Molti sono infatti i rapper italiani sottovalutati, che non riescono ad avere successo nonostante facciano dei buoni lavori, decisamente migliori degli album rap vendutissimi ultimamente. Tra questi c'è il debuttante rapper torinese Shade (vero nome Vito Ventura).
Classe 1987, Shade debutta nel mondo nella musica nel gennaio 2016 con il suo primo album Clownstrofobia (anche se il rapper era già conosciuto prima per il freestyle e alcuni web album). Sebbene non abbia avuto tanto successo commerciale il rapper è un tra i più apprezzati in Italia per la sua particolare ironia e le sue rime.
Ecco la recensione del suo album di debutto Clownstrofobia:
Disco d'horror: l'intro dell'album dove il rapper inizialmente critica tutti quelli che pensano che lui non sia un vero rapper (dicendo che il suo non è vero flow e che non ha una gang) successivamente, si passa all'auto-celebrazione dove il rap si autoproclama "il King" anche se c'è una nota di umiltà " sappi che non sei l'unico persino io mi giudico". Infine il rapper parla del disco definendolo "da paura" quindi dice di fare un disco d'horror.
Seventeen Idol: Dopo l'intro si passa alla prima traccia dell'album. La traccia è ambientata in un tribunale, dove si sente la voce arrabbiata di un giudice (fatta da Pino Insegno) che dice di fare silenzio in aula, e poi si rivolge a Shade rimproverandolo di aver toccato una minorenne, successivamente inizia la parte cantata dal rapper dove critica le ragazze minorenni che vogliono sembrare grandi e mature; "ti atteggi da terza età quando ha l'età da terza media, a recitare il ruolo della ragazza seria" e poi critica anche il loro uso eccessivo dei social "e pensare che dalle foto sembravi molto più grande, […] , da quante foto posti sei famosa in ogni posto […] ma poi guarda che foto metti chiunque ti ha vista nuda!".
Nel testo però è presente anche un'autocritica "ma forse sono io che sbaglio a farmi un po' troppi film".Finita la parte cantata di Shade ritorna di nuovo la voce del giudice più arrabbiato di prima che dice di smetterla di cantare aggiungendo che è una cosa gravissima e infine condanna il rapper a sei mesi di lavori socialmente utili.
Fine Settimana: Terza traccia dell'album, meno arrabbiata delle precedenti e molto più profonda e personale. Nel brano Shade parla ad una ragazza dicendole che per scriverle ciò che prova per lei deve aspettare il fine settimana, date che si trova il coraggio facendo uso di alcol, sebbene la traccia sia meno arrabbiata delle precedenti essa contiene una critica: Shade attacca tutti quelli fanno un uso eccessivo di alcol solamente per sentirsi fighi "li fa sentire più re" e attacca pure i falsi scrittori "visto che oggi quando scrivi cose a caso ti chiamano poeta"; anche in questo caso traccia presento un testo ben fatto e con un senso ben preciso. La ragazza descritta nella traccia non è una dolce e romantica "è solo in pezzo per te che l'amore non manco cos'è"
Se i rapper fossero noi: Dopo una traccia una profonda e personale, si ritorna ad una traccia arrabbiata; primo duetto dell'album (con Fred de Palma) il brano, che è il più esplicito dell'album, è un'aspra (ed esplicita) critica ai rapper commerciali italiani "sti venduti […] non siete creativi siete cretini" ed un'autocelebrazione di Shade e Fred de Palma, inoltre si critica anche il modo di vendere di alcuni rapper che puntano più sul corpo anziché sulla qualità della musica "poi fanno soltanto foto nudi davanti agli specchi" .Sebbene questo brano è una critica non viene nominato direttamente nessun rapper italiano.
Stronza Bipolare: Quinta traccia dell'album, il brano parla di una particolare ragazza, una donna bipolare ,strana, pazza e lunatica con cui il rapper aveva dei legami in passato. All'inizio la traccia ricorda la precedente dato che Shade critica in maniera aspra ed esplicita la ragazza e i suoi atteggiamenti particolari, ma dopo qualche rima si nota che la "Stronza bipolare" in realtà è ancora nel cuore del cantante tanto che lui ne sente la mancanza "forse stavo meglio quando c'eri tu", analizzando il testo si può intuire che il rapper è ancora legato alla ragazza sebbene cerchi di dimenticarla per il carattere pazzo della donna. Sebbene anche in questa traccia il rapper costruisce rime con senso e intelligenti (con particolari ma non banali similitudini) il brano presenta dei difetti ed è di un livello inferiore rispetto alle tracce precedenti.
Bar Mitzvah: Qui si passa di nuovo al Shade "cattivo" infatti, nel brano ricompare il rapper Shade più esplicito e arrabbiato. La canzone riprende il tema del mondo rap italiano difendendo anche la sua musica dalle critiche :"se non faccio platino è perché non faccio plastica […] tutti dicono che un rap vale quanti soldi fa". La traccia presenta un beat molto potente e un testo ben fatto anche se presenta un piccolo difetto: il tema del rap italiano era già stato affrontato in Se i rapper fossero noi e quindi, può risultare monotono.
