraio con “Formation” ed il suo annesso video che avevano fatto pensare ad una direzione prettamente trap/urban del disco; ma ascoltandolo abbiamo compreso come esso sia invece molto più variegato, mescolando l’R&B contemporaneo con influenze provenienti da altri generi come l’alternative-rock, il country ed altri.



Dal punto di vista delle tematiche e della scrittura, siamo sicuramente di fronte ad uno degli album più personali ed emotivi di tutta la discografia di Beyoncé, che è stata pienamente coinvolta nella fase di creazione, sia per i testi che per le produzioni. La star, in seguito ad un tradimento da parte di suo marito, racconta tutti gli stadi emotivi che ha passato: rabbia, negazione, delusione, perdono, redenzione e di nuovo amore; sono queste le fasi di consapevolezza che Beyoncé attraversa nella sua coscienza e che la porteranno non solo a liberarsi totalmente dal dolore, ma anche a conoscere meglio sé stessa per essere una donna migliore. Tutto questo ci viene trasmesso non solo attraverso una scrittura sfacciata e diretta, ma soprattutto tramite le sue enormi doti interpretative ed il suo vastissimo range vocale.

Un disco tutto da scoprire e da analizzare in ogni suo dettaglio; il primo passo di questo viaggio è però capire il significato del titolo. “Limonata” a primo acchito potrebbe far storcere il naso a molte persone, eppure esso racchiude la chiave tematica di tutto il disco. Il titolo proviene infatti da un discorso di Hattie White, nonna di Jay-Z, durante i festeggiamenti per il suo novantesimo compleanno: “ho avuto i miei alti e bassi, ma ho sempre trovato la forza interiore per rialzarmi. Mi hanno servito limoni, ma io ho fatto limonate.”
Iniziamo dunque il nostro viaggio negli alti e bassi della vita sentimentale di Beyoncé!



Pray You Catch Me




Puoi sentire la disonestà
E’ su tutto il tuo respiro mentre la allontani così sdegnosamente
Anche se è un test
Ne siamo costantemente consapevoli
Il mio orecchio solitario
Premuto contro i muri del tuo mondo

Con queste parole metaforiche per descrivere un bacio si apre “Lemonade”. Cantate in modo soffice e delicato che ci danno subito l’idea di una Beyoncé emotivamente devastata in quanto consapevole del tradimento di suo marito, il quale però non vuole ancora confessare. Nonostante ciò, lei continua a sperare che lui possa sentire il dolore ed i sospetti che lei sta provando e che la smetta di fingere. In questa ballad elegante e melodiosa, che ci introduce in modo sublime al tema del tradimento extra-coniugale, il sospetto e la gelosia sono le emozioni dominanti che la stanno divorando dall'interno.
Questo lo possiamo sentire anche nell'interpretazione vocale contenuta della cantante, che mantiene un registro basso come se tentasse di non mostrare le sue debolezze interiori per continuare questo “test” con il marito. Aiuta in tutto ciò anche la produzione leggera e minimale, a cura di Kevin Garret e composta da un semplice organo ed un assolo di archi nella conclusione strumentale, che accompagna soavemente la voce armoniosa di Bey.


Hold Up




E dopo una struggente ballad come inizio, entriamo in un’atmosfera caraibica con questa mid-tempo prodotta da Diplo e Ezra Koenig, front-man della rock band Vampire Weekend. Beyoncé continua le accuse contro suo marito, questa volta allontanandosi dalle metafore della traccia precedente ed assumendo un tono molto più sfacciato, quasi paranoico, annunciando che nessuno lo amerà come lo ama lei; siamo ormai al punto di rottura per la sua stabilità mentale ed emotiva.
Un brano che trasmette allegria e spensieratezza e che funge da passaggio verso le sonorità più ruggenti delle prossime tracce. La canzone potrebbe essere anche un perfetto singolo estivo, dato che ha decisamente le caratteristiche per essere uno dei tormentoni da ascoltare in spiaggia sotto l’ombrellone, soprattutto grazie al suo ritornello particolarmente orecchiabile ed incisivo, preso in prestito da "Map" degli Yeah Yeah Yeahs.


