#ArtistFocus | The Weeknd, 4 tracks

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Benvenuti ad un nuovo appuntamento con la nostra solita rubrica #ArtistFocus, dove portiamo alla luce ed analizziamo 4 tracce nascoste e dimenticate nella discografia di un artista.
Questa settimana parleremo di Abel Tesfaye, in arte The Weeknd, cantante di Toronto che quest’anno ha sfondato definitivamente nel panorama musicale internazionale grazie al suo stile inconfondibile, definito da varie persone come “caotico e narcotizzante”.
Forse in molti lo conoscono come quello che prende fuoco in “Can’t Feel My Face”, o quello della canzone per la soundtrack di “50 Sfumature di Grigio”, oppure come quello dai capelli strani, ma in pochi sanno che la sua carriera è iniziata nel 2011 con una trilogia di mixtape, che gli hanno guadagnato il favore della critica e di un pubblico ristretto, e che il successo è arrivato parzialmente con “Kiss Land”, l’album di debutto pubblicato nel 2013. Oggi voglio che dimentichiate per un attimo “Beauty Behind The Madness”, album che in molti già conoscono e che ho già recensito (QUA se ve la siete persa), per immergervi completamente nell’ascolto dei suoi primi progetti, quando il suo stile non era ancora stato infettato dai ritmi pop di Max Martin, ma anzi era puro R&B alternativo miscelato con vocalizzi e melodie trascinanti.


High For This – House Of Baloons, 2011

Siamo nel 2010 ed il cantante, dopo aver postato alcune canzoni su YouTube, viene pubblicizzato nel sito di un rapper canadese che tutti al giorno d’oggi conoscono, Drake. The Weeknd inizia perciò a ricevere attenzioni, così nel Marzo dell’anno successivo pubblica “House Of Baloons”, il suo primo mixtape, di genere PBR&B, cioè un misto R&B elettronico ed alternativo, dubstep, trip hop, soul, dream pop e rock. L’atmosfera è oscura, cupa con produzioni elaborate ed una vocalità travolgente, che insieme trasmettono le pericolosità del suo stile di vita. Il progetto verrà poi inserito nelle varie classifiche di fine anno per i migliori album. Niente male per uno che in quel periodo non si sapeva nemmeno che faccia avesse!
In questo mixtape ci sono moltissime canzoni valide, come la superba title track, la melancolica “Wicked Games”, la trasportante “The Knowing” e moltissime altre. Consiglio l’ascolto di questo mixtape per chiunque sia interessato a scoprire The Weeknd ai suoi veri e propri esordi.
La prima canzone di cui vi voglio parlare è la traccia d’apertura del mixtape, “High For This”, che designa fin da subito l’orientamento musicale che prenderà nel progetto. Nella canzone dove canta di voler far provare alla sua donna degli stupefacenti per la prima volta per provare delle nuove esperienze. La produzione, all’inizio calma, esplode nel ritornello grazie a dei synths che strizzano decisamente l’occhio alla dubstep e che riescono a far partire la nostra mente in un mondo distorto, caotico, quasi infernale. Abel canta con un tono tranquillo ma “tentatore”, come se ci stesse invitando ad entrare nel suo mondo enigmatico, ma avvertendoci che bisogna essere “fatti per farlo”. L’unica cosa opinabile di questa canzone, così come anche nel resto dei suoi mixtape/album, è il testo che molte volte racconta storie riguardanti il suo mondo di feste ed eccessi. Lui stesso ha però più volte dichiarato di dare maggiore importanza alle melodie ed alle produzioni rispetto alle liriche. In questo caso il risultato è sicuramente più che ottimo!



Lonely Star- Thursday, 2011

Dopo “House Of Baloons”, The Weeknd inizia a promuovere la sua musica con concerti in diversi eventi canadesi, mostrando così finalmente il suo volto al pubblico. Ad Agosto di quello stesso anno, arriva il secondo capitolo della trilogia, “Thursday”. Il mixtape gratuito racconta la storia di una relazione tra Abel ed una ragazza: ovviamente, dato il soggetto di cui stiamo parlando, non si tratta di una relazione d’amore normale, ma controversa, marcata da eccessi e tradimenti. Il genere è ancora PBR&B con tutte le sue sfaccettature ed è prodotto quasi interamente, come il suo predecessore, dai suoi fedeli produttori Don McKinney ed Illangelo. L’atmosfera è ancora più sperimentale, con molte canzoni che non seguono le strutture convenzionale, ma che spaziano in varie strutture secondo la fantasia del cantante.
Per la prima volta troviamo anche un featuring: nella canzone “The Zone” si aggiunge anche un verso di Drake (ormai i due erano diventati amici). Oltre a questa, nel progetto troviamo ottime tracce come le rockeggianti “Life Of The Party” e “Heaven Or Las Vegas”, l’acustica “Rolling Stone” e le due “The Birds”. Anche questo mixtape verrà lodato dalla critica internazionale.
Il brano di cui vi parlo si tratta di “Lonely Star”, ancora una volta la prima traccia del mixtape. The Weeknd introduce la ragazza, descrivendola come una persona che ha sofferto molto e promette di provare a cambiarla se questa decide di iniziare una storia con lui. Purtroppo lei rifiuta, chiarendo che lei tornerà da lui solo nei Giovedì, giorni di feste selvaggie. In questa ballad PBR&B, il cantante sfodera le sue abilità vocali utilizzando un falsetto e vari vocalizzi che riescono a trasmettere l’emotività e la sensualità del brano in modo eccellente. L’interpretazione melodica e musicale del brano, il testo, che in questo caso non sfocia esageratamente nel volgare, e la produzione, che si sposa perfettamente con i vocals di Abel, rendono questo brano tra i migliori che il cantante abbia mai creato.




