mercoledì 13 aprile 2016

#ArtistFocus: Adele, Parte 1

Era assolutamente impossibile che nella nostra rubrica settimanale #ArtistFocus, non si potesse parlare di una delle artiste di maggior successo di questi ultimi anni, Adele!. Vendite, record su record, premi, classifiche, e persino gossip! Insomma, di Adele Laurie Blue Adkins si è sempre parlato di tutto, ma tranne di quella cosa che è sempre la più fondamentale, la musica! Ed infatti oggi metteremo da parte i soliti "numeri" per lasciare che sia proprio lei a parlare di questa nota cantautrice e maggior esponente del soul bianco, analizzando quattro canzoni tratte dal suo repertorio.


Ovviamente partiamo dalle origini, inizialmente, da bambina gli idoli di Adele erano popstars del calibro di Spice Girls e Destiny's Child, fino a quanto all'età di 13 anni, un giorno, casualmente s'imbatte in un Vienile di Etta James, è cosi che tutto cambia, il Soul diventa la sua prima, unica, vera passione e ragione di vita che la porta ad un anno più tardi, ad iscriversi alla nota scuola di musica BRIT School di Croydon, frequentata da Jessie J, anche lei futura cantante di successo.
Nel 2006, dopo il conseguimento del diploma, arriva il punto di svolta, Adele si vuole far notare, vuole che il mondo sia a conoscenza del suo talento e passione per la musica, ed ecco che tramite MySpace, all'epoca uno dei primi social ad invadere Internet, pubblica diverse sue canzoni e video che la vedono a cantare mentre suona una chitarra. Nell'intento, ci riesce clamorosamente, la clip che la mostra a cantare mentre suona il pezzo Daydreamer, cattura l'attenzione della XL Recording che le chiede di firmare un contratto discografico.


Da qui inizia la scalata inarrestabile verso il successo: nell'ottobre del 2007 arriva la pubblicazione del singolo di debutto Hometown Glory, che le permette di farsi strada nell'industria musicale, ma la conferma ufficiale arriva con il secondo singolo Chasing Pavements che si posiziona alla #2 in Regno Unito e le fa guadagnare il suo primo disco di platino negli States e Grammy Award. Il 26 gennaio del 2008 viene rilasciato ufficialmente 19 il suo album di debutto, anche se risulta ad essere il meno venduto della sua carriera con ben 10 milioni di copie vendute (cresciute particolarmente grazie all'incredibile successo di 21) rispecchia orgogliosamente le vere radici artistiche della cantante. A soli 20 anni, dimostra già una maturità e consapevolezza delle proprie abilità di cantante e scrittrice ed è cosi che le testate musicali iniziano a paragonarla alla nota Amy Whinehouse.
Un disco che strizza all'occhio al pop-folk (Daydreamer), al country, Crazy For You ne fa da esempio,  con un pizzico di Doo-Wap. Ovviamente si sente forte l'influenza della sua cantante preferita Etta James. Mentre per quanto riguarda le tematiche, possiamo dire che sono riflessive, orientate all'amore e alla maturità verso l'età adulta. Uno dei brani che mi ha più colpito al primo ascolto e stata la ritmata, godibilissima e frizzante Right as Rain. Per quanto riguarda la produzione, del tutto in pieno stile anni 50, vediamo la cantante suonare il campanaccio mentre alla chitarra Ben Thomas. Nel testo notiamo un lato più leggero, meno malinconico rispetto a quello che ci vogliono far mostrare i suoi successi, nonostante si sia lasciata con il suo ex, lei si sente in gran forma poiché si può godere la vita in santa pace:


Se 19 le aveva permesso di farsi conoscere in tutta Europa e specialmente in madre patria, grazie al pluripremiato e stra venduto 21, Adele entra a far parte di quella cerchia composta dagli artisti di maggior successo nella storia diventando un'icona indiscussa in tutto il mondo a tutti gli effetti, per non parlare dei singoli Rolling In The Deep, Set Fire to The Rain e della malinconica Someone Like You, che si rivelano delle hit immediate. Non c'era spazio per nessuno, il suo nome scintillava in qualsiasi parte, tra la dance e l'electro, generi musicali che divampavano in quel periodo, emergeva 21, l'album più venduto del 21esimo secolo. Musicalmente parlando, nonostante abbia alcune influenze folk e Motown del disco precedente, presenta delle novità: l'apprezzamento verso la musica country e l'esplorazione del soul, R&B, Gospel, Blues e Bluegrass. Sul piano lirico, presenta una sequenza di brani profondamente autobiografici legati alle esperienze vissute dall'artista britannica dopo una rottura amorosa. Si parla della rabbia, dell'amarezza, del sentimento di solitudine e di pentimento e, in conclusione, dell'accettare che una storia d'amore sia finita. Non c'è niente da dire è il suo disco più conosciuto e osannato dalla critica mondiale, perciò non mi sto a dilungare molto e vado dritto al punto per presentarvi il pezzo che spicca di più al suo interno tra le varie tracce riuscitissime, cogliendo l'occasione di rivelarvi le doti d'interprete e comunicative che l'hanno resa questo colosso che tutt'oggi ne parlano. Se ascoltate attentamente Lovesong non ne ve ne accorgete che si tratta di una cover del celebre pezzo della Gothic rock band  The Cure poiché talmente l'ha resa sua, sembra che le stia stata cucita addosso in men che non si dica. Il pezzo è stato completamente svestito dagli abiti alternative rock e new wave, per essere adornato da sfumature country e soul che stanno a pennello con la voce dell'interprete. Adele decide di farne una cover non per dedicarlo al solito ex amante ma alla sua mamma e suoi amici, quando sentiva la loro mancanza mentre stava registrando a Malibù. Un'interpretazione da favola quando l'estensione s'innalza di un'ottava per intonare il verso dolente "I will always love you". Che dire, come promettere solennemente, in grande stile e con tanta tensione emotiva l'amore quando ti rendi conto che soltanto con la solitudine, diventa davvero immenso.


Ma purtroppo, non me ne accontento, ancora voglio farvi mostrare di quanta pasta e genio sia dotata questa Adele. Siamo nel gennaio del 2011, 21 stava per essere lanciato per fare il boom nelle classifiche, la nostra grande interprete si presenta al Live Lounge Show della BBC Radio e propone una cover della hit Promise This della leader delle Girls Aloud, Cherly Cole. Il brano, che nella sua versione originale presenta uno stile molto dance-pop, qui si trasforma completamente in una power-ballad rnb con qualche sfaccettatura di sonorità africane contribuita da percussioni. Senza dubbio la Adkins, mostra pienamente il controllo della propria voce che risulta in alcuni tratti sussurrata ed una vera e propria carezza per le orecchie grazie a dei falsetti in un finale davvero da urlo! Impressionante come riesce ad interpretare perfettamente un pezzo molto personale come questo, dando il peso giusto alle parole, nonostante non sia stata lei a scriverlo.


Concludiamo in bellezza parlando del suo ultimo album 25, anche lui di successo, in un solo mese diventa l'album più venduto del 2015 rubando lo scettro a 1989 di Taylor Swift, per non parlare della malinconica, emozionante ed energetica Hello che si rivela un'immediata hit che grida al mondo intero che il ciclone Adele è tornato in pieno stile. Non soffermiamoci sulle vendite e sul successo che sta avendo questo disco, poiché è solo l'inizio! Ma ben si sulla traccia che secondo me merita un pochino più d'attenzione rispetto alle altre, mi sto riferendo a quella che a livello di produzione risulta la più interessante ed innovativa, la dark I Miss You! Nel pezzo troviamo l'affezionato Edworth, fautore delle celebri Skyfall e Rolling In The Deep. Avvolta nell'oscurità è la voce della cantante che risulta d'impatto nel pre-chrous e molto dolce verso il finale con vocalizzi che non sembrano affatto fuori luogo, a far d'ornamento vi sono voci corali che rendono il tutto spettrale. Anche il testo non risulta affatto banale ma ben sì poetico e molto intimo: la star chiede al proprio amante di non lasciarla poiché anche se il loro amore risulta morboso e basato solo sul sesso, lei non ne può vivere senza, un vero inno alla lussuria e all'amore carnale. Non passa inosservato la citazione della nota fiaba Biancaneve dei fratelli Grimm dove gli chiede sensualmente di animare la sua vita con un bacio:

"Let Me Fall into Your Gravity,
Then Kiss Me Back to See
Your Body Standing over Me"

Un pezzo lungo quasi ben 6 muniti che risulta raffinato ed elegante per tutta la sua durata, sarebbe stato perfetto come colonna sonora per un film come 50 Sfumature di Grigio. Nonostante sia troppo lungo per le radio, con un giusto editing risulterebbe molto appropriato come singolo.



Il pezzo viene eseguito dal vivo per la prima volta ad uno show privato dei Pre-Grammy a Los Angeles presso il The Wiltern:


Il nostro viaggio che ci ha portato a parlare di una delle cantanti di maggior successo dei giorni nostri termina purtroppo qui. Che ne pensate delle due cover e delle due album track che avete ascoltato e che ne eravate senza dubbio a conoscenza? La nostra rubrica vi saluta e vi da appuntamento come sempre a mercoledì prossimo!

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