giovedì 24 dicembre 2015

Recensione: "Journals" di Justin Bieber

Per celebrare i due anni dall’uscita della compilation che ha fatto entrare per la prima volta Justin Bieber tra i favori di un pubblico non solamente composto da teen, ho deciso di recensire quello che viene definito dai critici come uno dei progetti discografici più sottovalutati degli ultimi anni: “Journals”.


Nel 2013 Justin Bieber si trovava nel bel mezzo del suo turbolento “Believe tour” e tra una tappa e l’altra, con l’aiuto di Jason “Poo Bear” Boyd, aveva scritto un numero cospicuo di canzoni così che venne presentato il progetto di un nuovo album alla label ma, poiché il genere dei brani non rispecchiava la direzione che i discografici avevano in mente per Justin il progetto non ebbe mai una release completa e i suoi singoli non vennero mai inviati alle radio. Nacque così “Journals” una compilation digitale autofinanziata dallo stesso Bieber che venne preceduta dall’uscita per dieci settimane di altrettanti #MusicMondays, dieci brani che corrispondono alle prime dieci tracce della compilation.
“Journals” appartiene al genere che ogni conoscitore di Justin Bieber può facilmente chiamare il suo “primo amore”, l’R&B. Come in ogni “album” R&B che si rispetti anche in questo caso troviamo tematiche quali l’amore, la sofferenza che causa la fine di una relazione ma anche un primo assaggio di tematiche più adulte, come il sesso, che non erano mai state trattate da Bieber in precedenza. Non mancheranno comunque riferimenti alla sua fama da cattivo ragazzo ed ai passi falsi che aveva commesso durante quell’anno.
Ci troviamo difronte al primo passo che l’artista canadese fa nella sua carriera come un adulto, cercando di lasciarsi alle spalle quell’immagine da teen star che ha caratterizzato i primi anni della sua carriera. Attraverso l’analisi di ogni traccia, e grazie anche all’aiuto delle parole che lo stesso Bieber ha utilizzato per descrivere la maggior parte delle canzoni, vedremo se questo sarà stato un passo in avanti, un passo indietro o un passo falso nella carriera di questo, all’’epoca, diciannovenne cantante.


HEARTBREAKER
“E’ una canzone per le presone che hanno il cuore spezzato, come lo avevo io quando ho scritto questo brano. E’ molto importante per me condividere con i miei fan cosa ho provato e cosa continuo a provare. Sono molto orgoglioso di questa canzone e spero che possa farvi capire cosa ho nel cuore”, con queste parole Justin Bieber descriveva la prima uscita dei #MusicMondays.
“Heartbreaker” è una mid tempo R&B che nella sua struttura ricorda il grande classico di Usher “Confessions Part II”. La produzione è curata in ogni dettaglio, il beat simboleggia il suono di un cuore che batte e man mano che ci avviciniamo verso la fine del brano la sua particolarità emerge nella sua interezza tanto che la seconda parte della canzone risulta essere la più riuscita.
A livello lirico la parte più interessante è il bridge, si tratta di un verso parlato in cui Justin ammette le sue colpe, esprime tutti i suoi sentimenti e attraverso una metafora meteorologica afferma che possono cambiare i contesti e le situazioni, che ci potranno essere tempi difficili ma lui continuerà ad amare la sua donna.

“So what I'm really tryna say is
And what I hope you understand
Is despite of all the imperfections of who I am
I still wanna be your man
I know it hasn't been easy for us to talk
With everyone being around but
It's just personal, this just, for me and you
And I want you to know that I still love you
And though the seasons may change
Sometimes love goes from sunshine to rain
I'm under this umbrella and I'm calling your name”

ALL THAT MATTERS
“Quando ti innamori di qualcuno, quel qualcuno ti fa sentire completo. Penso che chiunque sia mai stato innamorato può comprendere ciò che sto cercando di dire. La canzone spiega che l’amore è uno dei migliori sentimenti che esistano. L’amore è tutto quello che conta. Ma il vuoto che senti quando questo amore ti abbandona ti devasta interiormente. Ho lavorato molto duramente su questa canzone cercando di convertire questo sentimento in musica”, con queste parole Justin ha voluto descrivere il primo singolo estratto da “Journals”.
“All that matters” è caratterizzata da un vibe maggiormente tendente all’urban rispetto alla traccia precedente. Nonostante il beat sia formato quasi esclusivamente da degli accordi di chitarra acustica l’utilizzo della voce da parte di Bieber rimanda a degli spunti vocali utilizzati principalmente in tracce hip-hop.
Il testo del brano è ricco di metafore ma il gioco di parole che merita maggiore attenzione è contenuto nel ritornello nel quale Justin si interroga sull’utilità di un letto matrimoniale senza una regina facendo leva sui termini king bed (letto matrimoniale) e queen (regina).