Don’t Hurt Yourself (ft. Jack White)



Una Beyoncé arrabbiata e impertinente come non mai, ecco cosa troviamo in “Don’t Hurt Yourself”, uno dei pezzi più audaci di “Lemonade”. In questo brano dalle venature alternative-rock (e qui si sente l’influenza del featured artist Jack White) Beyoncé si scaglia prepotentemente e senza mezzi termini contro il suo marito per averla tradita, affermando che lui non potrà mai avere qualcuna migliore di lei, e, per questo motivo, facendo del male a lei in realtà fa del male a sé stesso. La voce di Bey viene distorta per dargli una connotazione più ruggente e graffiante che esplode in modo ancora più aggressivo durante il pre-ritornello ed in particolare nel secondo ritornello intonato insieme a Jack White.
Sono un drago sputa-fuoco, bell'uomo sono una leonessa” canta nella seconda strofa; di fatto in “Don’t Hurt Yourself” la popstar si trasforma in una vera e propria leonessa pronta ad aggredire l’infedele marito. Jay-Z non hai scampo!


Sorry



Viriamo verso il genere trap in questa uptempo dalle sonorità decisamente più rilassate e spensierate. Beyoncé si è stufata di dover subire tutte le delusioni da parte del marito e decide di reagire divertendosi e senza chiedere scusa per quello che fa. Troviamo perciò ancora una volta una donna disillusa, tradita, emotivamente smarrita, che però non si lascia dominare dalla propria debolezza momentanea, e cerca di tornare ad essere la donna forte ed emancipata di prima. Siamo di fronte ad un inno per tutte le donne tradite che invoglia a non lasciarsi incatenare dal dolore, ma a rispondere con gioia e voglia di vivere.
“Sorry” si tratta forse uno dei brani più deboli qualitativamente parlando di tutto “Lemonade” per via della sua eccessiva banalità che la portano a non distaccarsi da altre canzoni che hanno spopolato nelle radio in questo periodo, nonché anche da altre canzoni già presenti nel catalogo della cantante come "7/11". Una semplice e ripetitiva urban banger che potrebbe ottenere qualche risultato nelle classifiche d'Oltreoceano, che hanno già più volte premiato brani come questo.


6 Inch (ft. The Weeknd)



Dopo aver respirato con “Sorry”, arriviamo ad uno dei punti salienti dell’album con la alternative-R&B “6 Inch”, una canzone dove gli elementi dark ed inquietanti della produzione ad opera di Boots (produttore di innumerevoli tracce di “Beyoncé”) si amalgano alla perfezione con la tonalità sensuale della voce di Bey e del featured artist Abel Tesfaye, in arte The Weeknd, il quale è già abituato a dare il meglio di sé in brani come questi.

Tacco da quindici centimetri
è entrata nel club come se non gliene importasse di nulla
Ommioddio, ha ucciso tutti e io sono stata sua testimone

Queste sono le parole intonate da Beyoncé nel ritornello per dare l’immagine di una donna tanto femminile quanto fatale, una spogliarellista che è riuscita a guadagnarsi ricchezza e rispetto lavorando duramente tutti i giorni. La spogliarellista, secondo un’accezione femminista, è perciò una metafora per rappresentare tutte le donne; Beyoncé, che ha già più volte esposto le sue idee da paladina del femminismo, vuole far capire che ogni donna può imporsi in questa società maschilista se si impegna abbastanza duramente, proprio come ci è riuscita lei stessa. Il “tacco da 15 centimetri” è perciò un simbolo di ricchezza e di potere, il potere di una donna che ha lottato per arrivare fin dove è ora. Non a caso la canzone è stata definita da Boots come il sequel spirituale di “Ghost”, contenuta nell’eponimo disco, dove appunto Beyoncé esprimeva la frustrazione di molte persone costrette a lavorare eccessivamente solo per sopravvivere.
Da notare è anche il leggero cambio di base per il terzo e quarto verso della cantante R&B, ottenuto inserendo un campionamento di “My Girl” degli Animal Collective, che costituiscono l'apice della canzone ed aggiungono sempre più tensione nell'atmosfera. Insomma, “6 Inch” è uno dei brani più riusciti dell’intero progetto, che riesce a catturare l’attenzione dell’ascoltatore in un batter d’occhio.