D.D. – Echoes Of Silence, 2011

Siamo ancora nello stesso anno e The Weeknd non si è ancora stufato di produrre musica, infatti a Dicembre arriva il terzo ed ultimo capitolo della trilogia, “Echoes Of Silence”. In questo mixtape Abel non abbandona le tematiche su uno stile di vita basato su feste ed assuefazione a sostanze stupefacenti, ma questa volta con un tono ancora più melancolico e drammatico, tanto che molte tracce trasmettono una vera e propria disperazione ed adattarla alla situazione di cui canta. Dal punto di vista vocale, Abel anche qui si trova al massimo della sua forma, aggiungendo anche degli effetti per distorcerla ed adattarla alla situazione di cui canta. Questa volta le produzioni sono quasi interamente a cura di Illangelo, mentre non ci sono collaborazioni se non un breve outro parlato dal rapper statunitense Juicy J in “Same Old Song”.
Tra le canzoni migliori in questo progetto non possiamo non citare la sentimentale “Next”, la brutale “Initiation” e la semplice e melodiosa piano ballad “Echoes Of Silence”. Ovviamente pure questo ottiene il consenso dalla critica.
Ma la canzone di cui vi parlo s’intitola “D.D.” e non è altro che una cover del classico senza tempo “Dirty Diana” di Micheal Jackson! The Weeknd ha parlato più volte nelle interviste dell’influenza derivata dal Re del Pop e possiamo notarlo anche in varie tracce rilasciate in questo periodo, ma è qui che il cantante da il suo meglio nel rendergli omaggio. La base è simile a quella dell’originale, solo con qualche cambiamento per renderla più attuale e pertinente al suo stile, senza sfigurarla eccessivamente. La cosa che stupisce di più sono sicuramente i vocals: la voce di Abel in questo caso diventa quasi spaventosamente simile a quella di Micheal, tanto che in certi momenti la differenza diventa quasi impercettibile, dimostrando così la sua innegabile versalità vocale e abilità come vocalist. Una canzone di questo calibro non è facile da tentare a replicare, ma la versione del cantante canadese è decisamente riuscitissima e promossa a pieni voti.      





Belong To The World - Kiss Land, 2013

Dopo la trilogia The Weeknd non si ferma, ma continua a promuovere la sua musica in tutto il mondo, ottenendo anche un contratto discografico con la Republic. Inizia perciò a lavorare al nuovo album accompagnato da nuovi produttori come Quenneville e Styles, ed a Settembre del 2013 arriva “Kiss Land”. Se la trilogia di mixtape rappresentava Toronto e le esperienze che viveva in quell’ambiente, “Kiss Land” rappresenta un luogo inventato e dominato dalla paura e dal terrore che simbolizza la sua vita durante il tour in giro per il mondo. Non è però presente una totale evoluzione nei temi e nell’atmosfera totale, ma anzi in certi casi è estremizzata portando a testi sessisti e misogini.
Nonostante ciò sono presenti brani interessanti come la traccia introduttiva “Professional”, la canzone con influenze disco “Wanderlust”, l’ennesima collaborazione con Drake in “Live For”.
Il brano che più si distacca è però “Belong To The World”. La canzone parla di innamorarsi della persona sbagliata, portando a crearci delle illusioni nella nostra mente anche se sappiamo che non si realizzeranno mai. Abel infatti canta del suo amore per una spogliarellista, un amore che non potrà mai essere soddisfatto perché lei “appartiene al mondo”. Anche qui ci troviamo di fronte ad un ottima produzione PBR&B arricchita da elementi elettronici, presi in prestito (probabilmente illegittimamene) da “Machine Gun” dei Portishead, che danno energia al brano ed accompagnano la voce soave che, come al solito, si alterna in registri bassi e alti con facilità ed emotività, trasportandoci in un mondo sovrannaturale.
Particolare come la canzone è anche il videoclip, che si potrebbe definire un misto tra fantascienza ed horror con ballerini spettrali e riferimenti al Giappone. Un video d'impatto, proprio come il brano.


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Siamo purtroppo giunti alla fine di questo nostro viaggio musicale alla scoperta di una delle migliori rivelazioni di questi ultimi anni, con la speranza di avervi destato interesse nell'ascoltare la sua intera discografia. Ora che avete potuto ascoltare tutti questi brani, cosa ne pensate dello stile dell'Abel degli esordi, molto più cupo e caotico rispetto a quello attuale?

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