“You're all that matters to me
Yeah yeah, ain't worried about nobody else
If I ain't with you, I ain't myself
You make me complete
You're all that matters to me
Yeah, yeah, what's a king bed without a queen
There ain't no "I" in team
You make me complete
You're all that matters to me”

Ci troviamo in presenza di una delle tracce maggiormente riuscite dell’intero progetto alla quale è stato accompagnato un video dalle sfumature sensuali:



HOLD TIGHT
“Come avevo annunciato “Journals” vi porterà all’interno dei miei aspetti più personali. Questa canzone parla della persona dalla quale non puoi distaccarti, della passione che provi quando ami. Io, essendo un eterno romantico, quando amo qualcuno non voglio mai lasciarlo andare. Non importa quanto duramente tu ci provi ma non puoi lasciarla andare via, vuoi solamente stringerla a te più forte che puoi. Ho cercato di catturare tutto ciò in questa canzone.”
“Hold tight” è una traccia urban/R&B dal beat minimale ed è proprio su questo genere di canzoni che il timbro di Justin viene valorizzato al meglio.
Ci troviamo in presenza della prima traccia della carriera di Bieber nella quale è possibile attuare una doppia lettura. Nella sua interpretazione più pudica Justin potrebbe riferirsi ad un bacio mentre in quella esplicita all’atto sessuale tra uomo e donna. L’utilizzo di termini gergali e facilmente catalogabili come doppi sensi (“ziploc”, “lip lock”, “grindlock” e “krazy glue””) ci fanno propendere nell’inserire la canzone nella categoria delle cosiddette panty dropping songs.
Come nelle precedenti tracce, troviamo l’utilizzo di molte figure retoriche, in particolare dei paragoni. Anche in questo caso la parte migliore a livello lirico è rappresentata dal bridge:

“Oh baby, holding back the faces I would make
I'm a fan and you're the rockstar, making it hard on me
Visualise a monster, cause you're too bad for me
Shot that arrow I'm hit, need you right near me
I try to maintain
So don't mind if I turn away, no no
I try to maintain
So don't mind if I turn away, ooh”

RECOVERY
“Recovery è l’ammissione che nella vita non puoi semplicemente cadere e non superare le situazioni avverse. Ti devi rialzare e riprendere. Quando ho scritto questa canzone stavo attraversando una brutta separazione e quando affronti situazioni come queste l’unica cosa a cui riesci a pensare è che il mondo sta per finire. Poi un giorno ti alzi e realizzi che la vita deve andare avanti. Recovery è quel sentimento che provi quando capisci che nulla è perduto e che devi riattaccare i pezzi della tua vita per il tuo bene. Perché ieri è il passato e il domani è già arrivato.”
“Recovery” è un brano R&B principalmente acustico che utilizza un sampler di “Feel me in”, famosa hit di Craig David. Tra le prime quattro tracce è probabilmente in questa che si scorge maggiormente la maturazione vocale di Justin, che risulta più autentico che mai.
In questo brano l’artista ammette tutte le sue colpe e spera che sia lui che la sua amata, se non saranno in grado di darsi una seconda opportunità, possano superare al meglio la loro separazione nonostante lui continui a sperare che lei provi i suoi stessi sentimenti:

“I'm missing your good intentions, I'm missing you from a distance
Hope you did the same
I know that I caused a problem, know that I left you livid
Pushed you far away
Learned it don’t pay to lie cause I don’t wanna see you cry
Saying nothing gets you nowhere fast, I'mma hold it back inside
Well now that I'm back around ya, nothing else really matters
Hope you feel the same”

