Prima dell’uscita di questo album, Leona aveva dichiarato di non sentirsi libera di comporre la musica che desiderava ed aveva deciso di abbandonare la Syco, casa discografica che la teneva sotto le sue braccia per ben 8 anni; così, la cantante ex vincitrice di X Factor, durante un’intervista, spiegò le ragioni del suo abbandono con queste parole: “Lasciare la Syco non è stata una decisione difficile, davvero. Ci sono stata dentro per 8 anni. Mi hanno dato il trampolino di lancio ma ora è venuto il momento per me di creare le mie tracce nella mia maniera. Per me è come lasciare casa e dire “Ciao mamma e papà, vado a vivere la mia vita”. Sono davvero pronta a spiegare le mie ali, volare e fare qualcosa per me stessa adesso. Ho scelto di passare all’Island perché apprezzo molto la loro creatività e la loro individualità. Agli artisti che lavorano con questa etichetta è concesso esprimere se stessi in libertà. Cosa si può pretendere di più da una label? Ciò è fantastico!”
Ed è così che Leona ha deciso di passare alla Islands, che tiene sotto la sua custodia alcuni artisti fra i quali Jessie J e Nicki Minaj.
Ma, adesso che è riuscita a passare ad una nuova etichetta discografica, che album avrà partorito Leona Lewis?
Lo scopriremo con questa analisi dettagliata di tutte le 10 tracce della standard e delle 2 tracce della deluxe edition:
1. Thunder
L’album comincia alla grande con questa trascinante power ballad che ricorda per certi versi la canzone Wonder della collega Emeli Sandé.
Thunder è una canzone che tratta del rapporto che Leona aveva con la Syco; infatti il pezzo inizia dicendo che lei e la casa discografica insieme erano oro e che, senza di essa, aveva paura di non riuscire a brillare e di non realizzare il suo sogno, ma, adesso che si sente più sicura di sé stessa, sa che non potrà più temere nulla in quanto sa di aver raggiunto il picco della sua consapevolezza grazie alla quale si sente a tutti gli effetti nata per cantare.
La traccia comincia nel modo più malinconico possibile, quasi come a voler sottolineare quanto precaria fosse la situazione che lei stessa stava vivendo a causa della divisione con la sua ex etichetta e a causa della "sofferenza" nel non essere riuscita a manifestare pienamente la sua libertà artistica fino a quel momento, per poi esplodere in un ritornello al quale fa eco il suo battito di ali che l'ha resa un'artista più indipendente e autonoma nelle proprie scelte artistiche.
La crescita artistica di Leona s'intravede anche dalla stesura dei testi, compattati da rime, metafore e allusioni che ci mostrano anche le sue abilità cantautoriali, abilità che, spesso e volentieri, venivano oscurate nei suoi primi anni di carriera, cioè quando alla cantante venivano "cuciti" brani su misura per lei, ma senza che potesse essere lei personalmente a decidere quali parole cantare.
"I Am" risulta essere infatti il primo album in cui si ha la maggior presenza del cantautorato della Lewis e Thunder, brano apripista dell'album, ne è una prima dimostrazione. Eccone un piccolo stralcio:
"First, it was heaven,
everything roses and fire,
you and I were golden,
now it's armageddon
and I woke up like a fighter
putting up a legion,
you were rising like a star
reigning like a king,
while I was waiting in the wings"
2. Fire (Under My Feet)
Dopo la traccia che spiega l'incipit tramite il quale Leona ha deciso di percorrere un nuovo sentiero artistico, arriva il momento di raccontarsi con una canzone che esprime al meglio le sensazioni che sono derivate da questa coraggiosissima decisione. La seconda traccia dell’album è infatti il primo singolo “Fire (Under My Feet)”, una bellissima up-tempo il cui video è stato pubblicato un mese prima del suo rilascio su iTunes, forse a causa di questo la canzone non ha purtroppo avuto il successo sperato.
