Recensione Album: "The PinkPrint" di Nicki Minaj

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Dopo più di due anni di attesa, il 15 dicembre del 2014, Nicki Minaj ha finalmente rilasciato il suo terzo album “The PinkPrint”.
I presupposti della rapper americana per questo progetto sono stati ben chiari fin dall'inizio: creare un album di un altro livello rispetto ai precedenti e allontanarsi dalla dance frizzante e scala-classifiche che l’ha resa tanto famosa in tutto il mondo, ritornando alle sue radici hip hop ma allo stesso tempo sperimentando nuovi sound.


Se per i primi due possiamo assolutamente dire che la Minaj è ampiamente riuscita nel suo intento, dovremo aspettare del tempo per quanto riguarda il terzo punto: lasciare la sua impronta rosa nel panorama hip-hop, creando un classico che possa influenzare tutte le rapper donne future.

Per quale motivo dovrebbe riuscirci?
“Perché impone nuove regole. Perché sono una donna, sono vulnerabile e non c’è nulla di male nel mostrarlo. Sono una donna e sono fiera di esserlo”


1) All Things Go
L’album si apre con una ballad mid-tempo autobiografica, una delle canzoni più profonde che lei abbia mai scritto e una sorta di sequel dell’altrettanto drammatica “Autobiography”. Può essere considerata la intro dell’album.
Attraverso tre versi, Nicki ripercorre la sua intera vita riflettendo su temi quali l’amore, il dolore, il suo futuro, la sua famiglia, i suoi amici, il suo aborto da giovane, l’omicidio di suo cugino, la fama e la depressione che ne consegue, che come rivelò lei stessa l’ha portata quasi alla morte.
Nel ritornello riflette invece sull'inafferrabilità delle cose, dei momenti e delle emozioni mentre musicalmente si avvicina all’rnb alternativo di Drake. Il tutto ornato da bassi e battiti, che creano un’atmosfera decisamente suggestiva.

2) I Lied
Anche la seconda traccia è una ballad, in cui Nicki mescola  un canto disperato a dei versi rap ricchi di dolore, attraverso i quali esprime il suo tormento nell'aver mentito ad un uomo per evitare che le potesse spezzare il cuore.

“Who know what you’d do if I let you in?
My mama ain’t raised no fool, I am not your usual typical type
Who would protect me if I never hide?
Falling so fast I’m afraid of you”

La produzione è affidata a Mike Will Made It, che crea un’atmosfera ricercata che non fa da contorno al pezzo ma ne è parte integrante, come se seguisse la voce di Nicki lungo tutto il suo “lamento” di disperazione.

3) The Crying Game (feat. Jessie Ware)

Arriviamo alla prima collaborazione, con un’ospite che non mai ci saremmo aspettati e che sorprende fin dal primo ascolto.
La canzone, una delle più profonde e toccanti, presenta una produzione sublime, in cui battiti, bassi e chitarre sono sullo stesso piano del rap di Nicki e del cantato di Jesse, i quali si fondono perfettamente grazie ad un pre-chorus cantato da Nicki.

Parla della fine della relazione violenta e abusiva tra Nicki ed il suo ex Safaree Samuels, durata più di un decennio, la quale ha totalmente distrutto interiormente entrambi, causando loro un dolore tale che solo chi vive relazioni durature con qualcuno  può provare.
 “Solo ora mi rendo conto per quanti anni ho giocato al gioco del pianto nella mia vita”

4) Get On Your Knees (feat. Ariana Grande)

Per la quarta traccia del disco mettiamo da parte il dolore e le ballate, per passare ad un up-tempo trap pop ricca di un forte sentimento femminista, perfetta come singolo.
Nonostante la commercialità, non è un brano banale, grazie ad una produzione firmata Dr Luke, una garanzia su questo tipo di canzoni, molto prepotente e ben fatta. Il ritornello soft ricorda lo stile di hit come “Problem” ma i versi rap di Nicki, aggiungono qualcosa in più alla canzone, ulteriormente arricchita da un pre-ritornello cantato da Ariana e un bridge, cantato da entrambe, molto di impatto.
A livello di testo, la canzone parla di una sorta di mania delle due nel vedere i loro uomini “a quattro zampe”. Un vero e proprio inno al femminismo!

5) Feeling Myself (feat. Beyoncé)

Arriviamo a questo punto a uno dei momenti più attesi dell’album: la collaborazione con Beyoncé!
Anche in questo caso un inno a favore delle donne, che Nicki e Bey invitano ad essere fiere di stesse, perché sono sexy e capaci di fare qualunque cosa vogliano.
I versi sono molto espliciti, ricchi di allusioni sessuali e di frasi auto celebrative. Il flow di Nicki ricorda molto quello dei mixtape, scorrevole, deciso e sfacciato. Curata benissimo anche la produzione, prettamente Urban, firmata Hit-Boy.

