Recensione Album: "Lady Wood" di Tove Lo

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"You give me wood, give me Lady Wood"

Lady Wood è uno slang inglese utilizzato per intendere l'eccitazione femminile. Tove Lo ci dice che la prima parte dell’album ("Fairy Dust") parla di tutto ciò che la eccita, sia a livello fisico che a livello emotivo, e successivamente, in "Fire Fade", viene fuori la tristezza e le continue domande dopo che quelle forti emozioni sono finite. È un faccia a faccia con te stesso e i tuoi sbagli.


Tove è sempre stata una ragazza molto intelligente e al passo con i tempi, sia a livello musicale che di testi, ma questa volta, con questo suo secondo lavoro, si è veramente superata portando al grande pubblico dei testi molto vari e personali che affrontano spesso il tema "parità dei sessi" o il fatto che la donna venga trattata come un oggetto sessuale.
"Le persone prendono per complimento "Hai le p**e" e come insulto "Non fare la femminuccia" (in inglese, “Don’t be a Pu**y”), ed è proprio per questo che il mio logo è la vagina unito al simbolo femminile e perché il mio album si chiama Lady Wood."


"INFLUENCE" feat. Wiz Khalifa
Il primo brano è "Influence", nonché la prima canzone che Tove Lo registrò dopo il rischioso intervento chirurgico alle corde vocali avvenuto ad inizio 2015.
Il pezzo è stato rilasciato inizialmente come demo nel 2015 come regalo ad i fan in solo version e poi è stato riadattato con il verso di Wiz Khalifa (anche se nella Target Version dell’album c’è anche la versione senza la line rap).
In questa traccia troviamo una base synth-pop con l'aggiunta di elementi elettronici davvero interessanti nel ritornello. La voce di Tove è molto delicata ed esplode in un bridge molto catchy seguito dal rapper statunitense.
La canzone, facendo parte del primo capitolo, parla della forte emozione che si prova quando si è sotto effetto di droga (la polvere di fata, appunto).

"You know I'm under the influence
So don't trust every word I say, I say
Sounds good without making sense
It's a blur, but I want my way, my way"

Uno dei picchi di "Influence" è il bridge, che, in modo geniale e attraverso l’uso della punteggiatura, cita tutti i tipo di coppie, etero ed omosessuali.
La canzone è stata scritta dalla cantautrice svedese con la collaborazione di Wiz, che ha contribuito scrivendo il suo verso. È stata prodotta dai suoi grandi amici e collaboratori The Struts che saranno praticamente in quasi ogni canzone del progetto.

"LADY WOOD"
Il secondo brano è "Lady Wood", la title-track. La canzone è un pezzo elettro-pop con influenze tropical che colpisce l'ascoltatore per le produzioni ben fatte e pulite ma allo stesso tempo aggressive. La struttura di questo brano è molto simile alle altre tracce del progetto, infatti possiamo ascoltare una base elettronica che si evolve ed esplode nel ritornello, preceduto da un pre-chorus molto orecchiabile.
Tove parla ad un suo amante dicendogli palesemente che la fa eccitare ("You give me lady wood") e dicendogli "So cosa dicono le persone di te, dicono lo stesso di me... non mi interessa se è tutto vero, voglio stare con te" fregandosene dei giudizi degli altri.
L'artista dice in modo così chiaro che fisicamente lei è attratta da lui e non fa altro che tirare un bel pugno in faccia alle persone che credono che le donne non dovrebbero mai scrivere cose del genere e che solo gli uomini possono parlare di sesso in modo così esplicito.

"TRUE DISASTER"
La terza canzone è il terzo singolo promozionale "True Disaster", pezzo elettro-pop dalle influenze anni '80 nella base. La base inizia con un intro molto cinematografico che sicuramente arricchirà il visual di "Lady Wood" con un'atmosfera cupa, per poi dare spazio ad un synth-pop davvero trascinante dei versi.
In questa canzone la cantautrice parla all’uomo che la sta portando verso la deriva, il suo vero disastro.

