Questa rubrica verrà dedicata interamente alla cantante britannica Ellie Goulding, fresca fresca di nuovo singolo pubblicato ad inizio settimana e che ha lasciato l’amaro in bocca un po’ a tutti, fans compresi. “On My Mind” a parte, quindi, andiamo alla ricerca di alcuni dei brani caratteristici all’interno della sua discografia, cercando di esorcizzare nel miglior modo possibile l’essenza di questa artista, cantautrice, compositrice e polistrumentista, la cui carriera ha conosciuto un vero e proprio crescendo nel tempo, raggiungendo l’apice negli ultimi due anni grazie al successo di alcune sue famosissime hits e collaborazioni, come “Burn”, “I Need Your Love”, “Outside” e, in ultimo, “Love Me Like You Do”.
In tutta la sua carriera, cominciata esattamente nel 2010, la Goulding ha pubblicato ben due album in studio, “Lights” e “Halcyon”, ed un EP ufficiale, “Halcyon Days”, tratto dal suo secondo disco di inediti.
All’interno dei suoi dischi, Ellie è riuscita sempre a creare perle di musica tipicamente synth-pop, indie, fino a giungere a brani più dance, i quali l’hanno portata al successo anche in America.
In questa rubrica ci occuperemo di scoprire quattro dei suoi brani migliori, alcuni dei quali singoli non conosciuti dalle masse e album-tracks valide che meriterebbero la giusta attenzione da parte del pubblico ascoltatore.
Ecco a voi, qui di seguito, le tracce in questione. Buona lettura!
The Writer
Parto subito con una delle perle contenuta in Lights, primo disco di inediti ufficiale della cantante inglese.
“The Writer” è stato il quarto singolo rilasciato per promuovere l’album e si tratta di una dolcissima e quasi fiabesca canzone synth-pop e folktronica, accompagnata dalla vocalità angelica e soave della cantante e da un video altrettanto semplice, ma emotivamente carico, il quale lascia trasparire tutte le sensazioni che Ellie vuole comunicare tramite la canzone. Magiche sensazioni accompagnano questo brano quando lo si ascolta attentamente, tanto che sembra di ritrovarsi catapultati d’improvviso in una dimensione quasi ultra-terrena, ove ogni singola melodia riesce a far sognare persino ad occhi aperti, motivo per il quale reputo questa una delle produzioni migliori (anche a livello di testo) che la cantautrice abbia mai realizzato fino ad ora!
“The Writer” racconta di quando si fa tutto quel che si può per decidere chi essere nel momento in cui sentiamo la necessità di essere notati da una persona per noi assai importante. A tal proposito, Ellie dichiara che ognuno di noi può essere lo scrittore di sé stesso, pronto a decidere consapevolmente le parole da pronunciare al momento giusto per diventare ciò che si desidera essere.
“Why don't you be the artist
and make me out of clay?
Why don't you be the writer
and decide the words I say?
'Cause I'd rather pretend
I'll still be there at the end,
only it's too hard to ask
won't you try to help me?”
My Blood
Facciamo subito un salto al secondo album della Goulding, “Halcyon”, per permettere a voi lettori di gustarvi quest’altra perla nascosta nella sua discografia. Si tratta infatti di “My Blood”, un brano alternative, coronato da sfaccettature dream e synth-pop, le quali rendono questo brano molto sofisticato, affascinante, evocativo, etereo e, a tratti, mistico.
La voce camaleontica della cantante spazia da un registro profondo fino a confondersi impetuosamente in una sorta di vortice magico durante il ritornello, assumendo quell’aria angelica che, spesso, contraddistingue lo stile dei suoi pezzi. Le melodie, i cori che possiamo ascoltare durante i ritornelli e il bridge riescono a regalarci ancora di più l’idea di un brano che sembra quasi essere stato registrato in un bosco, o in un posto fantastico come un villaggio elfico. Uno degli scopi della musica è proprio quello di permettere all’ascoltatore di sognare e credo che Ellie, per mezzo di queste canzoni, riesca appieno a centrare quest’obiettivo.