Un fuoco sotto ai piedi è quello che la cantante dalla voce melismatica avverte, come se fosse un razzo che, decollato, è pronto per viaggiare verso mete indefinite senza limiti di percorso, ma solamente con la voglia e la libertà nel cuore di poter fare ciò che si desidera esprimendo al meglio sé stessi. Perché quel che si fa non è altro che ciò che si è ed è da quello che dipendono le proprie azioni. Questo concetto viene definito al meglio da "Fire", una canzone carica, travolgente ed energica, che esplora le terre della musica soul e rimanda le orecchie dell'ascoltatore ad alcuni famosissimi pezzi di altre esponenti del soul, come Adele o Alicia Keys, il tutto per un brano capace di trasmettere quell'energia positiva e quegli ideali di riscatto grazie ai quali è possibile realizzare i propri sogni se si ha la forza di lottare a testa alta, senza mai arrendersi.
3. You Knew Me When
Se vi stavate chiedendo che fine avesse fatto "la Leona delle ballate", potete stare tranquilli perché la prima vera ballata del disco non tarda ad arrivare ed ecco infatti che la ritroviamo proprio con la traccia numero tre di "I Am".
Piano e voce fanno da capolino in tutta la loro semplicità a questa "You Knew Me When", canzone in cui la Lewis dà prova ancora una volta (come se per altro ce ne fosse bisogno) delle proprie capacità vocali, ornate da virtuosismi e da giochi melismatici che hanno sempre contraddistinto la potentissima e grandissima vocalità della cantante, che si ritrova a cantare dolcemente, ma incisivamente quelle note tramite le quali descrive il suo cambiamento come artista, cambiamento che è appunto scaturito dalla sua decisione di voler intraprendere una nuova direzione artistica.
Come dichiara nel testo stesso, Leona si riferisce alla sua ex casa discografica, affermando che quest'ultima poteva conoscerla allora, ma che non la conosce realmente ora.
"You knew me when I was on the edge
and my confidence was shattered,
you knew me when I didn't know my worth,
didn't know how much I mattered,
you knew me when you thought you could get me down, no
you knew me when, you knew me then,
but you don't know me now"
4. I Am
Con la quarta traccia della track-list, giungiamo subito alla title-track che dà il nome all'album.
"I Am" è quanto di più introspettivo ci sia tra le canzoni dell'album in riferimento alla tematica e al percorso che Leona ha affrontato per raggiungere lo scopo principale di affermarsi come artista libera da ogni imposizione legata alla casa discografica.
Tramite questa splendida e coinvolgente up-tempo che sembra essere a tratti il proseguo di "Fire (Under My Feet)", Leona Lewis si lascia il passato alle spalle, esprimendo tutta sé stessa per come è lei veramente, più forte e desiderosa che mai di continuare a costruire le fondamenta della propria "casa" con le sue sole forze, poiché, appunto, si sente giunta in un momento della sua vita in cui la consapevolezza le ha permesso di guardarsi dentro e di capire da che parte voler andare, con o senza sostegno.
Questa canzone possiamo dire che abbia anche una morale:
Ciò che sei ora non è solo ciò che sei stato, ma ciò che puoi essere.
Ecco una parte del testo che sancisce proprio questa sua voglia di volersi distaccare da ciò che è stata e di pensare a ciò che vuol essere ora:
"I am with or without you,
I am breathing without you,
I am somebody without you,
I am, I am
I am free without you,
I am stronger without you,
thought I would never rise again,
but I am, I am"
5. Ladders
Traccia numero cinque per Leona e primo pezzo sicuramente riempitivo rispetto a quanto proposto finora.
"Ladders", seppur nella sua essenzialità melodica e lirica, risulta essere comunque una canzone semplicemente pop che si lascia ascoltare molto piacevolmente per via della sua orecchiabilità e della sua spensieratezza.
Tramite questo pezzo, Leona dichiara che è possibile guardare dentro sé stessi, raggiungere il successo a poco a poco e scoprire ciò che si vuole solo se si compie un passo indietro per prendere coscienza anche dei propri errori, cioè quelli che ti hanno insegnato le più importanti lezioni su come si diventa più forti e fiduciosi in sé stessi.