"I said come on, zero fucks about it
Come on, I know I'm gonna get hurt
Come on, zero fucks about it"

Questo uomo la sta portando a commettere crimini, ma lei è troppo innamorata per guardare in faccia il pericolo:

"Tell me "No one's gonna get ya", I'm just straight up mad
I fell in love, roll up beside me
And you're just as bad"

"COOL GIRL"
Subito dopo "True Disaster" abbiamo il primo singolo, "Cool Girl", pezzo dalle influenze soft house e trip-hop nel ritornello.
La canzone a mio avviso ha un testo geniale e molto intelligente, ma d’altronde è Tove Lo.
Ispirata dal monologo "Cool Girl" dal famoso film "Gone Girl", l'artista si domanda perché nelle relazioni cerchiamo sempre di assecondarci a vicenda anche se non è quello che vogliamo.
Ironicamente, Tove, in questo brano vuole lanciare una frecciatina bella e buona a tutti gli uomini che fanno finta di amare ma vogliono solo una cosa dalle donne ("Puoi scappare via, non ti seguirò… fai quello che vuoi, non ho mai voluto un futuro... ca**o, se solo sapessi come renderlo romantico.")
Nel punto in cui dice "Rules you don’t like but you still wanna keep em" si riferisce ad un suo amante che diceva di odiare il fatto che tra di loro non c’era vero amore, ma che alla fine fingeva e basta.
Raggiungiamo l’apice quando del ritornello Tove dice di essere una ragazza figa per lui, un oggetto sessuale. Per quanto riguarda i sounds, la canzone ha una struttura semplice ed un ritornello che rimane in testa facilmente, anche se personalmente la ritengo la più banale del progetto.

"VIBES" feat. Joe Janiak
Ecco che arriviamo ad una vera e propria perla nell’intera discografia di Tove Lo, "Vibes", in collaborazione con il suo amico e produttore Joe Janiak, con cui ha scritto il brano dopo una settimana in campeggio.
Musicalmente la canzone è molto interessante, perché i versi sono cantati su una base acustica e quasi sensuale per poi esplodere in un ritornello che è elettronico, ma comunque molto soft e chill. Soprattutto nel bridge possiamo notare che le basi di questo progetto non sono semplici e banali, ma hanno dei sounds elaborati che ritroveremo anche successivamente.
La cantautrice in un'intervista aveva detto che alcune canzoni di "Lady Wood" avrebbero avuto dei testi più sognanti, e credo che questa ne sia l’esempio perfetto, in quanto l’artista nel ritornello ci domanda se anche noi sentiamo queste vibrazione, riferendosi però a quelle della natura.

Ora, grazie all’interlude "Fire Fade", entriamo direttamente nella seconda parte del progetto: la tempesta dopo il sole.

"DON’T TALK ABOUT IT"
La sesta traccia è "Don’t Talk About It". Questo brano presenta delle produzioni fantastiche che crescono ogni secondo che passa aggiungendo dettagli e carica alla base, la quale raggiunge il punto più alto dal bridge in poi.
La canzone è la seconda faccia di "Influence", la droga.
"Non parlarne, nascondiamola sotto il tappeto come sappiamo fare... se ti siedi con noi sei anche tu nel giro".
Tove Lo, in questa canzone, parla molto spesso come se loro fossero un gruppo, un gruppo di spacciatori, ed infatti ammette di aver avuto un brutto passato con queste cose e che sprigionano da lei il suo alter-ego con le caratteristiche che lei non vorrebbe mai far vedere di sè. Lo stesso alter-ego che possiamo vedere all’interno della prima parte del visual album "Fairy Dust".

"IMAGINARY FRIEND"
Arriviamo al settimo brano, "Imaginary Friend", la mia attuale canzone preferita del progetto.
Musicalmente è un pezzo elettro-pop che ha nel ritornello un beat molto bello e interessante.
Inoltre, ha un testo molto significativo che secondo me molti dovrebbero leggere: Tove Lo da piccola ha sempre avuto un amico immaginario che l’ha spinta a superare il limite e fare cose che non avrebbe mai dovuto fare. Anche da grande e tutt’ora si ritrova a parlare con questo amico immaginario che lei afferma di averla mai abbandonata.
L'artista ci esorta a tenerci ben stretti la nostra corazza di infanzia e di non lasciarla mai andare perché, come dice nel testo, "la realtà fa schifo".
Verso la fine di "Imaginary Friend", inizia a parlare e dice: "Non lo so, credo sia più una voce nel mio cuore che mi dice che non c’è nulla d’aver paura".

