Coldplay: A Head Full of Dreams sarà disponibile su Spotify a partir da Venerdì!
Dopo una settimana dall'annuncio che il loro ultimo prodotto discografico non sarà distribuito presso la piattaforma di servizio streaming più diffusa al mondo, la band rock-alternative britannica Coldplay ha deciso di cambiare idea.
Dopo aver assistito alla strategia della regina inglese Adele adottata per il suo 25, settimana scorsa al giorno d'uscita del loro nuovo album A Head Full Of Dreams, anche i Coldplay decisero di optare per questa strategia in modo da incentivare gli acquisti delle copie fisiche e digitali.
Ma purtroppo tale mossa non sta sembrando del tutto efficace poiché il disco essendo stato vittima di un leak una settimana fa, sta faticando a fronteggiare l'indiscussa star britannica, infatti le previsioni di vendita del mercato statunitense indica un debutto che varia tra le 185-195K.
Anche i risultati saranno piuttosto sotto i loro standard nel mercato inglese, loro principale terra di conquiste, dove secondo la Official Chart Company il disco debutterà alla 1 con 160.000 mila copie, e nonostante ciò la corsa verso al podio sarà assai ardua, Adele gli sta con il fiato sul collo e potrebbe da un momento all'altro riaccaparrarsi la vetta poiché la distanza che gli separa è minima! (2.000 copie).
Quindi nella speranza di incrementare le vendite oggi il gruppo ha fatto la saggia decisione di rendere disponibile l'album in streaming su Spotify a partire dal prossimo 11 dicembre. Ad annunciarlo vi è una dichiarazione scritta nell'apposita sezione del disco sul loro profilo della piattaforma che dice "Sarò disponibile da Venerdì 11 Dicembre, da allora in poi venite ad ascoltare".
Questo ripensamento era già capitato con il dischi precedenti Mylo Zyloto e Ghost Stories, soltanto che i tempi furono diversi. Ghost Stories venne messo in streaming su Spotify dopo ben 4 mesi che era già disponibile in formato fisico e digitale, mentre Mylo Zyloto dopo 3.
Dunque è giusto che si dia meno priorità allo streaming per avvantaggiare i negozi di dischi e gli stores digitali? Che ne pensate di questa decisione? Atto di disperazione o pura strategia di mercato?
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