6) Only (feat. Drake, Lil Wayne & Chris Brown)

Il sesto brano è anche esso prettamente hip-hop e poco commerciale; nonostante ciò, è stato estratto come terzo singolo e sono bastati questi quattro grandi nomi per renderla una hit in America.
Qui la produzione è affidata a Dr Luke, la quale presenta un ritmo ipnotico e martellante, anche se monotono. la canzone è una dedica rivolta a tutti gli haters che sostenevano rumors infondati secondo i quali Nicki sarebbe andata a letto con Drake e Lil Wayne. Decisamente (e volutamente) volgare.
Il ritornello cantato da Chris Brown risulta essere un ottimo mezzo per spezzare i tre versi rap della canzone.

7) Want Some More

Rimaniamo su un sound hip-hop per la traccia numero sette, co-prodotta da Nicki, ma qui il tema trattato è decisamente più leggero e spensierato.
In questo brano Nicki mostra a pieno il suo talento nel rap, con versi veloci e incisivi, nei quali prende in giro tutti quelli che la screditano. Senza dubbio uno dei pezzi più divertenti dell’album, con giochi di parole e una serie di frecciatine che non si possono non citare:

“Who had Eminem on the first album?
Who had Kanye saying ‘she a problem’?
Who the fuck came in the game and made her own column?
Who made Lil Wayne give ‘em five millions?”

8) Four Door Aventador

Il brano seguente è quello più ricorda lo stile dei mixtape, con una produzione old style e dei versi in cui Nicki imita il flow di Notorious B.I.G.
In generale, è una canzone che si lascia ascoltare piacevolmente e che, inoltre, soddisfa tutti coloro che seguono Nicki sin dagli inizi della sua carriera, ciò permette anche agli ascoltatori di denotare tutti i miglioramenti e i salti di qualità che hanno caratterizzato la sua carriera.

9) Favorite (feat. Jeremih)

Per il nono brano torniamo sul tema dell’amore e ad un sound più rnb.
A differenza della maggior parte delle canzoni presenti nell’album, qui l’amore è visto in maniera più positiva. Nicki nei suoi versi esprime il suo desiderio di essere la favorita del suo uomo.
Il ritornello di Jeremih è anch'esso carico di sensualità ed esprime l’umano bisogno di amore, questa è sicuramente una delle canzoni in cui ci possiamo ritrovare tutti.

La produzione è molto interessante e ricrea l’effetto sonoro di una moto in movimento; non è casuale infatti che ciò si ricolleghi anche ai versi del testo nei quali più volte i due si rivolgono l’uno all'altro esprimendo reciprocamente il desiderio di voler esseri passeggeri di loro stessi.
Anche in questa Nicki è stata co-produttrice.

10) Buy A Heart (feat. Meek Mill)

Arriviamo alla prima delle due collaborazioni con Meek Mill, che da qualche mese è diventato anche il fidanzato di Nicki.
La canzone era stata scritta inizialmente da Meek per K.Michelle, ma alla fine è stata proposta a Nicki che è riuscita a inserirsi perfettamente nella canzone, una delle più sofisticate nell’album, sia come testo che produzione.
Più che rappare i due sembra che stiano raccontando una storia d’amore talmente importante che, giunta al capolinea,  svuota totalmente entrambe le parti. Per questa ragione, pensano di mettere metaforicamente in vendita il proprio cuore, affinché ciò li aiuti a recuperare l'amore perduto e la  fiducia di qualcuno che li ami veramente.

“It’s a heart for sale, who’s buying? I don’t care who’s crying
It’s trust for sale, who’s buygin? I don’t care who’s lying”

11) Trini Dem Girls (feat. Lunchmoney Lewis)

Quando ho scritto che Nicki con questo album ha voluto sperimentare nuovi sound, questo è l'esempio più lampante: ci troviamo infatti di fronte ad un brano dancehall/raggae che ci riporta alle sue origini caraibiche.
Con questo brano la rapper ha voluto creare un inno per tutte le ragazze dei caraibi, citando i luoghi dove ha vissuto durante i suoi primi anni di vita come Trinidad e la Jamaica, ma anche il Queens e il quartiere di NY dove ha passato la sua adolescenza.
Molto divertente e ballabile, da singolo potrebbe fare benissimo in classifica pur non essendo di un commerciale scontato.