"Down here in the trenches
I know what I'm fighting for,
come back to my senses,
I'm ready for something more"
6. The Essence Of Me
Spuntata in rete già agli inizi del mese di Giugno, questa sesta traccia conserva in sé un vibe molto più evocativo rispetto alla precedente. Non è sicuramente tra le canzoni migliori di Leona e non potrebbe funzionare neanche come singolo, ma si presta ad essere una buona album-track, grazie alla quale la cantautrice continua inesorabilmente a descrivere questa sua esperienza di liberazione nei confronti dei dogmi contrattuali con la sua ex etichetta discografica.
La canzone, adornata da una produzione ipnotica e soave e da alcuni giochi di voce volutamente modificata, mette in mostra alcune delle qualità vocali della Lewis.
"I've been everything you wanted me to be,
let you chip away at my self-esteem,
oh, you spoke so loud I couldn't hear myself
and all your runaway judgments,
no longer pin me down,
you can't pin me down
they can’t pin me down”
7. I Got You
Ed eccoci alla traccia che probabilmente incuriosiva più le persone che hanno letto la track-list di questo progetto, ovvero "I Got You" perché, per chi non lo sapesse, nella discografia di Leona c’è già una traccia con questo titolo che è stata persino estratta come secondo singolo per promuovere il suo album "Echo", ma le due canzoni non hanno praticamente nulla in comune.
Il pezzo racchiude in sé una produzione un po’ più pop rispetto alle precedenti tracce, ed è caratterizzato da un suggestivo crescendo i cui vocals terminano poi con i classici whistles ai quali Leona ci ha da sempre abituati e che chiudono in bellezza il brano.
La canzone, oltre a manifestare il desiderio di aiutare gli altri tramite le proprie vittorie personali e professionali, è dedicata alla speranza di credere sempre che ciò che si desidera lo si può facilmente ottenere con la forza dell'impegno e con la capacità di sapere chi si è nel momento in cui ci si sente vicini al più grande sogno che si possa sognare.
E non possiamo far altro che congratularci con Leona in quanto l'obiettivo è riuscito a raggiungerlo nel modo più meritevole possibile che ci sia!
"Power", un'up-tempo molto particolare, misteriosa e a tratti evocativa, si presenta come la seconda traccia sicuramente più riempitiva dell'intero progetto, ma che ha la particolarità di far percepire concretamente all'ascoltatore quell'ideale di "potere" che Leona stessa vuole trasmettere, quel potere che è risultato di ciò che lei sente di aver raggiunto ed ottenuto, quel potere che è il prodotto dell'anima, della libertà professionale e della genuinità con le quali ha realizzato questo album.
L'emozionante whistle finale che conclude il pezzo regala ancor di più l'idea di quest'urlo così liberatorio per lei e che è il frutto di anni e anni di lavoro, nonché il punto da dove lei sente di ricominciare con la sua "nuova sé stessa".
"Take a deep breath, I'm jumping in,
this is where you end and I begin,
see the world through my kaleidoscope,
I am the one I've been waiting for"
9. Another Love Song
Eccoci arrivati alla traccia più inaspettata dell’intero progetto "I Am"; con "Another Love Song" Leona segna il suo ritorno (almeno momentaneo perché l’intero progetto ne è sprovvisto) alla musica dance, una sorta di eccezione in questo progetto dove a dominare sono generalmente le mid-tempo.
"Another Love Song", come ho anticipato sopra, è una canzone dance che non stona con l’intero progetto, ma anzi mostra un'altra faccia che già in precedenza la cantante aveva mostrato, proprio nel suo penultimo lavoro discografico, "Glassheart", in cui la title-track si muoveva su di una produzione tipicamente dance.