Daddy Lessons



Con la sesta traccia ci distacchiamo dalle produzioni imponenti e curatissime che hanno composto la prima parte dell’album per immergerci in uno dei brani più singolari della discografia della popstar americana. In “Daddy Lessons” Beyoncé ritorna alle sue origini texane creando il suo primissimo esperimento country che ci dimostra la sua versatilità artistica e vocale. Il cambio di sonorità non intacca minimamente le capacità interpretative di Bey, che non rimane spaesata in questo genere, ma invece tira fuori il meglio delle due abilità vocali per dare un’interpretazione limpida e incisiva su una base composta da una semplice chitarra acustica e da alcuni assoli di trombe negli intermezzi musicali. Anche il testo è un ritorno all'origini, in quanto Beyoncé ci canta dei suoi ricordi d'infanzia insieme al padre, di quando suo padre le faceva impugnare per la prima volta la pistola per sparare. Ed è stata proprio la figura paterna che, grazie ai suoi insegnamenti, le ha permesso di essere la donna che è adesso, una donna forte che sta superando lo sconforto dovuto al tradimento.


Love Drought


In Love Drought vediamo la nostra Bey a fianco del noto Mike Dean, uno dei più fedeli collaboratori di Kanye West, per trasportarci delicatamente alla fase della "Riabilitazione". I beats trap e le armonie favolosamente scintillanti rendono il nostro stato d'animo talmente calmo in modo da trasportarci in un'altra dimensione in men che non si dica. Ma, la traccia marca un punto fondamentale della narrazione, le ferite iniziano a rimarginarsi, poiché si esprime una profonda comprensione riguardo alle bugie e alle delusioni che le ha procurato il suo uomo, tutte le sofferenze e le insicurezze se ne vanno, si percepisce quello che potrebbero fare una volta riuniti, e perciò nasce l'esigenza di creare un nuovo inno d'amore:


"tu, tu, tu, tu ed io potremmo muovere una montagna,
tu, tu, tu, tu ed io potremmo porre fine ad una guerra
tu, tu, tu, tu, ed io potremmo far piovere ora
tu, tu tu, tu ed io potremmo fermare questa siccità d'amore"

L'interpretazione che viene versata nel pezzo risulta molto convincente ed, a tratti, sensuale nella sua semplicità, senza l'uso di effetti e il raggiungimento di tonalità alte.
È la prova che anche quelle relazioni d'amore che possano sembrare perfette, vanno ad incontro a qualche increspatura. Ma la riappacificazione non può avvenire cosi semplicemente, prima di tutto bisogna prendersi le proprie responsabilità, ed è lì che entra in scena il prossimo brano...


Sandcastles


Avevamo assistito già in passato alla nostra Bey intonare una ballad accompagnata da un certo minimalismo (Die For You rilasciata in esclusiva su Tidal qualche anno vi fa venire in mente qualcosa), ma grazie a questa"Sandcastles" è la prima volta che un fenomeno simile si possa ascoltare in un disco in tutta la sua piena forza, e speriamo che ciò si ripeta ancora, poiché è assolutamente emozionante, commovente ed unico in tutti i versi.
Si manifesta una vera e propria sofferenza nel rendersi conto che il rapporto costruito insieme alla persona più amata non è stato duraturo e solido, poiché basato su promesse non mantenute e svanite in men che non si dica, il titolo del brano infatti  non è affatto casuale. Ci mostra il suo cuore, cantando con un'angoscia mai vista prima, per far si che il mondo intero si renda conto delle profondità delle ferite da lui inferte. Ma, fortunatamente, nel finale c'è un barlume di speranza, vuole sapere se anche lui è rimasto ferito e se gli importava veramente di lei:

"Io me ne sono andata, ed il tuo cuore è spezzato,
Mostrami le tue cicatrici, ed io non me ne andrò"

Non ci sono dubbi che tengano, Sandcastles è un pugno che va dritto al cuore, uno dei punti dove è impossibile rimanere impassibili.


Forward (ft James Blake)


In Forward vediamo la forza di ricominciare, di andare avanti e di lasciarsi dietro le spalle qualsiasi cosa accaduta. Ad accompagnare Beyoncé in questo duro cammino verso la speranza c'è la voce sottile del cantante britannico James Blake, sostenuta da una strumentazione tipica della musica religiosa.
Nonostante sia uno dei pezzi più corti del disco, questo interludio non passa molto inosservato, poiché a differenza di Don't Hurt Yourself, dove si vedeva un partner arrabbiato, qui notiamo più una sorta di complice e fonte di sostegno.


Freedom (ft Kendrick Lamar)


Sebbene Sandclatles sia il cuore pulsante del disco e Daddy Lessons la grande scoperta, "Freedom" si riesce a distinguere per essere la protesta tempestiva e senza tempo. Beyoncé insieme a Kendrick Lamar s'imbattono per i diritti dei neri, per l'uguaglianza e per la libertà in un inno euforico, appassionato, di grande potenziale e senza precedenti.
L'autenticità di questo pezzo sta nella produzione; l'atmosfera rock anni 60, resa perfetta grazie ad un intreccio psichedelico di uno sample di Let Me Try dei Kaleidoscope, ci fa sentire direttamente sulla nostra pelle tutte quelle atrocità e ingiustizie che hanno dovuto subire i neri ai tempi della dura lotta per diritti civili.
Beyoncé con grande grinta e rabbia da voce a tutte quei afro-americani a cui sono stati tolte le libertà e messi da parte le loro necessità a favore dei bianchi, anche se rispecchiavano un punto di riferimento per la maggioranza della società statunitense:


"Liberta! Liberta! Non riesco a muovermi!
Libertà, lasciami andare!
Perché anch'io ho ne ho bisogno!
Spezzerò le catene da sola! 
Non lascerò che la mia libertà marcisca in Inferno"

Anche qui Kendrick fa la sua parte; I beat furiosi di Just Blaze gli donano una decisiva punta di lancio per far sì che ci rappresenti uno scenario viscerale e crudo di tutta quella disperata tensione e paura che hanno dovuto provare per difendere le loro libertà e diritti:

"Si, continuo a correre, saltando negli acquedotti
Idranti e pericoli
Rivelatori di fumo dietro alle nostre spalle"

Un brano che non solo ci parla del passato, ma che ci pone uno sguardo anche sui fatti di cronaca Statunitense recentemente accaduti, facendoci capire che nonostante i traguardi raggiunti in passato, gli afro-americani subiscono ancora delle ingiustizie oggi giorno.


All Night



Dopo aver intrapreso la strada del perdono, per far sì che un rapporto diventi più solido rispetto a prima, nella prossima fase bisogna ricostruire la fiducia, e questo passo glorioso accade in "All Night", una mid-tempo dalla venature reggae che grazie a quel tocco vivace del campionamento di  SpottieOttieDopaliscious degli Outkast, riaccende quelle passioni e quelle speranze sfiorite precedentemente. Torna finalmente l'amore, il cuore inizia a palpitare con un canto melodico e spensierato. Qui i produttori Diplo e R. City mostrano un'ammirevole compostezza, non vi sono segni di elementi eccessivi, ma soltanto un pizzico di fiati e di archi che permettono di portare il suono in linea con il resto dell'album. Se in questo disco sognavate di poter assistere a quella voce piena di luce e di fantasia di Bey, qui non verrete di certo delusi.
"oh, come mi sei mancato, amore mio" sussurra dolcemente Beyoncé nell'ultima riga, celebrando pienamente la riappacificazione della coppia, che dire, un lieto fine di grande stile.