12) Anaconda

Arriviamo alla grande hit dell’album, una delle più famose canzoni mondialmente della nostra Nicki e che le è valsa anche una nomination ai Grammys.
Il testo è uno dei più frivoli dell’album, volgare ma allo stesso tempo così esagerato da diventare comico.
Il brano può essere definito una reinterpretazione al femminile del classico dei primi anni ’90 di Sir Mix A Lot intitolato “Baby Got Back”. Il ritornello e la base sono infatti riprese da questa e remixati sapientemente da Polow Da Don per far scatenare sulla pista da ballo anche quelle ragazze più "formose" che, spesso, si sentono a disagio per la propria forma fisica. Il brano ricrea un inno all'auto-stima femminile, al non curarsi delle proprie insicurezze, ma di divertirsi e al riempire le piste da ballo a prescindere dalle proprie forme.

13) The Night Is Still Young

Seppure si sia allontanata definitivamente dalla dance, il sesto singolo estratto può essere definito un piccolo compromesso per far contenti anche i fan della Nicki pop.
Questo è un brano dance pop raffinato e ben curato, con un ritornello che si imprime sin dal primo ascolto nella mente dell’ascoltatore.
Se nei versi rap la rapper parli di divertirsi e festeggiare, nel ritornello ci rendiamo conto che non si tratta della solita canzone festaiola dove ballare perché la notte è ancora giovane è l’unica cosa importante.
Nicki vuole dire all'ascoltatore che la vita è lunga abbastanza per godercela a pieno e noi siamo ancora giovani per farci valere e seguire i nostri sogni!

“How dare we sit quietly and watch the world pass us by?”

Sicuramente la canzone più allegra dell’album, carica di speranza e gioia, emozioni che arrivano dritte all’animo di chi la ascolta.

14) Pills N Potions

Iniziamo a rallentare in vista del finale e lo facciamo con il primo singolo dell’Era, una rap ballad con influenze rnb e pop.
Di una raffinatezza e una classe unica, questo brano parla della fine di una relazione di qualsiasi tipo, non solo d’amore.
Nicki si rivolge dapprima ad un uomo che si è comportato male con lei a causa della sua ingratitudine e falsità, e poi a tutte quelle persone che hanno sempre tentato di buttarla giù e che adesso invece la rispettano grazie al successo e alla fama che ha ottenuto negli anni.

“People will love you and support you when it’s beneficial
Imma forgive, I won’t forget but Imma dead the issue”

Nel ritornello, scritto insieme a Estear Dean, Nicki vuole spiegar loro che, nonostante tutto il veleno, i soprusi e le incomprensioni, ci sarà sempre un rimedio e che lei continuerà comunque ad amarli senza riservar loro rancore, proprio come se nulla fosse mai realmente accaduto.

15) Bed Of Lies (feat. Skylar Grey)

Il quarto singolo è una toccante ballata con due versi rap intervallati da un ritornello più mainstream cantato dalla voce angelica di Skylar Grey.
Scritta in origine da Skylar contro tutti i bugiardi, Nicki l’ha trasformata in una dedica più che esplicita al suo ex.
Se in precedenza l’abbiamo vista più distrutta, qui la ritroviamo a tratti più aggressiva e che vuole ricordare al suo “bugiardo” quanto è stato ingrato e falso con lei, nonostante tutto quello che lei ha fatto per lui.

Anche qui Nicki torna a parlare del suo uso di pillole ma lo fa con dei versi molto più espliciti e drammatici:
"Couldn't believe that I was home alone, contemplating overdosin', no more coastin', no more toastin' over oceans"

16) Grand Piano

Arrivati all'ultima canzone dell’edizione standard, non possiamo che rimanere a bocca aperta, trovandoci di fronte ad una canzone totalmente diversa da qualsiasi cosa abbia mai fatto nella sua carriera.
Nicki canta, accompagnata solo da un piano, una dedica disperata ad un uomo che l’ha fatta sentire stupida e ingenua, “suonando” il suo cuore come un pianoforte. Nonostante gli avvertimenti ricevuti, Nicki decide di ignorare tutto e tutti e di lasciare che quell'uomo giocasse con i suoi sentimenti
Anche questa canzone è stata co-prodotta da Nicki che ha avuto l'idea di inserire l’assolo di violino, che riprende “Rush Rush” e non fa che rendere la canzone ancora più di qualità e una delle migliori dell’intero album.

17) Big Daddy (feat. Meek Mill)

 La prima traccia dell’edizione deluxe è l’esatto opposto della precedente: ci troviamo di fronte ad una club banger, prettamente urban, con un testo alquanto frivolo e nel quale i due si vantano, screditando la loro competizione.
La base è molto prepotente ma comunque curata, volta a far scatenare tutti sulla pista da ballo.
Nonostante ciò è una canzone decisamente inferiore a “Buy A Heart” su tutti i livelli. Sarebbe potuta andare benissimo per un mixtape, ma in un disco come “The PinkPrint” la trovo alquanto fuori posto.