Tramite questo pezzo coinvolgente, incisivo ed irresistibilmente ballabile, Leona esprime la sua insicurezza secondo la quale, tramite la svolta artistica intrapresa nella sua carriera, pensava che non avrebbe mai più scritto delle canzoni che tutti avrebbero ascoltato. Il genere dance in questo brano non è stato infatti messo a caso, ma rappresenta nel miglior modo che ci potesse essere la sua vittoria personale nel poter comporre nuova musica e, non per questo, ha pensato di scrivere una canzone d'amore, questa volta dedicata alla sua ex casa discografica e alla quale però lei non potrà più affiancarsi, così come dichiara nelle lyrics del testo:
"Never thought I'd write another love song,
but I can't keep on fighting with you"
10. Thank You
Spetta a questa meravigliosa ballad che ci ricorda della Leona Lewis di "Spirit" a concludere il viaggio di liberazione personale che ha fatto da cardine al concept dell'intero album.
"Thank You", in tutta la sua soavità e la sua dolcezza, si presenta come una lettera di addio e di ringraziamento verso tutto ciò che è stato, per dare subito dopo il benvenuto a quello che è il suo presente artistico.
La vocalità di Leona viene fuori in tutta la sua potenza e in ogni sua sfaccettatura in questa meravigliosa canzone che ci fa ricordare quanto le ballate siano il suo personale cavallo di battaglia e ci dimostra anche che, più che scrivere una canzone di ringraziamento per Simon Cowell, dovrebbe scriverne una per ringraziare la sua stessa voce, primo strumento in assoluto che le ha permesso di diventare famosa.
Nel brano, la voce della Lewis, attorniata da echeggianti cori che si rincorrono su di un arrangiamento dalle atmosfere quasi ancestrali, ringrazia coloro che l'hanno sempre affiancata per aver visto il meglio e il peggio di lei ed è così che, al termine della traccia, lei è come se concludesse definitivamente un capitolo, guardando attentamente verso il suo futuro.
Thick Skin è la prima delle due tracce contenute nella Deluxe Edition di "I Am" ed è caratterizzata, oltre che da una vocalità assai incisiva, anche da una produzione molto particolare e apparentemente "grezza", che, paradossalmente, ricorda quasi il rumore dell'incudine e del martello, quasi a voler sottolineare l'ideale di "resistenza" della quale tratta proprio all'interno della canzone, un piccolo manifesto tramite il quale la cantante si lascia alle spalle tutti i propri detrattori, non tenendo conto delle pietre che le sono state scagliate contro in passato, ma utilizzando esse per continuare a costruire il suo castello.
"Every time you find another stone to throw,
I will pick it up and start to build a wall,
keep up with me
and you were only adding my castle"
12. The Best and The Worst
Chiude anche la Deluxe Edition la dodicesima traccia dell'album, "The Best and The Worst", una ballata molto pacata nella quale la voce di Leona, piena di sfumature soul, spazia tra le note del suo range vocale, passando da una voce appoggiata, profonda e morbida, a degli acuti da pelle d'oca e finendo poi con i suoi consueti whistle che fanno da contorno ad una melodia apprezzabile già al primo ascolto, ma che sicuramente non regala lo stesso effetto di "Thank You", la miglior ballata per eccellenza dell'album.
Il pezzo si concentra sulla visione della parte negativa di sé stessi e, talvolta, anche della propria vita, quella parte che, spesso e volentieri, ci consente di tirar fuori, per inciso, il meglio di noi stessi.
"Sometimes a lie makes you search for the truth,
sometimes the worst brings the best out of you,
sometimes the worst brings the best out of you"
CONCLUSIONE: un disco di ribellione diverso dai precedenti unito ad una delle voci più grandi degli ultimi 10 anni è la ricetta principale che ha dato vita a tale progetto discografico, ingiustamente non gestito a dovere, ma che conferma ancora una volta quanto Leona sia un'artista, seppur sottovalutatissima, capace di rimanere fedele a sé stessa e di mantenere alta la propria credibilità per mezzo di pezzi che valorizzano appieno le sue capacità vocali e, novità assoluta per lei, anche quelle cantautoriali, le quali, questa volta, sono ben visibili poiché il disco è stato scritto interamente da lei!