BAD DAY
“In una relazione ci sono momenti in cui le cose non vanno bene, nei quali sai che c’è qualcosa di sbagliato. Quando sei innamorato senti che a tutti i costi le cose devono funzionare…fino al giorno in cui l’altra persona non prova più le stesse cose e ti abbandona. Quel giorno – il giorno in cui tutto quello per cui hai combattuto svanisce – è quello di cui parla “Bad day””, così Bieber descriveva la sua quinta release.
“Bad Day” è un brano R&B contemporaneo in cui il timbro e il falsetto dell’artista canadese riescono a spiccare sulla base. La grande pecca di questa traccia è data dalla sua durata di soli 2:26 minuti.
La parte migliore del brano è senza dubbio l’unico verso, in cui Justin confessa tutto il dolore che ha provato quando la sua amata l’ha abbandonato senza farsi alcuno scrupolo e, nonostante si sia portata via la sua parte migliore (lei), comprende anche il motivo di questa scelta, lui ormai era fuori controllo:

“And that moment was so hard for me to breathe, yeah
Cause you took away the biggest part of me, yeah
Life was so unpredictable, yeah
Never thought a love like yours would leave me all alone, oh no
Didn't waste any time
But you had already made up your mind
No sympathy
Cause I was out of line, oh yeah”

ALL BAD
“Ve lo giuro…non sono così male”. In questo caso Bieber ha descritto il brano molto brevemente, lasciando parlare la musica per lui. Questa scelta è stata molto azzeccata poiché ci troviamo di fronte ad uno dei brani migliori dell’intero progetto dove le parole per analizzare il pezzo risultano superflue.
“All bad” è una mid tempo R&B dal beat molto accattivante e coinvolgete. Justin affronta il tema della fama di cattivo ragazzo, di come i media cerchino di colpirlo per sminuire la sua persona, facendolo sentire sbagliato, e di come, invece, non sia tutto così pessimo in lui.
Nel brano, inoltre, vi sono anche riferimenti alla sua storia d’amore con Selena Gomez ed in particolare alle amicizie della ragazza che influenzerebbero in modo negativo le sue scelte:

“Between us, they wanna come in
Your worst enemy, so they try to be your best friend
Perfect, ain't saying that I am
Proven, at least I've proven that I give a damn”

PYD ft. R. Kelly
A differenza di tutti i brani precedenti non è stata rilasciata alcuna descrizione per questa canzone presumibilmente a causa del testo della stessa che, se fosse stato descritto da un adolescente, sarebbe quasi sicuramente sfociato nel volgare.
Se in “Hold tight” c’erano dei dubbi riguardo all’interpretazione del brano con “PYD” non c’è alcun dubbio. Siamo in presenza della prima vera e propria panty dropping song della carriera di Bieber e non poteva essere altrimenti vista l’aggiunta di R. Kelly come feautring artist.
“PYD” è l’acronimo di “Put you down” un’espressione gergale americana che significa, nella sua versione più soft, “fare sesso”. Già dal titolo possiamo comprende che ci troviamo difronte ad una slow jam R&B molto sensuale. Si tratta del primo approccio di Justin a questo tipo di canzoni e, nonostante sia affiancato da un veterano che ha basato la sua carriera pluridecennale su questo genere di brani, il cantante canadese non sfigura affatto anzi, il connubio delle due voci appare molto riuscito.
Se la base risulta essere molto ricercata e d’impatto non possiamo dire altrimenti a livello lirico. Il brano è abbastanza banale, così come lo sono la maggior parte delle panty dropping song.
Il cantante canadese afferma di fare sesso nei posti più strani e ad ogni ora del giorno e che cercherà di appagare in ogni modo la sua partner perché merita il meglio:

“And it don’t make no sense, to be that bad
I'mma take it down on you babe, put you down (PYD, PYD, PYD)
This will show you how much I love you, form of appreciation
I'mma put you down (PYD, PYD, PYD, PYD, PYD, PYD)
Ooh cause you deserve the best and nothing but the best
So I give you the best you've ever had
I'mma put you down (PYD, PYD, PYD, PYD, PYD, PYD)
I'mma put you down”