Formation  


   
"Tutti voi haters, banali ed invidiosi con quella roba degli illuminati 
Paparazzi, riprendete la mia lampo e la mia ciccia vanitosa 
Sono così sconsiderata con il mio vestito di Givenchy 
Sono piuttosto gelosa ed ossessiva, pertanto sfoggio le sue collane Roc 
Mio papà di Alabama, mia mamma della Louisiana, 
Mescoli quel negro con quella Creola e fai di me una rude campagnola Texana 
Mi piacciono i capelli della mia bambina, con quei ricci infantili ed afro
Mi piace il mio naso da negra con le narici alla Jackson Five 
Ho guadagnato un sacco di soldi ma non si prenderanno mai il paese lontano da me
Ho una mazza da baseball nella borsa, che fascino"

Nel primo verso sfacciato di Formation, Beyoncé rivendica le sue origine texane e, specialmente la sua identità e personalità. Dopotutto è il dovere di ogni donna diventata indipendente e fiera di sé stessa dopo un peridio difficile, rispondere alle malelingue e ispirare tutte quelle che un giorno vorranno diventare come lei. Un verro inno femminista dedicato alla Black Culture, Beyoncè si leva le vesti di cantante per indossare quelle da rapper in una base del tutto Bounce, per farci coinvolgere in men che non si dica. Non è un pezzo che conquista al primo ascolto, anzi fa un po' storcere il naso visto che lei, a parte la sfacciata "Diva", non ci aveva spesso abituati con pezzi simili, ma con il crescere degli ascolti, crea una vera e propria dipendenza.
Lanciato a febbraio per aprire l'era discografica con una performance al Super Bowl, Formation, come giusto che sia, ci accompagna durante i titoli di coda di Lemonade.



In conclusione, possiamo affermare che Lemonade dimostra la versatilità dell'artista Texana al 100% in qualsiasi campo, sia in quello testuale e vocale, un vero intreccio di sentimenti che ci fa percepire le varie sfaccettature della sua personalità. A Beyoncé non sfugge niente di mano, il tutto è in pieno linea con quello ci vuole narrare e vedere in questo percorso. Si nota il coraggio di affrontare una tematica molto delicata e personale come la crisi matrimoniale, pur sapendo di mettere al repentaglio la sua stessa vita privata per via dei mass media. Ci da prova che non bisogna prendere la via facile del divorzio non appena andiamo incontro a qualche difficoltà, ma che lavorando sodo, il tutto si può aggiustare per far sì che la relazione con il nostro partner diventi più forte che mai. Bisogna perdonare poiché l'errore è tipico dell'essere umano e non deve essere considerato come un'offesa, e ci spiega inoltre che il partner è una parte essenziale di noi stessi e senza di lui saremmo come delle barche senza un timone. Non dar per scontato le parole che spende a favore degli Afro-americani e le rivendicazioni delle sue origini e dell'essere donna, che sono gli elementi che contraddistinguono ancora di più il concept e che rendono l'atmosfera molto più caratteristica e particolare. Quindi si può dedurre che questo visual album più fluido e integro rispetto al precedente BEYONCE' (diviso in parte separate), non merita di essere considerato alla leggera ma, di essere ascoltato più volte e man mano, in modo da poter assaporare magnificamente la sua assenza dolce-amara. Un progetto altamente genuino che rivendica ancora una volta la sua piena credibilità artistica.



Voto da parte dello staff:

80/100



Recensione scritta da Pietro (King Kunta) e Chris, The Legendary Mr

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