Voce, animo, raffinatezza e qualità contraddistinguono il lavoro di questa artista che ha avuto il coraggio di scegliere diligentemente la propria strada da intraprendere, una strada sicuramente appena iniziata e che la porterà ancora più lontano di dov'è ora.
Il disco, estremamente coeso, significativo, ascoltabile dall'inizio alla fine, forse un po’ monotono a livello di tematiche se analizziamo singolarmente ogni traccia, non rappresenta certamente il suo miglior lavoro finora, ma ci dà una visione di ciò che potrà essere il suo futuro artistico, assemblato dalla morale che ruota intorno ad "I Am", il primo passo per lei di essere ciò che veramente è.
_____________________________________________________________________________________
La valutazione concordata dallo Staff di Booklet:
Ed è così che Leona ha deciso di passare alla Islands, che tiene sotto la sua custodia alcuni artisti fra i quali Jessie J e Nicki Minaj.
Ma, adesso che è riuscita a passare ad una nuova etichetta discografica, che album avrà partorito Leona Lewis?
Lo scopriremo con questa analisi dettagliata di tutte le 10 tracce della standard e delle 2 tracce della deluxe edition:
1. Thunder
L’album comincia alla grande con questa trascinante power ballad che ricorda per certi versi la canzone Wonder della collega Emeli Sandé.
Thunder è una canzone che tratta del rapporto che Leona aveva con la Syco; infatti il pezzo inizia dicendo che lei e la casa discografica insieme erano oro e che, senza di essa, aveva paura di non riuscire a brillare e di non realizzare il suo sogno, ma, adesso che si sente più sicura di sé stessa, sa che non potrà più temere nulla in quanto sa di aver raggiunto il picco della sua consapevolezza grazie alla quale si sente a tutti gli effetti nata per cantare.
La traccia comincia nel modo più malinconico possibile, quasi come a voler sottolineare quanto precaria fosse la situazione che lei stessa stava vivendo a causa della divisione con la sua ex etichetta e a causa della "sofferenza" nel non essere riuscita a manifestare pienamente la sua libertà artistica fino a quel momento, per poi esplodere in un ritornello al quale fa eco il suo battito di ali che l'ha resa un'artista più indipendente e autonoma nelle proprie scelte artistiche.
La crescita artistica di Leona s'intravede anche dalla stesura dei testi, compattati da rime, metafore e allusioni che ci mostrano anche le sue abilità cantautoriali, abilità che, spesso e volentieri, venivano oscurate nei suoi primi anni di carriera, cioè quando alla cantante venivano "cuciti" brani su misura per lei, ma senza che potesse essere lei personalmente a decidere quali parole cantare.
"I Am" risulta essere infatti il primo album in cui si ha la maggior presenza del cantautorato della Lewis e Thunder, brano apripista dell'album, ne è una prima dimostrazione. Eccone un piccolo stralcio:
"First, it was heaven,
everything roses and fire,
you and I were golden,
now it's armageddon
and I woke up like a fighter
putting up a legion,
you were rising like a star
reigning like a king,
while I was waiting in the wings"
2. Fire (Under My Feet)
Dopo la traccia che spiega l'incipit tramite il quale Leona ha deciso di percorrere un nuovo sentiero artistico, arriva il momento di raccontarsi con una canzone che esprime al meglio le sensazioni che sono derivate da questa coraggiosissima decisione. La seconda traccia dell’album è infatti il primo singolo “Fire (Under My Feet)”, una bellissima up-tempo il cui video è stato pubblicato un mese prima del suo rilascio su iTunes, forse a causa di questo la canzone non ha purtroppo avuto il successo sperato.