Sogni d'odio: Dopo due tracce che non riescono ad essere allo stesso livello delle tracce precedenti si presenta questa "Sogni d'odio" che riesce (quasi) a riportare l'album al livello iniziale. La traccia può essere considerata come una perfetta fusione tra le traccia precedenti: si parla in modo arrabbiato e volgare di amore. Il testo parla della ex del cantante che ha detto addio al poeta, a differenza delle tracce precedenti il rapper non prova più niente per lei tanto che il posto dove la incontra è l'incubo; " ci rincontreremo dentro un incubo[…] buona notte sogni d'odio".Anche in questa traccia il rapper fa buon uso delle rime, l'unico difetto emerge nel sound: nel ritornello somiglia alla traccia "Stronza bipolare".
Netflix: Si passa ad una delle tracce più particolari dell'album, insieme a Seventeen Idol questa traccia spicca per il testo molto originale. Nel brano Shade si rivolge di nuovo alla sua ex e connette le sue rime con similitudini riguardanti serie tv (Netflix è un servizio dove possono essere guardate in streming serie tv). In tutta la traccia il rapper paragona le sue esperienze e i suoi umori a serie tv (tra le serie citate ci sono Dr. House e Una mamma per amica) .Anche in questa traccia il rapper riesce a cavarsela con le rime sapendo fare dei collegamenti geniali con le serie tv riuscendo a sorprendere l'ascoltatore.
BCUC: Secondo duetto dell'album (con il rapper Blue Virus), il brano parla dei club notturni in particolare degli elementi negativi di essi (droga, alcol ecc.) che vengono descritti in maniera ironica spesso beffarda dai rapper. Sebbene anche in questo caso si è fatto un buon lavoro con il testo, il brano non è paragonabile alle altre tracce per le eccessive ripetizioni che non fanno il testo all'altezza dei brani precedenti. Si tratta di una delle tracce più trascurabili dell'intero progetto dato che non riesce a sorprendere e a colpire come le altre tracce.
Patch Adams: Il brano riporta al personaggio cinematografico Patch Adams (personaggio a cui il rapper è molto legato) interpretato da Robin Williams nell'omonimo film uscito nel '98- questo personaggio era un medico che cercava di far distrarre e ridere i pazienti vestendosi da clown. Il rapper si immedesima nel personaggio e racconta la realtà degli ospedali, fatta da lunghe attese, da lacrime nascoste, nasi rossi e scarpe giganti indossate dal rapper (immedesimato in Patch Adams) per far ridere i pazienti vicini alla morte; "ricordo quando hai ritirato l'esame, lo sguardo freddo di chi ha detto "non c'è niente da fare".
La traccia è la migliore di tutto l'album riesce sorprendentemente a capovolgere totalmente l'idea sull'intero disco. Il brano riesce immediatamente ad entrare nella parte più intima dell'ascoltatore per il testo molto serio e interessante inoltre ,viene esplorata una componente totalmente inedita ed inaspettata del rapper che riesce a sorprendere l'ascoltatore con un testo che ,basandosi sulle altre nove tracce ,sembra impensabile.
Da 1 a 150 (Shaday) e Tutto l'alfabeto (Shaday): Dopo le dieci tracce dell'album si passa a due tracce "Shaday", ovvero due tracce freestyle. Le tracce sono molto più brevi delle precedenti e possono essere considerate come delle tracce bonus. Nel suo freestyle Shade si scaglia arrabbiato contro la società e gli usi comuni creando rime taglienti e similitudini semplici ma geniali. Sebbene anche qui il rapper faccia un buon lavoro, queste due tracce abbassano di molto il livello dell'album sia per i temi trattat,i che sono già stati trattati nelle tracce precedenti, sia per la loro superfluità.
Una brutta conclusione per l'album che poteva decisamente essere migliore se la tracklist si fosse fermata a Patch Adams.
Clownstrofobia è un album ben fatto, le basi e i testi dei brani sono ben sviluppati, i testi in particolare hanno senso e c'è un collegamento logico e soprattutto geniale tra le rime. Sono presenti delle similitudini molto intelligenti che riescono a spiegare sentimenti e stati d'animo partendo da elementi molto conosciuti nella cultura contemporanea.
Tuttavia i testi per quanto possano essere uno dei punti forti dell'album sono anche ciò che rendono l'album debole: in dodici tracce possiamo dire che vengano trattati sempre gli stessi temi (amore e mondo del rap) e questo può far sembrare monotono e noioso l'album, un altro punto debole dell'album sono le due tracce finali che non riescono a far concludere l'album positivamente.
Bisogna anche prendere in considerazione che l'album è il primo lavoro in studio del rapper e nonostante ciò riesce a superare molti suoi colleghi del musicbiz che non riescono a creare delle rime come Shade, ma creano delle frasi senza senso messe insieme per fare la rima. Possiamo costatare che nonostante il mancato successo commerciale l'album è un ottimo lavoro di debutto che certamente non ha portato Shade ai vertici delle classifiche ma che tuttavia ha dato a Shade un certa dignità artistica e musicale che molti suoi colleghi non possiedono.
Voto Finale: 65
Recensione scritta da Bionic_littlemonster
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