"KEEP IT SIMPLE"
L’ottava canzone è "Keep It Simple", già presentata in tour con i Maroon 5 a cui ha fatto da supporter per i mesi di Settembre ed Ottobre di quest'anno.
Il pezzo, prodotto da Ali Payami, ha una base molto particolare e cruda che accompagna alla perfezione la sua voce. Possiamo dividerlo in due parti: la prima è molto soft e gli elementi elettronici crescono mano a mano nel ritornello, il quale è seguito da un post-chorus catchy ("I ain't ready, I ain't ready, I ain't ready") che dà il via alla seconda parte. Nonostante qui l'artista abbia aggiunto dei sounds elettronici che invadono la base, essi lasciano comunque lo spazio alla voce di Tove che dimostra le proprie abilità in un ritornello potente dal punto di vista vocale.
Il testo, come sempre, è davvero senza filtri: l’artista, senza peli sulla lingua, dice al suo amante che lei non è una ragazza facile, quindi che se vuole stare con lei deve abituarsi: la sua vita è questa e non c’è modo per cambiarla.
Successivamente, in una delle line più crude del progetto, dice:

"I go to bed with you and dream about him
You think I want to? No, I hate that he wins
Just to forget how fucking broken I am
But I'm healing, I'm healing, I'm healing"

"FLASHES"
"Flashes" è la penultima canzone dell prima parte di "Lady Wood" e in questa traccia Tove ammette di essere un casino, di non essere perfetta e di essere una persona umana e non un personaggio dello spettacolo. Lei odia queste cose, odia farsi fotografare, odia indossare abiti, truccarsi o indossare tacchi agli eventi, ma questo è causato da ciò che ha firmato, oramai non c’è più via d’uscita.

People talk, i know what they say
When I fuck things up
When I fuck things up in front of camera flashes
What about you?"

Molto interessante la line in cui dice ad un suo amante che non le interessano i soldi, di quelli non ha veramente bisogno, ma vuole solamente che tra loro rimanga tutto lo stesso nonostante tutto. Questo pezzo è dedicato allo stesso ragazzo a cui lei dedicò "Thousand Miles" del suo primo album. Musicalmente ci troviamo di fronte ad un brano molto elaborato che si unisce perfettamente alla voce della cantautrice. Nel complesso il punto più alto lo troviamo nel bridge e nell'ultimo ritornello che esplode grazie ad una base ricca di vari elementi elettro-pop, tra cui una chitarra elettronica, e la voce modificata di Tove.

"WTF LOVE IS"
L’ultima canzone è "WTF Love Is", una delle canzoni più personali a detta di Tove Lo.
La base inizia con un synth molto delicato che si ripete in tutti i versi del brano, mentre ritroviamo i beat tipici di questo progetto nel chorus.
L'artista, come in "Flashes", si mette a nudo dicendo al suo amante che non può pretendere la ragazza perfetta, e che doveva sapere per che cosa aveva firmato. Se pensava fosse così facile, non ha veramente capito come funziona l’amore.
La traccia si chiude con la cantautrice che urla "Fuck... I need another".


 
Alla fine dell'ascolto, tirando le somme, ne rimane un progetto breve e coeso, dalle produzioni fatte molto bene, minimali in certi punti ma aggressive e potenti che rimangono in testa; infatti è acclamato dalla critica con recensioni solo positive per ora.
Musicalmente ha cambiato sounds rispetto al suo primo lavoro che non aveva tutte queste sfumature techno e ritornelli esplosivi, e a mio parere ha osato e ci è riuscita molto bene.
Anche l’utilizzo della voce è migliorato molto, si può notare che dopo l’operazione è tornata più forte di prima.
Voi cosa ne pensate? Apprezzate questo lavoro o lo trovate inferiore al precedente progetto "Queen Of The Clouds"?

Recensione scritta da Lorenzo

La valutazione concordata dallo Staff di Booklet:

69/100

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