Un fuoco sotto ai piedi è quello che la cantante dalla voce melismatica avverte, come se fosse un razzo che, decollato, è pronto per viaggiare verso mete indefinite senza limiti di percorso, ma solamente con la voglia e la libertà nel cuore di poter fare ciò che si desidera esprimendo al meglio sé stessi. Perché quel che si fa non è altro che ciò che si è ed è da quello che dipendono le proprie azioni. Questo concetto viene definito al meglio da "Fire", una canzone carica, travolgente ed energica, che esplora le terre della musica soul e rimanda le orecchie dell'ascoltatore ad alcuni famosissimi pezzi di altre esponenti del soul, come Adele o Alicia Keys, il tutto per un brano capace di trasmettere quell'energia positiva e quegli ideali di riscatto grazie ai quali è possibile realizzare i propri sogni se si ha la forza di lottare a testa alta, senza mai arrendersi.
3. You Knew Me When
Se vi stavate chiedendo che fine avesse fatto "la Leona delle ballate", potete stare tranquilli perché la prima vera ballata del disco non tarda ad arrivare ed ecco infatti che la ritroviamo proprio con la traccia numero tre di "I Am".
Piano e voce fanno da capolino in tutta la loro semplicità a questa "You Knew Me When", canzone in cui la Lewis dà prova ancora una volta (come se per altro ce ne fosse bisogno) delle proprie capacità vocali, ornate da virtuosismi e da giochi melismatici che hanno sempre contraddistinto la potentissima e grandissima vocalità della cantante, che si ritrova a cantare dolcemente, ma incisivamente quelle note tramite le quali descrive il suo cambiamento come artista, cambiamento che è appunto scaturito dalla sua decisione di voler intraprendere una nuova direzione artistica.
Come dichiara nel testo stesso, Leona si riferisce alla sua ex casa discografica, affermando che quest'ultima poteva conoscerla allora, ma che non la conosce realmente ora.
"You knew me when I was on the edge
and my confidence was shattered,
you knew me when I didn't know my worth,
didn't know how much I mattered,
you knew me when you thought you could get me down, no
you knew me when, you knew me then,
but you don't know me now"
Con la quarta traccia della track-list, giungiamo subito alla title-track che dà il nome all'album.
"I Am" è quanto di più introspettivo ci sia tra le canzoni dell'album in riferimento alla tematica e al percorso che Leona ha affrontato per raggiungere lo scopo principale di affermarsi come artista libera da ogni imposizione legata alla casa discografica.
Tramite questa splendida e coinvolgente up-tempo che sembra essere a tratti il proseguo di "Fire (Under My Feet)", Leona Lewis si lascia il passato alle spalle, esprimendo tutta sé stessa per come è lei veramente, più forte e desiderosa che mai di continuare a costruire le fondamenta della propria "casa" con le sue sole forze, poiché, appunto, si sente giunta in un momento della sua vita in cui la consapevolezza le ha permesso di guardarsi dentro e di capire da che parte voler andare, con o senza sostegno.
Questa canzone possiamo dire che abbia anche una morale:
Ciò che sei ora non è solo ciò che sei stato, ma ciò che puoi essere.
Ecco una parte del testo che sancisce proprio questa sua voglia di volersi distaccare da ciò che è stata e di pensare a ciò che vuol essere ora:
"I am with or without you,
I am breathing without you,
I am somebody without you,
I am, I am
I am free without you,
I am stronger without you,
thought I would never rise again,
but I am, I am"
5. Ladders
Traccia numero cinque per Leona e primo pezzo sicuramente riempitivo rispetto a quanto proposto finora.
"Ladders", seppur nella sua essenzialità melodica e lirica, risulta essere comunque una canzone semplicemente pop che si lascia ascoltare molto piacevolmente per via della sua orecchiabilità e della sua spensieratezza.
Tramite questo pezzo, Leona dichiara che è possibile guardare dentro sé stessi, raggiungere il successo a poco a poco e scoprire ciò che si vuole solo se si compie un passo indietro per prendere coscienza anche dei propri errori, cioè quelli che ti hanno insegnato le più importanti lezioni su come si diventa più forti e fiduciosi in sé stessi.