ROLLER COASTER
“Come nella vita anche le relazioni hanno alti e bassi. Mentre lavoravo su questa canzone ho cercato di catturare questo sentimento. Alle volte le cose vanno molto bene e tu sei semplicemente felice, altre volte le cose peggiorano e ti ritrovi triste o col cuore spezzato. Questo cambiamento può avvenire molto rapidamente ma ciò fa parte della vita. Devi solamente ricordarti che anche quando le cose sembrano aver raggiunto il loro punto più basso tu puoi risollevarle di nuovo. Questo è ciò che sono le relazioni e la vita.”, Bieber descriveva così la prima vera e propria up-tempo di “Journals”.
“Rollercoaster” è una canzone dal beat funky molto accattivante prodotta dal famosissimo Rodney “DarkChild” Jerkins collaboratore, tra gli altri, di Michael Jackson. La base è composta da un’unione di parti ballabili a parti introspettive che si amalgamano alla perfezione con il testo che descrive gli alti e bassi di una relazione la quale viene paragonata ai cambi di altezza che si avvertono sulle montagne russe (roller coaster).
Bieber si riferisce ad un rapporto a distanza che, proprio a causa della difficoltà di essere presente nella vita della sua donna, è terminato rimanendo da solo oltreoceano (durante il tour) con solamente i ricordi a tenergli compagnia. Nonostante pensi che la loro separazione sia la cosa migliore, continua a sentire la mancanza della sua amata.

“It's been difficult
I'm just happy there's no flights no more
But it's nights like this that I never ever missed you more
There's a reason what this happened for, yeah 
(But I can't help but feel like)”


CHANGE ME
Come era accaduto per “PYD” anche in questo caso Justin non descrive il pezzo ma questa volta per un motivo apparentemente opposto: la canzone risulta essere chiara anche senza alcuna spiegazione.
“Change me” è una delicata ballad voce-piano molto intima e personale nella quale Bieber afferma che è pronto a cambiare con l’aiuto della sua amata, è pronto a lasciarsi il peggio alle spalle e a prendersi tutte le responsabilità che gli competono non solo nella loro relazione ma anche nella vita. Spera che lei possa correggere il suo atteggiamento essendo paziente con lui e tranquillizzandolo quando perde la retta via. Lei è la sua luce, la sua guida.
Nonostante in questa raccolta ci siano molte canzoni che parlino di cuore spezzato e di perdono, questo brano risulta essere più convincente a livello melodico e di impostazione della voce.

“Don't fight fire with fire
If I'm screaming, talk quieter
Understanding and patience
Feel the pain that I'm facing
Be like serenity, help reposition my mind
Take a chance make a difference, in my life”


CONFIDENT ft. Chance The Rapper
“Questa canzone è dedicata a tutte le ragazze che hanno fiducia in se.” In questo caso Bieber non ha speso molte parole sul contenuto di quello che sarà il secondo estratto da “Journals”.
Con “Confident” si ritorna al lato sexy della compilation. Ci troviamo difronte una up-tempo urban nella quale l’interprete ci informa che è rimasto affascinato da una ragazza straniera appena conosciuta. Come tutte le canzoni di questo progetto anche questa ricalca un’esperienza che il cantante canadese ha avuto nel suo turbolento 2013 trascorso tra la ricerca di farsi perdonare dalla sua ex storica, Selena Gomez, ma anche tra comportamenti discutibili e incontri con varie ragazze nei diversi continenti toccati durante il suo tour. E’ proprio in “Confident” che Bieber ci mette a conoscenza di questo ultimo aspetto.
Il brano è molto “ormonale”, dopo uno scambio di occhiate con una misteriosa donna la situazione si fa bollente e nonostante Justin faccia dei riferimenti non troppo velati sul proseguo della serata ("Nasty but she fancy, lipstick on my satin sheets") il tutto viene reso palese dal verso di Chance The Rapper che completa il quadro rendendo il brano il punto più alto dell’intero progetto.

"She said it's her first time, I think she might have lied
Feels so good damn and I don't know why
I'm addicted, something like an addict
Got me twisted, but still I gotta have it
Explosive, explosive
I could still smell her perfume
It's not hard to notice, that I'm open
Hypnotised by the way she moves"

“Confident” è stato accompagnato da un video con una trama ben strutturata ed è riuscito inoltre a mettere in evidenza le capacità da ballerino di Bieber risultando una delle clip migliori della sua carriera. Nonostante questi aspetti positivi purtroppo il mini-film non rende del tutto giustizia al brano poiché la storia narrata non rispecchia in pieno il testo della canzone ma la scelta non non sarebbe potuta cadere su nulla di diverso a causa dell’età del fan base che al tempo seguiva principalmente l’artista. Nonostante la scarsa fortuna nelle charts, “Confident” è stato certificato oro negli USA.



