domenica 8 maggio 2016

Recensione Album: "Halcyon" di Ellie Goulding

Ellie Goulding, nome d’arte di Elena Jane Goulding, è una cantautrice britannica, nata a Hereford (Inghilterra Occidentale) e cresciuta con la madre, in seguito al divorzio dei genitori avvenuto quando lei aveva appena 5 anni.


La carriera della cantante inizia ufficialmente nel 2009 grazie alla pubblicazione del suo primo EP ufficiale “An Introduction to Ellie Goulding”, seguito poi dall’album di debutto, intitolato “Lights” e rilasciato un anno dopo, dal quale verrà estratto la title track come singolo che le permetterà di raggiungere il successo persino oltreoceano.
Tra il 2012 e il 2014 Ellie è impegnata nella promozione del suo secondo progetto discografico, “Halcyon”, accompagnato successivamente da una riedizione denominata “Halcyon Days”, il cui primo singolo estratto, “Burn”, consentirà ad Ellie di rafforzare la propria popolarità, nonché il proprio successo e consolidare, pertanto, quello che è stato l’apice della sua carriera, un apice tra l’altro confermato ulteriormente dalla successiva pubblicazione di “Love Me Like You Do”, colonna sonora del film “50 Sfumature di Grigio”.
Il terzo album in studio, invece, viene rilasciato nel 2015 sotto il nome di “Delirium”, il quale includerà anche la colonna sonora sopra citata.
Dopo questa piccola premessa, è opportuno indicare che, in questa recensione, ci occuperemo in particolar modo di recensire “Halcyon”, il secondo sforzo discografico della cantante britannica, costituito da elementi indie pop, venature synth e dream-pop.
Come prima questione, poniamoci la domanda: cosa significa esattamente “Halcyon”?
Halcyon può avere un doppio significato:  se da una parte  si riferisce ad “un periodo di tempo appartenente al passato, idillicamente felice e pacifico”, dall’altra indica una varietà di uccello acquatico diffusa nel continente asiatico ed africano.
Tutte e due le interpretazioni posso essere idonee per rappresentare appieno il concept del disco, questo anche grazie alle dichiarazioni rilasciate dalla stessa Goulding, la quale afferma:”quest'album sarà molto più emotivo rispetto al precedente, ne stanno uscendo dei suoni piuttosto dark e particolari”.  Ed è proprio dai testi e dal sound caratteristico dell’album che emergono tutti questi dettagli, tali da contemplare quello che è un concept puramente “fantasioso, idilliaco, misterioso”, attecchito a delle radici di astrattattismo che, però, non mettono affatto da parte ideali di realtà quotidiana.
A tal proposito, è giunto il momento di partire ufficialmente con una recensione “track by track” di questo meraviglioso album. Buona lettura!

1. Don’t Say a Word

Prima di avventurarci nell’ascolto dell’intero album, ci inoltriamo nella prima traccia del lavoro discografico, ovvero “Don’t Say a Word”, che funge da intro, un modo per poterci dare il benvenuto nel mondo di Ellie.
Trattasi di un’atmosfera prevalentemente onirica, ornata da un continuo crescendo e di emozioni e della produzione in sé, la quale ci porta facilmente alla mente scenari naturali, come un bosco attraversato dolcemente dallo scorrere tiepido dell’acqua di un ruscello.
Un vero paradiso melodico in cui Ellie incita l’ascoltatore al silenzio, al non dire neanche una parola per permettere alla sua voce e alla sua musica di trasportarlo nel suo nuovo mondo. Un mondo fatto di suoni mai esplorati dalla cantautrice prima d’ora e una visione della vita che scopriremo proprio andando avanti con le tracce successive.


2. My Blood

La traccia numero due è anch’essa un brano alternative, coronato da sfaccettature dream e synth-pop, le quali rendono questo brano molto sofisticato, affascinante, evocativo, etereo e, a tratti, mistico.
La voce camaleontica della cantante spazia da un registro profondo fino a confondersi con la base durante il ritornello, facendoci avere quasi l’idea che sia un angelo a cantare questa canzone ed è questa un’altra particolarità che contraddistingue lo stile dei suoi pezzi. Anche qui le melodie, i cori che possiamo ascoltare durante i ritornelli e il bridge e la mescolanza della voce di Ellie con la base  ci fanno pensare ad un bosco o ad un posto fatato.
Infatti questo è uno degli scopi della musica della Goulding: permettere all’ascoltatore di sognare.
Le lyrics del brano accennano ad un amore dimenticato, il quale ha lasciato solamente il flebile ricordo del sangue sgorgato a causa del dolore e delle innumerevoli incomprensioni.