18) Shanghai

Anche per il secondo brano, ci manteniamo su sonorità hip-hop ma questa volta siamo su un altro livello.
Con una produzione molto ricercata (alla cui realizzazione ha partecipato anche Nicki), un flow incisivo, delle rime azzeccate e dei giochi di parole molto singolari, come lo stesso titolo che sta per “shang-high”, questo brano è uno dei pezzi hip-hop migliori dell’album, una vera e propria bomba!

19) Win Again

Anche in questo caso ci troviamo davanti ad un brano hip-hop, a tratti quasi cantato. L’influenza del collega e amico Drake si sente anche in questo pezzo e su Nicki calza a pennello.
In merito al testo, così come avrete capito dal titolo, si tratta di un brano auto-celebrativo, nel quale Nicki, con rime molto taglienti e talvolta piuttosto velenose, vuole ricordare alla sua concorrenza tutte le sue vittorie e il suo talento.

“I’m Maryl Streep to all these bitches, they can’t do what I do
Sometimes I just look in the mirror and I be like why you?”

20) Mona Lisa

Passando alla prima traccia dell’edizione deluxe di Target, notiamo un evidente cambio di sound.
Questa canzone la reputo una delle più sottovalutate del disco e poteva benissimo far parte dell’edizione standard.
Nel brano, uno dei più sofisticati dell’album e della sua carriera, Nicki si impersona nel celebre quadro della Gioconda, innalzandolo come simbolo di femminismo.

“If you look at my love, you see I ain’t worried about a he”

L’uso dell’autotune e la produzione molto ricercata contribuiscono a donare un alone di mistero e un’atmosfera alquanto ambigua al brano.

21) Put You In A Room

Il secondo brano può essere visto come un sequel del precedente, come se insieme creassero una storia unica.

Anche qui ci troviamo di fronte ad una produzione molto ricercata e ad un testo da cui traspare un forte femminismo.
Nei suoi versi Nicki esprime il suo disappunto nei riguardi dei comportamenti del proprio ragazzo, il quale la accusa di controllarlo morbosamente. E' qui che la rapper si sente quasi tradita e decide, nonostante tutto, di farlo restare comunque in casa sua, ma non più nel suo letto.

"Now you wanna leave and never come back
I don't control you ain't never say that"

22) Truffle Butter (feat. Drake & Lil Wayne)

Nell’edizione di iTunes è presente anche questa bonus track, che è stata talmente tanto apprezzata dal pubblico americano pur non essendo singolo, che alla fine Nicki e il suo staff sono stati costretti a ufficializzarlo.
Un brano hip-hop con influenze house, molto frizzante e commerciale. Grazie ad un video, avrebbe avuto anche più successo di “Only”.
Nei tre versi, intervallati da un sample di “What They Say”, i tre esaltano il loro successo, i loro soldi e i loro record con rime ironiche dirette alla loro competizione e facendo riferimento al burro al tartufo, essendo un cibo lussuoso (e non altro come alcuni sostengono).



23) Wamables
L’ultima traccia si trova nell’edizione deluxe per il Giappone ed è un brano rap auto-celebrativo.
Il sound e il flow scorrevole di Nicki ricordano molto “Boss Ass Bitch”.

Il testo è sicuramente la cosa più particolare, infatti Nicki ripete nel ritornello “I’m all about my wamables” ma una domanda sorge spontanea: cosa sono i “wamables”?
Sarebbero diverse le opzioni papabili: potrebbero essere i soldi, le sue hit o le sue curve. Qualunque cosa sia, è proprio questo gioco di parole che rende la canzone molto curiosa e divertente, tutto sommato adatta ad essere un semplice regalo per i fan.



In generale, possiamo dire sicuramente che questo è l’album migliore della carriera di Nicki, con produzioni ricercate, testi molto maturi e soprattutto emozioni forti.
Nicki Minaj prima di essere una rapper ed una cantante è una cantautrice e piena di talento. Evitiamo di soffermarci alle apparenze e su un paio di canzoni ironiche e proviamo a scavare nel profondo, a cercare la vera arte in tutti coloro che realizzano musica, che cantino, rappino, suonino o scrivano.
QUESTA è la vera Nicki Minaj, un’artista ricca di talento, poliedrica, a cui piace sperimentare e far emozionare la gente attraverso la sua musica.


- Pubblicato da Ciccio­-
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La valutazione concordata dallo Staff di Booklet:

78/100

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