Termina qui quella che potremmo definire la versione standard di “Journals” composta dalle dieci tracce dei #MusicMondays. Da qui in avanti troveremo i brani che sono stati resi disponibili grazie all’opzione “Complete my journals”

ONE LIFE
Con “One life” siamo in presenza di una down tempo R&B. Tra gli autori del brano troviamo anche il famoso rapper Drake che è una delle persone più vicine a Bieber all’interno del music business.
In questo brano Justin arriva alle orecchie dell’ascoltatore in maniera delicata, possiamo affermare di trovarci davanti al primo vero e proprio segnale di crescita e di maturità della sua carriera. Anche in questo caso il cantante canadese si rivolge alla sua amata nella speranza che i due possano riconciliarsi poiché esiste una sola vita che va spesa insieme a chi si vuole bene.

“I wanna dream what you dream, go where you're going
I only have one life and I only wanna live it with you
I wanna sleep where you sleep, connect with your soul
The only thing I want in life, I only wanna live it with you”

BACKPACK ft. Lil Wayne
“Backpack” è uno dei pochi passi falsi all’interno di “Journals”, un vero e proprio passo indietro da parte di Bieber. L’apporto di Lil Wayne rende la canzone, se possibile, ancora peggiore. Nonostante l’intro molto promettente e la base particolare, nel complesso la canzone stenta a decollare.
Anche a livello lirico la tematica trattata è abbastanza strana. Il brano parla di una navicella che si è schiantata contro la terra e l’unico sopravvissuto è un alieno che deve restare nello zaino dell’interprete così che lui possa proteggerlo e portarlo sempre con se. Ovviamente siamo in presenza di una figura retorica dove l’alieno potrebbe essere una ragazza o qualcuno debole e indifeso che va protetto dal mondo crudele.
La parte migliore della canzone si ha quando viene introdotto il punto di vista dell’alieno che, attraverso una voce distorta, risponde di non poter restare per sempre nello zaino e che deve tornare a casa:

“Don’t try to find your spaceship
It might be out there waiting
Stay in my backpack forever
Stay in my backpack forever
(You know I gotta find my spaceship, 
my planet’s outside there waiting, 
I can’t stay in your backpack forever)”

WHAT’S HATNIN’ ft. Future
“What’s hatinin’” segue la scia della traccia precedente ma, grazie ad un miglior uso della voce da parte di Bieber, questa banger club urban risulta leggermente più credibile.
La parte migliore del brano è senza dubbio la base impreziosita da numerosi cambi vocali ben eseguiti da parte di Bieber mentre il testo è molto carente in quanto sia l’interprete canadese che Future, con il suo consueto abuso di autotune, non fanno altro che ripetere le stesse parole per l’intera durata della canzone.
Bieber si rivolge alla sua ragazza affermando che discutere in continuazione non porterà alla risoluzione dei loro problemi quindi per una sera sarebbe meglio abbandonare ogni astio e divertirsi.

“We just need forgiveness baby, 
let me give the business
I just, I just wanna give it to you
Girl let's pick up where we started, 
we don't need to worry 'bout it
We just wanna have fun tonight”

SWAP IT OUT
Tra le cinque tracce che sono state aggiunte con Complete my Journals “Swap it out” è senza dubbio tra le migliori. La produzione pop-urban rende il brano tra i più frizzanti dell’intero progetto. La tematica trattata ancora una volta è quella di una relazione finita male e se mai ci sarà una possibilità di riconciliazione le cose andranno diversamente in quanto i due amanti si completeranno a vicenda.
Bieber anche questa volta supplica la sua amata per avere una seconda possibilità perché adesso che è tutto finito entrambi non hanno nulla da perdere e niente potrà andare peggio di come sta già andando. Non pretende che tutto si sistemi rapidamente ma con il tempo tutto tornerà al suo posto, non può mollare perché lui e la sua donna sono fatti l’uno per l’altra.