3. Anything Could Happen

Con “Anything Could Happen”, primo singolo dell’ album, Ellie si discosta dal resto del lavoro.
Questo brano è una canzone dance, tipiche di quelle del 2012, ma molto più curata e anch’essa evocativa seppur con la sua buona dose di commercialità; se in brani del genere capita che la base oscuri la voce di chi canta, in questo pezzo  voce e synth si fondono fino a diventare tutt’uno, cosa che si avverte soprattutto nel ritornello.
Il brano, molto catchy e accattivante all’ascolto, affronta il tema dell’amore, in cui, tramite riferimenti epici, allude a tutto quello che potrebbe accadere improvvisamente in una relazione fra due persone e a tutto quello che potrebbe stravolgere, o positivamente o negativamente, gli eventi che caratterizzano la loro vita.


4. Only You

Dopo le atmosfere fiabesche e rilassanti delle prime due tracce arriva la tempesta e il bosco che ci siamo creati intorno inizia ad essere attraversato dai cambiamenti climatici. Abbiamo dimenticato la calma e, in mezzo a questo acquazzone, cerchiamo di ripararci dalle gocce di pioggia e dai fulmini.
Possiamo utilizzare questa metafora per descrivere “Only You”, una canzone “arrabbiata” dove Ellie urla contro il proprio uomo dicendogli: “Only you can be the aching in my heart/My enemy, the only animal I couldn't fight”, un modo per attaccarlo e urlargli contro tutto quello che probabilmente si teneva dentro da troppo tempo poiché scossa dalla voglia di liberarsi dal dolore.
Possiamo dire che questa canzone sia la sorella gemella della canzone precedente in quanto a produzione, una canzone pop con una base composta da synth. Ma, come ben si sa, i gemelli hanno delle caratteristiche diverse fra loro pur avendo lo stesso aspetto: entrambe hanno una base curata, ma, se una è capace di riportarci velatamente indietro nel 2012, l’altra si compatta in modo migliore col resto dell’album.


5. Halcyon

Dopo una canzone dall’attrito rabbioso, l’atmosfera si addolcisce con “Halcyon”, unica canzone con influenze country dell’intero progetto, nonché traccia che dà il titolo al progetto.
Come ho scritto nell’introduzione, “Halcyon” si riferisce ad un periodo passato, ma felice e, infatti, Ellie nella canzone riflette sulla sua relazione, la quale, nonostante i momenti felici passati insieme alla sua metà, si trova sul punto di rottura. La cantante è molto combattuta: se una parte di sé vorrebbe che tutto vada come deve andare, l’altra preferirebbe fare di tutto per preservare la propria relazione.
E’ proprio dopo un continuo interrogare sé stessa sul da farsi che decide di lasciar correre tutto e di porre un punto a quella relazione, un punto che, nella sua amara realtà, sarebbe stato un bene per entrambi.


6. Figure 8

Arriviamo adesso alla traccia sicuramente migliore di tutto “Halcyon”, ovvero “Figure 8”, un piccolo esperimento dream pop che riprende le atmosfere delle prime due canzoni del disco, solo con marcate sfumature più dark .
Se nell’amore noi siamo abituati a tracciare il simbolo ∞, Ellie con il numero 8 vorrebbe indicare qualcos’altro, ossia un circolo vizioso dal quale è difficile uscire ed entro il quale, nonostante l’amore da parte del suo uomo sia finito, lei non riesce a fare a meno di inseguirlo per provare a ristabilire quell’armonia che i due si erano promessi di mantenere eternamente.
In questo caso l’8 è una figura chiusa, un labirinto dal quale è difficile uscire perché segue lo stesso percorso, un labirinto dal quale Ellie riuscirà ad uscir fuori solo dopo aver dimenticato l’amara delusione di quelle promesse ormai sciupate dalla dura realtà.