"Down here in the trenches
I know what I'm fighting for,
come back to my senses,
I'm ready for something more"
6. The Essence Of Me
Spuntata in rete già agli inizi del mese di Giugno, questa sesta traccia conserva in sé un vibe molto più evocativo rispetto alla precedente. Non è sicuramente tra le canzoni migliori di Leona e non potrebbe funzionare neanche come singolo, ma si presta ad essere una buona album-track, grazie alla quale la cantautrice continua inesorabilmente a descrivere questa sua esperienza di liberazione nei confronti dei dogmi contrattuali con la sua ex etichetta discografica.
La canzone, adornata da una produzione ipnotica e soave e da alcuni giochi di voce volutamente modificata, mette in mostra alcune delle qualità vocali della Lewis.
"I've been everything you wanted me to be,
let you chip away at my self-esteem,
oh, you spoke so loud I couldn't hear myself
and all your runaway judgments,
no longer pin me down,
you can't pin me down
they can’t pin me down”
7. I Got You
Ed eccoci alla traccia che probabilmente incuriosiva più le persone che hanno letto la track-list di questo progetto, ovvero "I Got You" perché, per chi non lo sapesse, nella discografia di Leona c’è già una traccia con questo titolo che è stata persino estratta come secondo singolo per promuovere il suo album "Echo", ma le due canzoni non hanno praticamente nulla in comune.
Il pezzo racchiude in sé una produzione un po’ più pop rispetto alle precedenti tracce, ed è caratterizzato da un suggestivo crescendo i cui vocals terminano poi con i classici whistles ai quali Leona ci ha da sempre abituati e che chiudono in bellezza il brano.
La canzone, oltre a manifestare il desiderio di aiutare gli altri tramite le proprie vittorie personali e professionali, è dedicata alla speranza di credere sempre che ciò che si desidera lo si può facilmente ottenere con la forza dell'impegno e con la capacità di sapere chi si è nel momento in cui ci si sente vicini al più grande sogno che si possa sognare.
E non possiamo far altro che congratularci con Leona in quanto l'obiettivo è riuscito a raggiungerlo nel modo più meritevole possibile che ci sia!
8. Power
"Power", un'up-tempo molto particolare, misteriosa e a tratti evocativa, si presenta come la seconda traccia sicuramente più riempitiva dell'intero progetto, ma che ha la particolarità di far percepire concretamente all'ascoltatore quell'ideale di "potere" che Leona stessa vuole trasmettere, quel potere che è risultato di ciò che lei sente di aver raggiunto ed ottenuto, quel potere che è il prodotto dell'anima, della libertà professionale e della genuinità con le quali ha realizzato questo album.
L'emozionante whistle finale che conclude il pezzo regala ancor di più l'idea di quest'urlo così liberatorio per lei e che è il frutto di anni e anni di lavoro, nonché il punto da dove lei sente di ricominciare con la sua "nuova sé stessa".
"Take a deep breath, I'm jumping in,
this is where you end and I begin,
see the world through my kaleidoscope,
I am the one I've been waiting for"
Eccoci arrivati alla traccia più inaspettata dell’intero progetto "I Am"; con "Another Love Song" Leona segna il suo ritorno (almeno momentaneo perché l’intero progetto ne è sprovvisto) alla musica dance, una sorta di eccezione in questo progetto dove a dominare sono generalmente le mid-tempo.
"Another Love Song", come ho anticipato sopra, è una canzone dance che non stona con l’intero progetto, ma anzi mostra un'altra faccia che già in precedenza la cantante aveva mostrato, proprio nel suo penultimo lavoro discografico, "Glassheart", in cui la title-track si muoveva su di una produzione tipicamente dance.