Le lyrics del brano accennano ad un amore dimenticato, il quale ha lasciato solamente il flebile ricordo del sangue sgorgato a causa del dolore e delle incomprensioni.
“The lost dreams are buried in my sleep for him,
and this was the ecstasy of a love forgotten,
and I'm thrown in the gunfire of empty bullets,
and my blood is all I see
as you steal my soul from me”
I Know You Care
Rimaniamo sempre in territorio “Halcyon” per esplorare quello che trovo sia un altro dei suoi capolavori, “I Know You Care”.
Si tratta di una dolce ballata, melodiosa, ma, al tempo stesso, malinconica, nonché uno dei pezzi più personali in assoluto all’interno della discografia di Ellie.
La canzone, che a tratti assume quasi l’aspetto di un’ode, infatti, tratta del rapporto che la cantante ha da sempre avuto con suo padre, un rapporto travagliato, difficile, in cui Ellie non ha mai avvertito la presenza della sua figura paterna. Quest’assenza ha da sempre generato del dolore, dello sconforto e dell’insoddisfazione nella cantante, la quale adesso, però, si sente giunta ad un punto di rassegnazione, proprio come dichiarò nel corso di un’intervista risalente al 2013: “Se avessi continuato a provare ad amarlo, probabilmente non sarei mai andata avanti in nulla”.
Per “I Know You Care”, malgrado non sia mai stata estratta come singolo, è stata girata anche la videoclip ufficiale che accompagna il brano, la quale risulta essere d’effetto e commovente seppur nella sua semplicità, una semplicità che basta per comprendere il messaggio di Ellie e le parole di quella canzone che risuonano quasi come un addio.
Proprio in merito al testo, si può dire tranquillamente che si tratti di uno dei migliori tra le sue composizioni.
“I used to run down the stairs,
to the door and I thought you were there,
do you shape through the comfort of us,
two lovers loved out of love..”
Salt Skin
Per l’ultima tappa di questo breve viaggio insieme, ho deciso di ritornare su “Lights”, proponendovi l’ultima traccia della track-list dell’album, ovvero sia “Salt Skin”, l’ultima canzone ad essere stata prodotta per il suo CD di debutto.
La canzone mescola in sé particolari elementi elettronici uniti allo stile synth-pop che contraddistingue quasi tutti i primi lavori musicali della cantautrice britannica. La voce di Ellie qui si fa molto più incisiva, determinata e più “forte” rispetto alle tre tracce presentate precedentemente, poiché, non a caso, è l’unica canzone tramite la quale esprime la sua positività riguardo alla ricerca dell’amore della propria vita.
La Goulding fa riferimento ad una delle sue più grandi passioni, ossia la maratona, dichiarando la sua voglia di correre e di correre ancora fino a che non avrà trovato la persona giusta per lei. La “salt skin” (letteralmente tradotta in “pelle di sale”) altro non è che, appunto, una metafora per esprimere la resistenza fisica che la cantante deve possedere per sostenere uno sforzo fisico del genere e raggiungere, così, il suo traguardo personale.
I've got the salt skin
“Running to where he is,
never going to give in,
even with the strength,
he's stealing salt skin,
telling me I'm winning wars they created
just to understand
"the meaning of"…”
Arrivati al termine di questa rubrica settimanale, pongo a voi lettori il quesito finale: pensate davvero che nell’ultimo periodo Ellie si sia commercializzata troppo, perdendo quella credibilità che aveva in precedenza per merito di pezzi come quelli appena presentati, oppure pensate che nel nuovo album, “Delirium”, la cantante riuscirà a deliziarci nuovamente di pezzi di buona fattura che nulla hanno a che fare con la svolta super commerciale di “On My Mind”?
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