7. JOY

Nel nostro mondo immaginario adesso è l’alba e le basi composte da sintetizzatori spariscono per dare spazio ai suoni di un’orchestra, i quali, insieme alla voce della Goulding, conoscono un lieve crescendo man mano che la canzone scorre.
La canzone s’intitola “Gioia”,  ma l’argomento affrontato è tutt’altro che allegro ed Ellie in questa canzone si rende conto che la gioia per lei è stare lontano da suo ragazzo. Sembra proprio che vi sia un nesso di collegamento tra la traccia precedente, “Figure 8”, e questa presa attualmente in esame, la quale risulta essere più come la postilla di chiusura in una lettera d’amore, una postilla che la cantante sicuramente non immaginava di dover inserire, ma che adesso determina il senso fine delle sue decisioni.


8. Hanging On

La traccia numero 8 dell’album è una cover di un brano di Active Child e inserita in “Halcyon”.
“Hanging On” è una canzone eterea che dentro di noi crea un clima di pace, quasi come se un angelo custode cercasse di coccolarci o anche solo di tranquillizzarci.
Se la canzone nel suo insieme risulta essere dolcissima, il testo, al contrario, affronta ancora una volta il tema di un amore non contraccambiato e in dirittura di arrivo.
Ellie, con questo brano, vuole giocare su questa contrapposizione quasi a farci percepire che, nonostante lei sorrida sempre, dentro di sé soffre moltissimo e questa canzone  è la chiara dimostrazione del suo “pianto silenzioso”, un pianto che nemmeno gli occhi pubblici potrebbero percepire.
Questa canzone è stata utilizzata come singolo promozionale per supportare l’uscita dell’album e, per l’occasione, venne inciso anche un remix con Tinie Tempah, ma non inserito nella trackilist finale.


9. Explosions

Stesso genere è “Explosions”, terzo singolo estratto dall’album, in cui le atmosfere fatate, diluite alla vocalità dell’interprete che si addolcisce nelle strofe per poi sporcarsi nel ritornello,  ancora una volta fanno da protagoniste assolute. Anche questa volta il tema è triste, ma, al contrario di quelli precedenti, vi è anche una punta di speranza. Ellie in questo caso si sta rivolgendo ad un uomo che, nonostante i sentimenti che prova per la cantante, non sembra essere pronto ad iniziare una relazione, malgrado lei gli avesse promesso che, se solo volesse, sarebbe capace di trattarlo come un re e che sarebbe anche in grado di aspettare solo lui.
“L’esplosione” alla quale la nostra Ellie accenna nelle lyrics del brano si riferisce proprio al momento in cui si realizza l’importanza di avere accanto a sé una persona che si desidera e della quale si ha realmente bisogno. E la parte più difficile di questa esplosione è che questa sensazione la si avverte proprio nei momenti di maggiore vulnerabilità, proprio quando viene da chiedersi come sarebbe stato avere accanto quella presenza della quale si necessitava così ardentemente.


10. I Know You Care

I Know You Care è una dolce ballata, melodiosa, ma, al tempo stesso, malinconica, nonché uno dei pezzi più personali in assoluto all’interno della discografia di Ellie.
La canzone, che a tratti assume quasi l’aspetto di un’ode, infatti, tratta del rapporto che la cantante ha da sempre avuto con suo padre, un rapporto travagliato, difficile, in cui Ellie non ha mai avvertito la presenza della sua figura paterna. Quest’assenza ha da sempre generato del dolore, dello sconforto e dell’insoddisfazione nella cantante, la quale adesso, però, si sente giunta ad un punto di rassegnazione, proprio come dichiarò nel corso di un’intervista risalente al 2013: “Se avessi continuato a provare ad amarlo, probabilmente non sarei mai andata avanti in nulla”.
Per “I Know You Care”, malgrado non sia mai stata estratta come singolo, è stata girata anche la videoclip ufficiale che accompagna il brano, la quale risulta essere d’effetto e commovente seppur nella sua semplicità, una semplicità che basta per comprendere il messaggio di Ellie e le parole di quella canzone che risuonano quasi come un addio.