Tramite questo pezzo coinvolgente, incisivo ed irresistibilmente ballabile, Leona esprime la sua insicurezza secondo la quale, tramite la svolta artistica intrapresa nella sua carriera, pensava che non avrebbe mai più scritto delle canzoni che tutti avrebbero ascoltato. Il genere dance in questo brano non è stato infatti messo a caso, ma rappresenta nel miglior modo che ci potesse essere la sua vittoria personale nel poter comporre nuova musica e, non per questo, ha pensato di scrivere una canzone d'amore, questa volta dedicata alla sua ex casa discografica e alla quale però lei non potrà più affiancarsi, così come dichiara nelle lyrics del testo:
"Never thought I'd write another love song,
but I can't keep on fighting with you"
Spetta a questa meravigliosa ballad che ci ricorda della Leona Lewis di "Spirit" a concludere il viaggio di liberazione personale che ha fatto da cardine al concept dell'intero album.
"Thank You", in tutta la sua soavità e la sua dolcezza, si presenta come una lettera di addio e di ringraziamento verso tutto ciò che è stato, per dare subito dopo il benvenuto a quello che è il suo presente artistico.
La vocalità di Leona viene fuori in tutta la sua potenza e in ogni sua sfaccettatura in questa meravigliosa canzone che ci fa ricordare quanto le ballate siano il suo personale cavallo di battaglia e ci dimostra anche che, più che scrivere una canzone di ringraziamento per Simon Cowell, dovrebbe scriverne una per ringraziare la sua stessa voce, primo strumento in assoluto che le ha permesso di diventare famosa.
Nel brano, la voce della Lewis, attorniata da echeggianti cori che si rincorrono su di un arrangiamento dalle atmosfere quasi ancestrali, ringrazia coloro che l'hanno sempre affiancata per aver visto il meglio e il peggio di lei ed è così che, al termine della traccia, lei è come se concludesse definitivamente un capitolo, guardando attentamente verso il suo futuro.
11. Thick Skin
Thick Skin è la prima delle due tracce contenute nella Deluxe Edition di "I Am" ed è caratterizzata, oltre che da una vocalità assai incisiva, anche da una produzione molto particolare e apparentemente "grezza", che, paradossalmente, ricorda quasi il rumore dell'incudine e del martello, quasi a voler sottolineare l'ideale di "resistenza" della quale tratta proprio all'interno della canzone, un piccolo manifesto tramite il quale la cantante si lascia alle spalle tutti i propri detrattori, non tenendo conto delle pietre che le sono state scagliate contro in passato, ma utilizzando esse per continuare a costruire il suo castello.
"Every time you find another stone to throw,
I will pick it up and start to build a wall,
keep up with me
and you were only adding my castle"
12. The Best and The Worst
Chiude anche la Deluxe Edition la dodicesima traccia dell'album, "The Best and The Worst", una ballata molto pacata nella quale la voce di Leona, piena di sfumature soul, spazia tra le note del suo range vocale, passando da una voce appoggiata, profonda e morbida, a degli acuti da pelle d'oca e finendo poi con i suoi consueti whistle che fanno da contorno ad una melodia apprezzabile già al primo ascolto, ma che sicuramente non regala lo stesso effetto di "Thank You", la miglior ballata per eccellenza dell'album.
Il pezzo si concentra sulla visione della parte negativa di sé stessi e, talvolta, anche della propria vita, quella parte che, spesso e volentieri, ci consente di tirar fuori, per inciso, il meglio di noi stessi.
"Sometimes a lie makes you search for the truth,
sometimes the worst brings the best out of you,
sometimes the worst brings the best out of you"
Voce, animo, raffinatezza e qualità contraddistinguono il lavoro di questa artista che ha avuto il coraggio di scegliere diligentemente la propria strada da intraprendere, una strada sicuramente appena iniziata e che la porterà ancora più lontano di dov'è ora.
Il disco, estremamente coeso, significativo, ascoltabile dall'inizio alla fine, forse un po’ monotono a livello di tematiche se analizziamo singolarmente ogni traccia, non rappresenta certamente il suo miglior lavoro finora, ma ci dà una visione di ciò che potrà essere il suo futuro artistico, assemblato dalla morale che ruota intorno ad "I Am", il primo passo per lei di essere ciò che veramente è.
_____________________________________________________________________________________
La valutazione concordata dallo Staff di Booklet:
Nessun commento:
Posta un commento