"Oh swapping out will only change your life
It’s worth it, the sacrifice
After all what do we have to lose?
Nothing
Don’t separate our destiny
By separating you from me
These are the terms
That were made for each other"

MEMPHIS ft. Big Sean
Questo viaggio all’interno di “Journals” si conclude con “Memphis” che deve il suo titolo alla località in cui è stata scritta.
Con questo brano ritorniamo alle sfumature vocali funky di “Roller coaster” affiancate ad un beat urban. Ci troviamo davanti alla seconda collaborazione di Bieber con Big Sean dopo la hit “As lons as you love me”. Anche in questo caso il risultato è molto godibile nonostante il brano tratto da “Believe” sia certamente di un livello superiore così come lo sarà “No Pressure” contenuta in “Purpose”.
In “Memphis” il punto di vista del cantante canadese cambia, non incolpa più se stesso per la perdita della sua amata anzi, sembra proprio che sia stata lei a farlo rinnamorare per poi abbandonarlo nuovamente.

I feel my heartbeat bumpin' to the bass
She give me butterflies and they won't go away
Under the stars, she took my hand and said
"I love, you, need you, need you here to stay"

Oltre a queste tracce, sono state rilasciate su iTunes due bonus track gratuite: “Alone” e “Flatline”.
"Alone" è una mid-tempo R&B nella quale Bieber afferma che lui e la sua donna un tempo erano inseparabili ma successivamente, a causa dei suoi impegni, si è dovuto allontanare lasciandola completamente sola tanto da sentirsi responsabile di questa situazione chiedendosi costantemente se avrebbe potuto organizzare meglio la sua agenda ("There was so much going on you couldn't handle it Could have divided my time, I should have rationed it").



“Flatline” invece è una down tempo R&B. Questa canzone riprende il suono prodotto dei macchinari ospedalieri quando il cuore di una persona smette di battere, la cosiddetta linea piatta (flatline), che si amalgama a perfezione con il significato del brano. Molto apprezzabile è l’utilizzo della voce da parte di Bieber.
A differenza di quasi tutte le tracce precedenti in questo caso è la sua amata che negli ultimi tempi è molto impegnata tanto che lui si domanda se qualche volta lo pensa e perché adesso si comporta come se non le interessasse più nulla di lui. Nonostante l’ultima volta lei avesse creduto alle sue parole di pentimento ma successivamente lui l’avesse delusa ancora, non riesce a credere al suo abbandono che lo ha lasciato senza vita ("I know I told you last time was the last time How could you pull the plug and let me flatline, flatline").



Eccoci arrivati alla fine di questa recensione che ha analizzato in maniera approfondita ciò che lo stesso Bieber definisce “il proprio diario personale” e il suo "progetto creativo".
Rispondendo alla domanda indiretta che era stata posta nell’introduzione, questa compilation deve essere considerata come un passo avanti nella carriera di Bieber che non solo ha saputo dimostrare di cavarsela egregiamente, a livello vocale e di scrittura, in un genere molto più complesso del pop da classifica ma ha anche saputo dimostrare grandi capacità organizzative che, in qualità di executive producer, sono essenziali per la riuscita di un lavoro omogeneo.
L’unica pecca che trovo possa essere mossa a questo progetto è la fin troppa coesione tra le tracce e la ripetitività di alcune tematiche che in un vero e proprio album sarebbero state totalmente da condannare ma poiché non ci troviamo davanti ad un LP possiamo considerare questo errore come una conseguenza dell’unione di più brani non collegati tra di loro tipica della struttura delle compilation.
Nel contesto in cui è nato “Journals”, inoltre, Bieber va elogiato per la scelta di una direzione artistica più matura e personale e per essere riuscito a pubblicare in maniera autonoma il suo miglior lavoro fino a quel momento.
Dopo aver ascoltato “Journals” chiunque sia rimasto sorpreso dal materiale contenuto in “Purpose” credo che abbia avuto le risposte a tutte le sue domande. Non ci poteva essere nulla di diverso da “Purpose” dopo “Journals” ma al contempo non vi poteva essere nulla di diverso di “Journals” prima di “Purpose”.

Valutazione concordata dallo Staff di BOOKLET:

72/100

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