11. Atlantis

Proseguendo il nostro viaggio, giungiamo alla misteriosissima e suggestiva “Atlantis”, una canzone indie in cui Ellie  avverte un pesante senso di disorientamento causato dalla mancanza di una persona fuggita via dalla sua vita improvvisamente, tant’è che nel testo chiede disperatamente: ”Dove sei stato?”, e si augura che questa persona posso fare presto ritorno da lei.
Figurativamente parlando, il termine Atlantide (una grandissima isola greca leggendaria che, secondo la mitologia, sarebbe sprofondata per opera di Poseidone) allude proprio a questo senso di lontananza e di disorientamento relativo ad un qualcosa di irraggiungibile, che non facilmente si potrà ritrovare.


12. Dead In The Water

La traccia che chiude la Standard Edition dell’album è la struggente “Dead in The Water”, una ballad che affronta anch’essa una situazione in cui si perde una persona importante.
In questo caso viene descritto come ci si sente dopo questo avvenimento: le mani non si stringono più, il ghiaccio si assottiglia e ci si ritrova di botto in acqua per cercare questa persona fino alla fine dei propri giorni di vita.
Una canzone tristissima, forse una delle più tristi dell’intera carriera della Goulding.


DELUXE EDITION

13. I Need Your Love

All’interno della Deluxe Edition dell’album, Ellie Goulding ha voluto inserire anche “I Need Your Love”, settimo singolo estratto dal terzo album del dj Calvin Harris, “18 Months”, una canzone dance che parla del bisogno di avere con sé una persona dalla quale ci siamo allontanati. Della traccia è stato pubblicato anche un video che possiamo definire “spontaneo” perché ci permette di entrare nel mondo della ex rumoreggiata coppia Harris-Goulding.


 14. Lights

Oltre al singolo di Calvin Harris, è stata inserito anche l’ultimo singolo del primo album ufficiale di Ellie Gounding, “Lights”, ovvero la Title Track della quale posso affermare con certezza che dentro questo lavoro non sia del tutto fuori posto.


15. Hanging On (feat. Tinie Tempah)

16. Ritual

Prima traccia inedita della deluxe edition. La qualità in questo caso è un po’ scesa perché ci troviamo davanti ad una canzone che ha poco a che vedere con tutto “Halcyon”, ma che si lascia ascoltare con piacere nonostante la base meno elaborata per gli standard del disco.


17. In My City

Ci troviamo sempre nel territorio della Deluxe Edition e la sensazione si avverte perché, anche in questo caso, non ci troviamo sicuramente dinanzi ad un brano capace di eguagliare la qualità di quanto appena ascoltato nella Standard, ma, in ogni caso, si tratta di una traccia affascinante, ben pensata ed elaborata “ad hoc” per via di quei synth elettronici che, paradossalmente, fanno venire in mente i rumori tipici di una città.


18. Without Your Love

Se i primi inediti potevano stare dentro “Halcyon”, quest’ultimo si avvicina molto di più all’EP “Days”.
Si parte con una base lenta che però esplode subito dopo e prosegue fino a fine canzone.
Questo è l’ultimo inedito ed é la traccia che chiude definitivamente la Deluxe Edition dell’album. Successivamente vi sono solo remix e i video di “Hanging On”, “Anything Could Happen” e il video-documentario “Paper Planes & Playground Games”, in cui vi sono dei filmati dei viaggi che Ellie ha compiuto prima di esibirsi con un suo concerto, interviste al cast e video inediti.


In conclusione, posso dire che Ellie Goulding nel 2012 era un passo avanti rispetto a tutti gli altri cantanti che puntavano solo a far scatenare tutti gli ascoltatori. La cantante ha sicuramente creato un album che mi permetto di definire ottimo: testi sopraffini, basi curatissime, particolari e atmosfere meravigliose.
Un lavoro che, nonostante i 4 anni passati, non sembra affatto “invecchiato”  e non lo sarà neanche a distanza di anni; Ellie Goulding ha avuto coraggio di creare qualcosa in netto contrasto con le mode e le tendenze di quel periodo e ci è riuscita benissimo, dando vita a qualcosa di superiore rispetto ad album di altre colleghe attuali tanto acclamate.

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La valutazione concordata dallo Staff di Booklet:

82/100

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